giovedì 23/06/2022 • 06:16
La circolare n. 21/E 2022 introduce nell’analisi del rischio fiscale, e quindi nell’attività di selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo, l’utilizzo dei dati contenuti nelle fatture elettroniche. Si tratta, però, di un utilizzo “parziale”, viste le limitazioni imposte dal Garante privacy: anche se le cose, a breve, potrebbero cambiare a favore del fisco, grazie al recepimento delle eccezioni formulate dallo stesso Garante.
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La Circ. AE 20 giugno 2022 n. 21/E, diramata il 20 giugno scorso dell'Agenzia delle Entrate, fornisce le istruzioni agli uffici per l'esecuzione del piano dei controlli per l'anno in corso: anche questa volta si riscontra un documento di scarso interesse per gli operatori, volutamente poco approfondito in ordine a quali saranno i settori e le fattispecie oggetto di interesse da parte degli organi di controllo (fatta eccezione per gli ormai evergreen dei crediti d'imposta R&S, formazione 4.0 e i molteplici bonus edilizi). Tuttavia, emerge a livello complessivo la tendenza, ormai irreversibile, non solo di predisporre le attività di controllo alla stregua delle selezioni dei contribuenti effettuate in base agli incroci dei dati dell'anagrafe tributaria, ma di utilizzare anche lo sterminato patrimonio informativo di quest'ultima per l'esecuzione dello stesso e, ricorrendone i presupposti, per la “costruzione” dell'avviso di accertamento. Le fatture elettroniche: lo stato attuale La punta di diamante dei controlli e degli accertamenti dell'era digitale sarà la “fattura elettronica” e le informazioni che essa reca: queste ultima attualmente “croce e delizia” dell'Agenzia delle Entrat...
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