martedì 09/09/2025 • 06:00
La riforma degli ordinamenti professionali, approvata dal CdM il 4 settembre, apre una stagione di cambiamenti per le società tra professionisti (STP). Il disegno di legge delega mira a semplificare iscrizioni, chiarire responsabilità e uniformare il regime fiscale, rendendo le società professionali più moderne, trasparenti e competitive.
Il Consiglio dei Ministri, lo scorso 4 settembre, ha approvato il disegno di legge delega per la riforma degli ordinamenti professionali. Si tratta di un intervento di portata sistemica che, nelle intenzioni del legislatore, mira a riordinare e modernizzare il quadro normativo delle professioni regolamentate, armonizzandolo con gli standard europei e rendendolo più aderente alle trasformazioni del mercato.
La delega, che dovrà essere esercitata entro 24 mesi, non si limita a una manutenzione normativa, ma apre un cantiere di revisione ampio: dalla formazione continua al tirocinio, dalla disciplina elettorale degli ordini alla definizione delle competenze professionali, fino a temi centrali come la rappresentanza di genere e la trasparenza negli organi di categoria.
L'allegato A del DDL contiene l'elenco degli ordini e collegi professionali cui si applica la delega:
1. Agrotecnici e agrotecnici laureati 2. Architetti, pianificatori territoriali, paesaggisti, conservatori, architetti junior e pianificatori junior 3. Assistenti sociali specialisti e assistenti sociali 4. Attuari e attuari junior 5. Consulenti del lavoro 6. Dottori agronomi e forestali, agronomi e forestali, zoonomi, biotecnologi agrari 7. Geologi e geologi junior 8. Geometri e geometri laureati 9. Giornalisti 10. Ingegneri civili e ambientali, ingegneri industriali, ingegneri dell'informazione, ingegneri civili e ambientali junior, ingegneri industriali junior, ingegneri dell'informazione junior 11. Periti agrari e periti agrari laureati 12. Periti industriali e periti industriali laureati 13. Spedizionieri doganali 14. Consulenti in proprietà industriale |
Conseguentemente, sono escluse dalla delega le professioni dei commercialisti, degli avvocati, dei notai e quelle sanitarie.
In tale contesto, uno dei capitoli più significativi riguarda la disciplina delle società tra professionisti (STP), che da tempo richiede un intervento chiarificatore e di aggiornamento.
Le STP, introdotte dall'art. 10 L. 183/2011, sono state pensate per consentire ai professionisti di esercitare in forma societaria, adottando i modelli previsti dal diritto commerciale (società di persone, di capitali o cooperative). L'obiettivo era duplice: da un lato, favorire l'aggregazione e l'interdisciplinarietà; dall'altro, permettere l'ingresso di soci di capitale a supporto delle strutture professionali.
La norma vigente stabilisce alcuni principi cardine:
La ridetta cornice normativa ha garantito negli anni un primo inquadramento delle STP, ma la sua applicazione pratica ha messo in evidenza nodi interpretativi e rigidità operative. Proprio da qui muove la nuova delega al Governo: chiarire, semplificare e aggiornare queste prescrizioni, mantenendo salde le garanzie a tutela del cliente e della funzione sociale delle professioni.
L'articolo 2, lettera z), ferme restando le garanzie offerte dalla disciplina vigente, ne prevede modifiche e integrazioni con particolare attenzione ai seguenti aspetti:
Un passaggio particolarmente rilevante riguarda la lettera aa) dell'articolo 2: le STP, anche ai fini dell'IRAP (di cui al D.Lgs. 446/97), dovranno applicare i regimi fiscali propri del modello societario scelto.
La riforma apre scenari nuovi per le professioni interessate: in un contesto in cui il mercato richiede servizi sempre più integrati e complessi, le STP potranno diventare veicoli per sviluppare specializzazioni, attrarre capitali, creare sinergie interdisciplinari e favorire il ricambio generazionale.
In tal senso il disegno di legge delega segna un passaggio importante nella modernizzazione delle professioni regolamentate coinvolte. Per le società tra professionisti, la riforma rappresenta un'occasione per superare le incertezze del passato e consolidare un modello societario capace di coniugare efficienza, trasparenza e responsabilità, restituendo al contempo alle professioni il ruolo sociale ed economico che la delega stessa, all'articolo 2, indica come obiettivo primario.
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Marco Nessi
- Dottore Commercialista e Revisore LegaleRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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