martedì 29/07/2025 • 06:00
La preclusione all'utilizzo in giudizio dei documenti fiscali non trasmessi dal contribuente su richiesta dell'amministrazione è legittima solo se applicata in modo restrittivo. Sono esclusi dal divieto gli atti dal contenuto non univocamente favorevole al contribuente o già in possesso del Fisco (Corte Cost. 28 luglio 2025 n. 137).
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La Corte Costituzionale, con sentenza 28 luglio 2025 n. 137, si è pronunciata sulla questione di legittimità costituzionale dell'art. 32 c. 4 e 5 DPR 600/73, riguardante la non utilizzabilità dei documenti non esibiti dal contribuente su richiesta dell'Agenzia delle Entrate in fase di accertamento. La pronuncia, attesissima dagli operatori tributari, ridefinisce il perimetro della collaborazione tra contribuente e Fisco, chiarendo i limiti della preclusione probatoria e valorizzando il principio di dialogo anticipato, alla luce dei principi costituzionali e delle garanzie del giusto processo.
La vicenda trae origine da un procedimento dinnanzi alla Corte di giustizia tributaria di primo grado di Roma, relativo ad un accertamento per il recupero di una plusvalenza su terreni edificabili. L'Agenzia delle Entrate, in particolare, aveva domandato al contribuente la dimostrazione delle spese incrementative a giustificazione dell'aumento di valore dei terreni, richiesta rimasta inevasa. Successivamente, in giudizio, il contribuente aveva prodotto le fatture a sostegno della propria posizione, ma l'Agenzia ne aveva eccepito l'inutilizzabilità ai sensi dell'art. 32 c. 3 e 4 DPR 600/73, in ragione della mancata esibizione tempestiva delle stesse.
La Corte di giustizia tributaria ha quindi sollevato questione di legittimità costituzionale dei commi citati, ritene...
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