mercoledì 16/07/2025 • 06:00
Dopo il protocollo sottoscritto il 2 luglio 2025 è necessario che le aziende si attrezzino per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori dal rischio di eccessivo calore: esaminiamo il caso di un'azienda particolarmente esposta al problema, in quanto le sue attività sono effettuate all’aperto, in maniera continuativa.
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Il 2 luglio 2025 il Ministero del Lavoro ha sottoscritto un Protocollo di intesa con le parti sociali che ha l’obiettivo di fornire un quadro di indirizzo per gestire l’”emergenza caldo” nei luoghi di lavoro, utile per individuare alcune linee guida che aiutino a mitigare i rischi lavorativi connessi a condizioni climatiche estreme. L’intesa prevede, tra l’altro, criteri di premialità e il possibile ricorso agli ammortizzatori sociali.
Il Protocollo segue a stretto giro le "linee guida" emanate dalla Conferenza Stato-Regioni il 19 giugno scorso e alcuni specifici interventi di alcune regioni italiane che sono arrivate ad emanare ordinanze che vietano completamente di svolgere attività lavorativa nelle ore più calde, per alcuni settori particolarmente a rischio termico, quali, ad esempio, edilizia ed agricoltura.
Che ben vengano tali disposizioni, molto utili soprattutto per sollevare il tema.
Palla alle aziende
Non c’è dubbio però che i “veri” provvedimenti devono essere decisi dove esiste la questione, e quindi nelle singole aziende e nei singoli luoghi di lavoro, con la doverosa premessa che spetta ai datori di lavoro, per legge, assicurare la sicurezza dei propri lavoratori.
In questo senso, un’analisi di dettaglio su un’attività particolarmente a rischio perché non oc...
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Luca Furfaro
- Consulente del lavoro - Studio Furfaro e Founder FL&AssociatiRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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