Dimissioni per fatti concludenti: la norma non è retroattiva

Con sentenza del 5 giugno 2025 n. 87, il Tribunale di Trento ha fornito una prima interpretazione delle previsioni introdotte dall'art. 19 del cd. Collegato Lavoro 2024 (L. 203/2024), con l'inserimento del comma 7-bis all'art. 26 del D.Lgs. 151/2015. La norma consente di qualificare come “dimissioni per fatti concludenti ” l'assenza ingiustificata del lavoratore protratta oltre il termine previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato al rapporto di lavoro o, in mancanza di previsione contrattuale, superiore a 15 giorni.

Per far valere tale assenza, il datore di lavoro ne dà comunicazione alla sede territoriale dell'Ispettorato nazionale del lavoro, che può verificare la veridicità della comunicazione medesima.

Il lavoratore può - a sua discolpa - dimostrare l'impossibilità, per causa di forza maggiore o per fatto imputabile al datore di lavoro, di comunicare i motivi che giustificano la sua assenza.

La norma è entrata in vigore il 12 gennaio 2025 e la pronuncia del Tribunale di Trento in esame affronta una casistica relativa all'operatività delle nuove previsioni in un'ipotesi in cui il computo dei giorni di assenza dal lavoro raggiunge il termine previsto dal CCN...