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sabato 13/05/2023 • 06:00

Fisco Norma di comportamento

Crediti di imposta inesistenti e non spettanti: l’analisi dell’AIDC

L’AIDC ha pubblicato importanti indicazioni per aiutare gli operatori economici nella distinzione tra crediti inesistenti e non spettanti. Secondo l’Associazione, diversi spunti provengono dai casi di accesso al riversamento del credito ricerca e sviluppo.

di Francesca Moretti - Avvocato e Dottore di Ricerca

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  • Tempo di lettura 7 min.
  • Ascolta la news 5:03

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L'Associazione Italiana dei Dottori commercialisti (“AIDC”) ha pubblicato la norma di comportamento n. 219, la quale si apprezza per l'indubbio ausilio che le considerazioni sul binomio cd. “crediti inesistenti e non spettanti” rappresentano.

La distinzione appena ricordata costituisce una problematica segnatamente nell'ambito degli accertamenti dell'Agenzia delle entrate nell'ambito del credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo (art. 3 del DL n. 145/2013), rispetto alle quali l'AE commina tout court la sanzione per il credito inesistente (art. 13, comma 5 del D. Lgs n. 471/1997, dal 100% al 200% del credito). Tutto ciò avviene senza alcuna valutazione del tipo di errore che ha dato luogo all'accertamento, se cioè si tratti di una carenza totale o parziale del presupposto costitutivo (comminandosi la sanzione per l'indebita compensazione di crediti inesistenti di cui all'art. 13, comma 5, del D. Lgs. n. 471/1997, sopra ricordata), ovvero della carenza dei requisiti oggettivi per beneficiare dell'agevolazione (sanzionata con l'indebita compensazione di un credito non spettante ex art. 13, comma 4 del D. Lgs. n. 471/1997: 30% dell'ammontare del credito), con la conse

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