martedì 21/02/2023 • 06:00
Stop alle cessioni dei crediti e allo sconto in fattura derivanti dai bonus edilizi a partire dal 17 febbraio 2023: il DL n. 11/2023 blocca le opzioni per tutelare la tenuta dei conti pubblici gravati da questa onerosa misura.
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Le opzioni sono bloccate per i nuovi lavori avviati dal 17 febbraio 2023 mentre viene disciplinato un rigido regime derogatorio per gli interventi avviati prima del 17 febbraio 2023: infatti, mentre per i lavori già eseguiti rimane tutto confermato, per i lavori in essere alla data del 17 febbraio 2023 è prevista una disciplina derogatoria, a condizione che sussistano specifiche condizioni.
Con lo stesso decreto, inoltre, viene previsto che:
Opzioni “bloccate” e opzioni “aperte”
Non è più consentito l'esercizio delle opzioni per il contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto (sconto in fattura) e per la cessione del credito d'imposta, relativamente agli interventi, avviati dal 17 febbraio 2023, di:
Il blocco delle opzioni è tuttavia accompagnato da una clausola di salvaguardia che consente di continuare a optare per la cessione della detrazione o lo sconto sul corrispettivo con riguardo a tutti gli interventi per i quali, in data anteriore al 17 febbraio 2023, risultano già presentati i titoli edilizi abilitativi.
Regime derogatorio
Per gli interventi che erano già “avviati” alla data del 17 febbraio 2023 le opzioni possono essere esercitate esclusivamente nel rispetto di un rigido regime derogatorio.
Superbonus
In particolare, nelle ipotesi di interventi agevolabili con il Superbonus rimangono, comunque, fruibili le citate opzioni (sconto/cessione) nei seguenti casi:
Altri bonus edilizi
Per le altre tipologie di interventi edilizi, diversi dal Superbonus, il blocco non si applica per gli interventi per i quali in data antecedente al 17 febbraio 2023:
Sono ulteriormente abrogate le norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti fiscali relativi a spese per interventi di:
La via d'uscita al blocco delle opzioni
Fatta eccezione per le dette e specifiche deroghe, non sarà più possibile per i soggetti che effettuano le spese ai fini del Superbonus optare per lo sconto in fattura, né per la cessione del credito d'imposta: opzioni che furono introdotte nel 2020 con l'art. 121 DL 34/2020 (Decreto Rilancio).
Ne deriva che non saranno più consentiti a decorrere dal 17 febbraio 2023 né lo sconto in fattura, né la cessione del credito per i lavori agevolati dal superbonus e dagli altri bonus edilizi “avviati” da tale data. Per siffatti interventi sarà, pertanto, utilizzabile esclusivamente la detrazione direttamente nella dichiarazione dei redditi del contribuente.
Blocco all'acquisto dei crediti da parte delle Regioni
Si introduce il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d'imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento. Il decreto in commento blocca, così, sul nascere le iniziative intraprese da alcune Regioni (Sardegna, Piemonte, Provincia di Treviso e Basilicata) per soccorrere imprese e professionisti che, dopo aver praticato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale, non sono in grado di veicolarlo.
Vertice con associazioni di categoria, ABI e SACE
Il Governo si rende disponibile a consentire lo smaltimento dei crediti edilizi in compensazione tramite il modello F24: la soluzione recepita dall'Esecutivo origina dal vertice tenuto ieri, lunedì 20 febbraio, con le associazioni di categoria coinvolte nel blocco della cessione dei bonus, e con ABI (banche), CDP e SACE (garanzie sui crediti). Pur rimanendo fermo sulle proprie posizioni in merito allo stop al mercato dei bonus fiscali, ritenuti dal Governo responsabili di alimentare il deficit e mettere a rischio i conti pubblici, l'Esecutivo cercherà una soluzione ponte per dare una risposta immediata al mondo produttivo italiano che con il DL 11/2023 ha subìto una doccia fredda per i soggetti convolti a vario titolo in lavori edilizi.
Il mondo ANCE (la presidente dei costruttori edili Federica Brancaccio) plaude e dimostra soddisfazione per l'apertura trovata e la grande consapevolezza da parte del Governo che vanno sbloccati i crediti pregressi.
Il Governo intende prendere rapidamente le idonee misure valutando anche altre ipotesi: una di queste, prevedrebbe la possibilità di consentire eventualmente lo sconto in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti. È stato accennato nel corso del vertice all'eventuale disponibilità di Cassa Depositi e Prestiti e ANCE ha anche chiesto “un'apertura da parte delle partecipate a comprare i crediti pregressi”.
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