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mercoledì 03/08/2022 • 06:00

Fisco Codice del Terzo Settore

ETS, pubblicate le linee guida per la raccolta fondi

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero del lavoro di adozione delle linee guida per la raccolta di fondi da parte degli ETS. Diventano così definitive le regole richieste dal legislatore del Codice del terzo settore per disciplinare questa fondamentale attività nelle sue diverse modalità di raccolta.

di Fioranna Negri - Dottore commercialista e revisore legale - BDO Italia s.p.a.

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  • Tempo di lettura 8 min.
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Attività di raccolta fondi

L'istituto della raccolta fondi è uno strumento che ha il fine di garantire la sostenibilità delle attività di interesse generale che l'ETS si prefigge e dell'organizzazione con cui le persegue. La definizione formale dell'attività di raccolta fondi, pur essendo una modalità da sempre molto diffusa nell'ambito degli enti non-profit, è stata introdotta solo nel 2017, dall'art. 7 Codice del Terzo settore (“CTS”).  Il legislatore fiscale ne aveva riconosciuto l'esistenza nell'ambito del DPR 917/86, all'art. 143 c. 3 lett. a), esentando le entrate, derivanti da tale attività, dalla formazione del reddito degli enti non commerciali, con l'obbligo, previsto dall'art. 20 DPR 600/73 della redazione di un apposito e separato rendiconto dal quale far risultare, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese  relative  a  ciascuna delle attività di raccolta fondi organizzata, accompagnato da una relazione illustrativa. Il CTS, al citato art. 7, ne dà una definizione specifica, individuando la raccolta fondi come “il complesso delle attività e delle iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva”. L'articolo stabilisce che gli ETS possono realizzare tale attività anche in forma organizzata e continuativa, anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o l'erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti tra i sostenitori e il pubblico. Il CTS, in considerazione della rilevanza di tale tematica, si è preoccupato di delinearne i contenuti e le regole da seguire, sanciti con l'emanazione delle Linee guida adottate con Decreto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e appena pubblicate sulla G.U. del 22 luglio 2022 n. 170, in ossequio a quanto previsto dall'art. 7 c. 2 CTS. La finalità di tali regole è quella di imporre una rendicontazione completa e trasparente non solo delle somme raccolte, ma anche e soprattutto delle modalità con cui tali somme sono state spese.

Caratteristiche dell'attività di raccolta fondi

Il CTS ha stabilito che l'attività di raccolta fondi può essere condotta da tutti gli ETS, ossia da tutti gli enti iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (“RUNTS”), svincolandoli, di fatto, dal limite fiscale di “ente non commerciale”, per prevedere un vincolo di destinazione rappresentato dal fatto che le somme raccolte possono essere utilizzate esclusivamente per sostenere finanziariamente le attività di interesse generale di cui all'art. 6 CTS. Sul punto il Decreto del Ministero sottolinea l'importanza di rendere edotto l'erogante sulle finalità della raccolta esplicitando il progetto specifico che l'ETS intende sostenere, che deve rientrare tre le attività di interesse generale dell'ente. Da tale precisazione si intuisce che le spese per l'organizzazione dell'attività non possono superare le somme raccolte, perché la loro destinazione non sarebbe conforme alle disposizioni normative, salvo giustificarne i motivi nel rendiconto.

Rendicontazione della raccolta fondi

La rendicontazione è un obbligo informativo stabilito dalla norma fra l'ETS e l'erogante, la cui redazione deve ispirarsi ai principi di verità, correttezza, trasparenza e di accountability, così come richiesto dal CCI (art. 87 c. 6 CTS). 

Da parte sua il CCI getta le basi del processo di rendicontazione e di pubblicità che gli enti devono seguire, e in particolare:

  • l'art. 87 CTS stabilisce che gli ETS non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono inserire all'interno del bilancio un rendiconto specifico redatto ai sensi del comma 3 dell'art.  48, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione;
  • l'art. 48 c. 3 CTS stabilisce che «i rendiconti delle raccolte fondi svolte nell'esercizio precedente devono essere depositati entro il 30 giugno di ogni anno»;
  • l'art. 48 c. 4 CTS, aggiunge che “in caso di mancato o incompleto deposito nel rispetto dei termini previsti, l'ufficio del registro diffida l'ente del Terzo settore ad adempiere all'obbligo suddetto, assegnando un termine non superiore a giorni, decorsi inutilmente i quali l'ente è cancellato dal Registro.” 

Le Linee guida emanate dal Ministero hanno proprio la finalità di orientare questa attività coerentemente con i principi cardine sopra richiamati a tutela dei donatori e dei beneficiari.  In particolare, il principio della trasparenza ha l'obiettivo rendere conto dell'operato complessivo dell'ETS anche mediante la diffusione delle informazioni e l'accessibilità della documentazione predisposta per la raccolta fondi. Nello specifico il Decreto richiede che l'ETS debba rendere pubblici, oltre ai dati che identificano il suo legale rappresentante, l'indicazione degli uffici e/o di almeno una persona di riferimento da contattare per ottenere informazioni sulla raccolta, anche: 

- l'indicazione della durata delle raccolte e del loro ambito territoriale e qualora tecnicamente possibile, dell'ammontare progressivo dei proventi raccolti; 

- le categorie di beneficiari, gli enti privati o le attività di interesse generale dell'ETS ai quali saranno destinati i proventi ottenuti; 

- qualora la raccolta sia effettuata per realizzare progetti specifici, l'indicazione:

  • dell'obiettivo dei fondi da raccogliere;
  • della destinazione delle risorse raccolte, qualora il progetto enunciato non possa essere realizzato; 
  • della destinazione delle eccedenze, qualora fosse superato l'obbiettivo del progetto; 
  • dei tempi previsti per la realizzazione del progetto;     
  • delle modalità con cui eseguire la donazione e di eventuali benefici fiscali di cui il donatore può fruire.

Con la pubblicazione dei rendiconti si consente alla amministrazione finanziaria di effettuare i controlli ad essa attribuiti dalla norma sul rispetto della disciplina e sul possesso dei requisiti necessari per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali.  Il Decreto ha allegato uno standard di rendiconto a cui gli ETS possono fare riferimento per la redazione delle proprie raccolte fondi.

Tecniche di raccolta fondi Il Decreto riporta poi un “quadro di massima, non esaustivo né cogente, sulle diverse tecniche attraverso le quali procedere alla raccolta fondi”, fra cui le principali risultano essere: 

- direct mail: ossia qualsiasi tipo di diffusione per via postale, tra cui lettere personalizzate, materiali promozionali, questionari, messaggi non indirizzati o non personalizzati, consegnati nelle portinerie o inseriti nelle cassette postali; 

- telefono (telemarketing): è una modalità di raccolta attraverso l'uso del telefono che può svolgersi:

  • con modalità “inbound”, cioè ricevendo le chiamate presso l'ente o presso l'eventuale call center che opera per conto dello stesso;
  • con modalità “outbound”, che consiste nell'effettuazione di telefonate da parte dell'organizzazione o del call center a donatori, soci, simpatizzanti i cui nominativi sono presenti nella banca dati dell'ente; 

- face -to-face: è una tecnica di raccolta fondi utilizzata per acquisire donatori che donano tramite domiciliazione bancaria/postale o carta di credito, si può praticare per strada, in centri commerciali, aeroporti, stazioni, porta a porta, ecc.; 

- direct response television (DRTV): è una tecnica di raccolta fondi simile al face-to-face, con la stessa finalità e consiste in una pubblicità televisiva che sollecita il pubblico televisivo a rispondere direttamente all'appello dell'ETS, di solito chiamando un numero di telefono o visitando un sito web;

- eventi sportivi, culturali, ricreativi o di altro genere e eventi di piazza: si tratta di raccolte pubbliche occasionali in cui l'organizzazione raccoglie fondi prevalentemente mediante l'offerta di beni di modico valore; 

- merchandising:  consiste nella cessione di beni di modico valore (gadget o altri prodotti, anche alimentari, talvolta ricevuti in dono) contraddistinti dal marchio dell'ETS apposto sul bene con cui l'ETS veicola anche un messaggio associato all'attività di interesse generale: una maglietta, una tazza,  un cappellino, un portachiavi; le vendite possono avvenire on-line o in punti vendita fisici organizzati all'interno delle sedi dell'ETS o in altri spazi fisici in uso all'ETS o a terzi; in questo caso occorrerà, per esempio, indicare la provenienza del bene oggetto di vendita, riportando, se del caso, che i beni o i prodotti sono stati donati da terzi produttori/distributori; 

- attività di sostegno a distanza: si tratta della raccolta di una definita somma di denaro a favore di un ETS affinché la impieghi per la realizzazione di progetti o programmi di cooperazione e solidarietà, internazionale o nazionale; 

- form su siti web degli ETS sono pagine predisposte per la donazione su piattaforme esterne all'ETS (crowdfunding, personal fundraising).

Tutte le tecniche di raccolta fondi, indipendentemente dunque dalle modalità utilizzate, dovranno sempre e tassativamente essere svolte nel rispetto dei citati principi di trasparenza, verità e correttezza.  

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