lunedì 04/07/2022 • 16:32
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 1° luglio 2022 il Decreto 29 aprile 2022 della Presidenza del Consiglio dei Ministri che definisce i parametri per il conseguimento della certificazione della parità di genere nelle imprese, in conformità alla prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022.
Ascolta la news 5:03
Il documento denominato “Prassi di Riferimento UNI/PdR 125:2022” rilasciato dall'ente per la normazione UNI a seguito di un tavolo tecnico con i ministeri competenti, contiene i criteri, i parametri e le indicazioni tecniche funzionali al conseguimento della certificazione di genere. Il principio della parità di genere nel lavoro è un obiettivo inserito nel PNRR italiano ed è previsto un apposito piano di attuazione (art 47 DL 77/2021) allo scopo di fornire incentivi e per aiutare le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre le diseguaglianze esistenti. La Prassi di riferimento prevede che il sistema si applichi a partire dalle realtà con un numero di dipendenti compreso tra 1 e 9, fino alle multinazionali.
Il meccanismo si basa su specifici KPI (Key Performance Indicator - indicatori chiave di prestazione) e sono individuate 6 aree di valutazione per le differenti variabili:
È previsto un monitoraggio annuale e una verifica biennale. Ciò consentirà alle stesse imprese di avere accesso agli appalti pubblici e ottenere particolari agevolazioni.
In particolare, le misure agevolative consistono in:
Ai fini del coinvolgimento delle RSA e delle consigliere e dei consiglieri territoriali e regionali di parità e per consentire loro di effettuare il controllo e la verifica dei requisiti, i datori di lavoro devono fornire annualmente un'informativa sul grado di adeguamento ad UNI/PdR 125:2022. Le eventuali anomalie o criticità rilevate, potranno essere segnalate all'organismo di valutazione della conformità che ha rilasciato la certificazione di parità di genere, previa assegnazione all'impresa di un termine non superiore a 120 per sanare le irregolarità.
Con DM 29 marzo 2022 sono state definite le modalità di redazione del rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile nelle aziende pubbliche e private con un organico di oltre 50 dipendenti.
L'obbligo di comunicazione
Nel contesto sin qui delineato si inserisce l'art. 46-bis D.Lgs. 198/2006, introdotto dalla Legge 162/2021, che istituisce la nuova certificazione di parità di genere. Con tale norma, il legislatore ha voluto attuare quanto contenuto nella missione 5 del PNRR, introducendo uno strumento che consente di accedere ad un sistema di premialità ai datori di lavoro che pongono in essere iniziative volte a ridurre il divario di genere.
La disposizione citata disciplina il rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile e prevede l'obbligo di redazione dal rapporto per le aziende che occupano oltre 50 dipendenti (in precedenza il riferimento era a 100 dipendenti), sia in relazione al complesso delle unità produttive e delle dipendenze, sia in riferimento a ciascuna unità produttiva. Le aziende sotto i 50 dipendenti possono compilare il rapporto su base volontaria.
Oggetto del rapporto è la situazione del personale maschile e femminile in relazione ai seguenti dati:
I dati forniti non devono riportare l'identità del lavoratore né consentirne l'identificazione ma andrà specificato solo il sesso.
Modalità e termini di comunicazione
Le aziende redigono il rapporto esclusivamente in modalità telematica, utilizzando l'apposito portale del Ministero del Lavoro e indicando le informazioni contenute nell'allegato A del Decreto.
Per accedere all'applicativo, le aziende utilizzano esclusivamente il Sistema Pubblico di Identità Digitale - SPID o la Carta di Identità Elettronica (CIE) del legale rappresentante o di altro soggetto abilitato, ovvero altri sistemi di autenticazione previsti dal Ministero del Lavoro.
La trasmissione va effettuata entro:
La procedura informatica rilascia una ricevuta attestante la corretta redazione del rapporto, in assenza di errori o di incongruenze. Una copia del rapporto, unitamente alla ricevuta, deve essere trasmessa dal datore di lavoro anche alle rappresentanze sindacali aziendali.
Successivamente alla trasmissione, la consigliera e il consigliere regionale di parità, che accedono ai dati contenuti nei rapporti trasmessi dalle aziende aventi sede legale nel territorio di competenza, elaborano i relativi risultati trasmettendoli alle sedi territoriali dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, alla consigliera o al consigliere nazionale di parità, al Ministero del Lavoro, al Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, all'Istituto nazionale di statistica e al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.
Una copia del rapporto deve essere resa disponibile al lavoratore che ne faccia richiesta per usufruire della tutela giudiziaria prevista dal D.Lgs. 198/2006.
Il Ministero del Lavoro pubblica sul proprio sito web istituzionale, in un'apposita sezione, l'elenco delle aziende che hanno trasmesso il rapporto e l'elenco di quelle che non lo hanno trasmesso.
Profili sanzionatori
Nell'ipotesi di mancata trasmissione del rapporto nei termini prescritti, la Direzione Regionale del lavoro, previa segnalazione della consigliera e del consigliere di parità, invita l'azienda a provvedere entro 60 giorni. In caso di inottemperanza si applica la sanzione amministrativa da € 516,46 a € 2.582,28 (art. 11 DPR 520/1955).
L'inottemperanza protrattasi per oltre 12 mesi può causare all'azienda la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti.
All'Ispettorato Nazionale del Lavoro compete la verifica dei rapporti e nel caso di rapporto mendace o incompleto si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da € 1.000 a € 5.000.
Fonte: DM 29 aprile 2022 (GU 1° luglio 2022 n. 152)
© Copyright - Tutti i diritti riservati - Giuffrè Francis Lefebvre S.p.A.
Vedi anche
La conversione in legge del Decreto PNRR2 introduce, oltre ad importanti novità in materia fiscale, disposizioni per il rafforzamento della parità di genere nella Pubbli..
Approfondisci con
Le pari opportunità sono un principio giuridico finalizzato alla rimozione di ogni tipo di ostacolo (di genere, religione, convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico..
Paolo Patrizio
- Avvocato - Professore - Università internazionale della Pace delle Nazioni UniteRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
Per continuare a vederlo e consultare altri contenuti esclusivi abbonati a QuotidianoPiù,
la soluzione digitale dove trovare ogni giorno notizie, video e podcast su fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti e mondo digitale.
Abbonati o
contatta il tuo
agente di fiducia.
Se invece sei già abbonato, effettua il login.