Al centro del Festival del Lavoro 2022 in programma a Bologna dal 23 al 25 giugno le transizioni nel mondo del lavoro, dell’economia e della società. Superata la fase pandemica più critica i consulenti del lavoro sono stati protagonisti nell’accompagnare aziende e lavoratori nella trasformazione digitale.
Presidente Calderone, quali interventi legislativi sono auspicabili per gestire gli impatti della trasformazione digitale sui nuovi modelli organizzativi e garantire la massima tutela dei lavoratori?
Lo smart working è stata forse la principale eredità che la pandemia ha lasciato al lavoro. Dopo due anni di lavoro emergenziale, nel 2022 è entrato pienamente a regime. Il ritorno in presenza di molti lavoratori che avevano sofferto il lavoro da casa, la scelta verso una soluzione ibrida, fatta di alternanza tra lavoro in presenza e da casa, lo sforzo incredibile delle aziende nel gestire la transizione verso il nuovo modello organizzativo, ne ha favorito il consolidamento ed anche una migliore gestione, sia da parte datoriale che dei lavoratori.
Ora che siamo in una fase nuova è però necessario adeguare anche il sistema normativo alla novità di un lavoro che non è più incardinabile nelle tradizionali categorie con cui siamo abituati a leggere i processi lavorativi. La crescita di autonomia e responsabilità che lo smart working comporta, l’orientamento ai risultati, richiede anche strumenti regolativi nuovi, che tengano conto delle garanzie connesse al lavoro dipendente, ma al tempo stesso della flessibilità gestionale e organizzativa che lo smart working introduce.
La transizione digitale può esser un’opportunità per i consulenti del lavoro: quali competenze un CDL digitale deve sviluppare per essere sempre più competitivo sul mercato? Come riorganizzare lo studio professionale in un’ottica di innovazione?
L’emergenza è stata una grande occasione per avvicinare tanti professionisti ad una dimensione, quella dell’innovazione tecnologica, che molti faticavano ad abbracciare. Il progresso delle competenze, unitamente ai positivi vantaggi derivanti dall’esperienza fatta sono stati uno stimolo importante per maturare nuovi progetti di investimento tecnologico, finalizzati ad accrescere la qualità dei servizi resi, di cui ormai la tecnologia rappresenta una componente strutturale imprescindibile e la comunicazione a fini promozionali, ancora poco diffusa tra gli iscritti.
La sfida tecnologica comporta tuttavia anche dei rischi, che occorre avere ben presenti. All’utilizzo crescente delle applicazioni nell’erogazione della prestazione di lavoro aumenta la necessità di acquisire competenze specialistiche in ambito digitale che consentano l’utilizzo di tali tecnologie in modo coerente con le esigenze di tutela di cittadini e consumatori finali, a partire dall’utilizzo dei dati. In quest’ottica, la sfida che i consulenti hanno davanti, così come tutti i professionisti, è di aggiornare i contenuti della formazione al fine di garantire l’acquisizione di competenze elevate nell’ambito dell’uso di tecnologie dell’informazione e digitale.
Il PNNR pone grande attenzione ai temi del green e della sostenibilità. Quale sarà il ruolo del consulente del lavoro nell’affiancare le imprese nell’affrontare la nuova sfida della transizione ecologica?
La professione già svolge, ma lo farà sempre più, una funzione centrale nell’accompagnare le imprese. Le supporterà nell’individuazione dei nuovi profili necessari per favorire il cambiamento, ma anche nella progettazione delle attività formative che inevitabilmente le imprese dovranno mettere in campo per adeguare le competenze dei lavoratori alle esigenze del mercato. Ma non è trascurabile anche il ruolo che i consulenti svolgono nell’indirizzare aziende e imprenditori verso tutti quegli strumenti di finanziamento (Fondo Nuove Competenze, bandi legati all’attuazione del PNRR) che saranno numerosi nei prossimi mesi.
Alle spalle l’emergenza sanitaria, quali sono le proposte per la rinascita del paese e sostenere la ripresa della crescita di aziende e lavoratori?
La stagione che stiamo vivendo pone molte sfide in termini economici, per questo è prioritario evitarne le ricadute sociali, sostenendo il lavoro. Il tema del costo, soprattutto per le imprese che si trovano in situazione di maggiore difficoltà, è inaggirabile, per garantire la tenuta dei redditi dei lavoratori da un lato ed evitarne l’erosione del potere d’acquisto e la sostenibilità delle attività imprenditoriali. Ma anche supportare le politiche con quei servizi che, dall’orientamento, alla formazione, all’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, favoriscono un migliore funzionamento del mercato, è decisivo.