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mercoledì 15/06/2022 • 06:15

Finanziamenti Le linee guida

Terzo settore: come gestire la raccolta fondi

La Cabina di regia del Terzo settore ha approvato le linee guida per la raccolta di fondi da parte degli enti del Terzo settore. II provvedimento è richiesto dal Codice del Terzo settore per disciplinare tale attività nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza.    

di Fioranna Negri - Dottore commercialista e revisore legale - BDO Italia s.p.a.

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  • Tempo di lettura 7 min.
  • Ascolta la news 5:03

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L'attività di raccolta fondi è fondamentale per gli enti del Terzo settore (“ETS”) poiché consente di ottenere le risorse finanziarie necessarie per sviluppare le attività di interesse generale che l'ente si è prefissato. Come è ben noto l'ETS non ha scopo di lucro e quindi le sue strategie di sviluppo non sono sostenute con la realizzazione di “flussi di cassa”, così come comunemente intesi nelle società di capitali (EBITDA), ma con la raccolta di risorse finanziarie ottenute, in misura prevalente, attraverso donazioni, contributi, oltre che, naturalmente con la richiesta di accreditamento al contributo del 5 per mille e tramite l'accesso alle risorse finanziarie messe, di volta in volta, a disposizione dallo Stato. 

Il legislatore ha attenzionato in modo specifico questa tematica, sia per la sua importanza, come sopra ricordato, sia per la necessità di rendicontare in modo trasparente e corretto i fondi raccolti e consentire di monitorarne il loro utilizzo. L'impiego di tali risorse, infatti, deve essere esclusivamente al servizio delle attività di interesse generale e non deve mai far sorgere il dubbio di aver permesso la distribuzione di “dividendi” sia diretti che indiretti.  Solo una adeguata procedura di raccolta e di rendicontazione di tali risorse finanziarie consente all'ente di dimostrare il rispetto dei principi di verità, correttezza e trasparenza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico e di salvaguardarsi dal rischio di violare il principio dell'assenza di scopo di lucro.

Che cosa s'intende per raccolta fondi

L'articolo 7 del CTS definisce la raccolta fondi come “il complesso delle attività e delle iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva”. Tale possibilità è esercitabile solo nel rispetto dei principi e delle regole riportate nelle linee guida emanate con Decreto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (in corso di pubblicazione: https://www.lavoro.gov.it/notizie/pagine/firmato-da-ministro-orlando-il-decreto-che-adotta-linee-guida-raccolta-fondi-enti-terzo-settore.aspx/) sentita la Cabina di regia istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri.

Il CTS stabilisce che l'attività di raccolta fondi, perseguita con il solo fine dell'autofinanziamento, può essere svolta, oltre che con le modalità tipiche che prevedono raccolte attraverso eventi occasionali, anche in forma organizzata e continuativa. La raccolta fondi effettuata occasionalmente è considerata un'attività non commerciale, quindi le entrate da esse derivanti, anche nel caso in cui prevedano lo scambio di beni o servizi, non sono imponibili. Il donatore, inoltre, potrà beneficiare di agevolazioni fiscali sotto forma di crediti d'imposta, detrazioni dall'imposta lorda o deduzioni dal reddito.  

Le linee guida e le modalità di raccolta fondi

Le linee guida approvate, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Decreto 13/06/2022, per ora dalla Cabina di regia, e in attesa di essere pubblicate in Gazzetta Ufficiale, consentiranno, quindi, di individuare le regole a cui attenersi per organizzare le raccolte delle risorse finanziarie secondo le diverse modalità tecniche prescelte. Con l'evolversi della tecnologia delle telecomunicazioni la raccolta di fondi ha mutato in maniera significativa i modi con cui, in origine, veniva impostata e, con l'emanazione del Decreto, gli ETS avranno le regole a cui fare riferimento per avviare la ricerca di fondi attraverso le seguenti diverse modalità di sollecitazione:

  • telefoniche con cui ricevere o promuovere donazioni, adesioni, beni o servizi utili ai progetti promossi dall'ente;
  • postali, sia cartacee che elettroniche con l'invio di materiale personalizzato e/o specifico su progetti in corso come, ad esempio, depliant, questionari, messaggi, brochure, etc.;
  • face to face per ottenere bonifici bancari/postali o accrediti regolari su carta di credito attraverso un contatto organizzato con l'impiego di volontari o anche di società terze che raccolgono adesioni in diversi occasioni o luoghi, ossia interloquendo direttamente con le persone in occasione di eventi specifici, gare sportive, fiere e mostre culturali o del tempo libro o anche solo presidiando luoghi di elevata frequenza come supermercati, stazioni di metropolitana, teatri, etc.;
  • messaggi televisivi generalmente indirizzati per supportare specifiche emergenze umanitarie o ambientali;
  • offerta di beni o servizi di modico valore, quali ad esempio fiori o generi alimentari, promossa con postazioni installate nelle piazze o lungo le strade delle città;
  • cessione di beni di modico valore (merchandising), spesso prodotti dagli stessi volontari dell'ETS, contraddistinti dal logo o dal marchio dell'ente che potrebbero includere anche un messaggio volto alla ricerca di volontari che portino avanti l'attività dell'ente.

La rendicontazione

Il legislatore ha però stabilito che ogni raccolta pubblica di fondi deve essere:

  • rendicontata in modo veritiero, trasparente e corretto indicando le entrate e le spese di ciascuna, celebrazione, ricorrenza o campagna promozionale organizzata;
  • accompagnata da una relazione illustrativa che ne spieghi la finalità e quindi l'utilizzo che l'ente intende fare dei fondi raccolti e dell'eventuale presenza di una eccedenza di fondi raccolti rispetto alle necessità degli obiettivi prefissati e quindi dell'impiego che ne è stato fatto.

Questo significa che l'ente deve tenere una contabilità gestionale ad hoc per ogni evento che organizza con il fine di raccogliere fondi dal pubblico, da cui risulti l'importo incassato e le spese sostenute. Tali rendiconti devono essere inseriti nel bilancio di esercizio e, entro il 30 giugno dell'anno successivo, devono essere depositati al Registro unico nazionale del Terzo settore (“RUNTS”).

Il tema della rendicontazione delle entrate non è semplicemente circoscritto a “contare i soldi incassati” alla fine dell'evento, ma piuttosto richiede una particolare attenzione nel disegnare la procedura che disciplini a monte in che modo rilevare le donazioni ricevute. Nel caso di donazioni ricevute tramite bonifico bancario o postale o tramite addebito su carta di credito il rischio di non rilevare correttamente tali entrate è remoto e per lo più si focalizza sulla corretta attribuzione al progetto di riferimento. Maggiore è, invece, il rischio delle donazioni ricevute “brevi manu” nel corso di manifestazioni pubbliche o attraverso banchetti disseminati nelle piazze e nelle strade cittadine. La procedura di queste fattispecie dovrebbe come minimo prevedere l'utilizzo di “un blocchetto”, prenumerato in doppia coppia, su cui il personale dell'ente addetto alla sollecitazione apponga la data, l‘importo ricevuto e i dati identificativi del donatore con la firma dello stesso. Tale procedura è anche a tutela del donatore poiché ottiene un documento idoneo per accedere al beneficio fiscale della deduzione dal reddito o della detrazione dall'imposta, come sopra ricordato.

Con riferimento alla rendicontazione delle spese sostenute è naturalmente necessario fare riferimento alla documentazione raccolta per consentirne la registrazione in contabilità (contratti, lettere di affidamento incarichi, note spese, fatture, bonifici, assegni, estratti conto carte di credito, etc.) 

La contabilizzazione della raccolta fondi

Sotto il profilo contabile le entrate e i costi sostenuti per la raccolta fondi dovranno essere inseriti nel Rendiconto gestionale nelle voci di costo e di ricavo appositamente inserite:

  • “costi e oneri da attività di raccolta fondi”: oneri per raccolte fondi abituali, oneri per raccolte fondi occasionali, altri oneri;
  • “ricavi e proventi da attività di raccolta fondi”: proventi per raccolte fondi abituali, proventi per raccolte fondi occasionali, altri proventi;

La relazione di missione deve poi inserire le entrate e le spese relative per ciascuna attività di raccolta effettuata anche occasionalmente, riportando ulteriori informazioni rispetto a quelle specificamente previste, quando siano ritenute rilevanti per fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione. 

Fonte: Decreto Min. Lav. 13 giugno 2022 raccolta fondi ETS

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