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venerdì 19/12/2025 • 06:00

Fisco MANOVRA 2026

Maxi emendamento: in arrivo la ritenuta d'acconto dell'1% sui pagamenti tra imprese

Dal 2029 verrà introdotta una ritenuta d'acconto dell'1% applicata sulle transazioni tra imprese (B2B), con l'obiettivo di stabilizzare il gettito fiscale e garantire allo Stato un’anticipazione costante della liquidità. Lo prevede un emendamento al DDL Bilancio 2026 che rafforza l'anti-evasione e le banche dati dell’Agenzia delle Entrate.

di Giuseppe Moschella - Dottore commercialista

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  • Tempo di lettura 2 min.
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Un emendamento al DDL Bilancio 2026 introduce la ritenuta d'acconto dell'1% sui pagamenti tra soggetti titolari di partita IVA. Per decenni, il sistema delle ritenute alla fonte è rimasto confinato a perimetri circoscritti: i lavoratori dipendenti, i liberi professionisti e specifiche nicchie come l'edilizia o il condominio. Con la riforma che entrerà a regime nel 2029, lo Stato estende questo principio a ogni scambio commerciale tra imprese, trasformando di fatto ogni acquirente professionale in un "agente del fisco".

L’obiettivo dichiarato non è l'aumento della pressione fiscale nominale, bensì l’erosione di quell'area grigia dove le transazioni, pur fatturate, non generano poi i relativi versamenti d'imposta. In un contesto in cui la digitalizzazione è ormai matura, il legislatore decide di spostare l'attenzione dal "documento" (la fattura elettronica) al "flusso" (il bonifico), intervenendo chirurgicamente sul momento del regolamento finanziario. 

Dall'applicazione della ritenuta d'acconto dell'1% è escluso:

  • chi aderisce al concordato preventivo biennale;
  • chi aderisce all'adempimento collaborativo;
  • chi è in regime forfettario;
  • l'impresa già soggette ad acconto.

La meccanica del prelievo e gli obblighi del sostituto

Il funzionamento del nuovo meccanismo è improntato a una rigidità che lascia poco spazio all'interpretazione. Quando un'impresa "Alfa" salda una fattura all'impresa "Beta", dovrà scorporare l'1% dell'importo imponibile. Tale somma non sarà versata al fornitore, ma trattenuta e convogliata verso l'Erario entro il giorno 16 del mese successivo tramite il modello F24.

Questo processo impone alle aziende un onere gestionale inedito. Ogni ufficio amministrativo dovrà gestire una doppia contabilità: quella del debito verso il fornitore e quella del debito verso lo Stato per le ritenute operate. La criticità operativa risiede nella massa critica di dati: milioni di transazioni mensili che prima erano semplici passaggi di denaro diventeranno ora eventi fiscali rilevanti da monitorare e certificare.

L'impatto sul capitale circolante: il rischio liquidità

Se l'1% può sembrare una cifra trascurabile su una singola fattura, la sua proiezione sull'intero fatturato annuo di un'azienda può risultare destabilizzante. Per molti settori ad alto volume e basso margine — si pensi alla grande distribuzione organizzata, al commercio di carburanti o alla logistica — l'utile netto si attesta spesso tra il 2% e il 4%. In questi scenari, subire una ritenuta dell'1% sull'incasso lordo (non sull'utile) significa vedersi sottrarre immediatamente dal 25% al 50% della liquidità disponibile.

Il problema non è la "perdita" del denaro — che rimane un credito d'imposta recuperabile in sede di dichiarazione dei redditi — ma il tempo di recupero. Il denaro trattenuto nel gennaio 2029 potrà essere utilizzato in compensazione solo nel 2030, creando un "buco" finanziario di oltre dodici mesi che le imprese dovranno coprire ricorrendo al credito bancario, con i relativi costi in termini di interessi.

Strategie di esclusione e incentivi alla compliance

Per mitigare l'impatto e incentivare la fedeltà fiscale, la norma prevede alcuni binari preferenziali. Non tutti saranno soggetti alla ritenuta. Il legislatore sembra voler utilizzare questa misura come "bastone" per chi resta fuori dai nuovi strumenti di concordato e come "carota" per chi accetta un rapporto trasparente con lo Stato.

Le imprese che aderiscono all'adempimento collaborativo o che ottengono rating di legalità e affidabilità fiscale (ISA) elevati potrebbero beneficiare di esenzioni totali, vedendosi accreditato l'intero importo delle fatture. Al momento, i contribuenti minori dovrebbero restare esclusi da questo meccanismo per non vanificare le finalità di semplificazione del regime di appartenenza. Una delle soluzioni allo studio per evitare crisi di liquidità è il potenziamento della compensazione "orizzontale". L'impresa che subisce la ritenuta potrebbe essere autorizzata a usarla immediatamente per pagare contributi INPS o IVA, riducendo i tempi di attesa.

La lotta all'evasione: verso una tracciabilità assoluta

Dal punto di vista della lotta all'evasione, la ritenuta dell'1% avrebbe la dichiarata finalità di migliorare la tracciabilità dei flussi economici tra imprese. Se la fattura elettronica ha eliminato le "cartiere" (aziende che emettono fatture per operazioni inesistenti), la ritenuta punta a colpire le imprese "apri e chiudi" che incassano l'IVA e i ricavi per poi sparire prima di versare le tasse.

Con il nuovo sistema, lo Stato incassa una "caparra" su ogni singola vendita. Se l'impresa fornitrice dovesse rendersi irreperibile, l'Erario avrebbe comunque incassato l'1% del volume d'affari, una quota che copre quantomeno una parte del gettito atteso. È una forma di assicurazione collettiva che lo Stato stipula sul fatturato nazionale.

Osservazioni

L'orizzonte del 2029 non è lontano come sembra. Per le imprese, questo lasso di tempo dovrà servire a una profonda ristrutturazione dei processi finanziari. La tesoreria aziendale non potrà più essere gestita con approssimazione: ogni previsione di incasso dovrà essere decurtata della ritenuta, e ogni piano di pagamento dovrà includere la quota da versare allo Stato.

In definitiva, la ritenuta dell'1% segna il passaggio da un fisco "ex post", che controlla e sanziona dopo anni, a un fisco "real-time", che partecipa attivamente a ogni transazione economica. Il successo di questa scommessa dipenderà dalla capacità della macchina pubblica di non soffocare le imprese sane con eccessi burocratici, garantendo che quel credito dell'1% sia fluido e facilmente spendibile, e non l'ennesimo credito incagliato nelle secche della burocrazia.

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