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giovedì 18/12/2025 • 06:00

Fisco MANOVRA 2026

Maxi emendamento DDL Bilancio: iper-ammortamento esteso fino a settembre 2028

Con la riformulazione dell'art. 94 DDL Bilancio 2026 viene esteso l'orizzonte temporale dell'iper-ammortamento fino al 30 settembre 2028 e vengono aggiornati gli Allegati A e B alla L. 232/2016, includendo tecnologie di frontiera come l'Intelligenza Artificiale generativa. Soppresso il sistema di premialità legato al risparmio energetico tipico del Piano Transizione 5.0.

di Amedeo Mellaro - Dottore commercialista e revisore legale in Roma

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L'evoluzione dell'iper-ammortamento: verso una nuova "Transizione"

Il DDL Bilancio 2026 subisce una profonda riscrittura tecnica che ridefinisce le regole del gioco per le imprese che intendono investire in digitalizzazione. L'intervento nasce dalla convergenza di due emendamenti: uno sulla struttura finanziaria e temporale dell'agevolazione e l'altro sull'aggiornamento tecnologico dei beni agevolabili.

Se da un lato l'estensione della finestra temporale offre alle imprese una capacità di programmazione finora sconosciuta, dall'altro la semplificazione normativa ha comportato il sacrificio degli obiettivi di efficientamento energetico che erano stati il pilastro della Transizione 5.0.

Una delle novità più accolte con favore riguarda la durata dell'incentivo. Il testo originario prevedeva una finestra limitata al solo anno 2026. La nuova formulazione estende invece il beneficio agli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2026 fino al 30 settembre 2028.

La scadenza del 30 settembre 2028 è perentoria per l'effettuazione dell'investimento. Questo arco temporale quasi triennale permette alle aziende di uscire dalla logica dell'incentivo "spot" per abbracciare piani di sviluppo industriale di medio periodo.

Il Governo ha optato per una semplificazione delle aliquote di maggiorazione, ora unificate e incorporate direttamente nel comma 1 dell'articolo 94. Gli scaglioni sono così definiti:

  • 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 100% per la quota di investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro;
  • 50% per la quota tra 10 e 20 milioni di euro.

Il punto di rottura rispetto al recente passato è la soppressione della premialità energetica. Nel testo originario, le imprese potevano ambire ad aliquote superiori (fino al 220%) qualora l'investimento avesse garantito un risparmio energetico certificato. Con la cancellazione dei commi 4, 5 e 6, spariscono non solo i super-incentivi "green", ma anche le semplificazioni presuntive che permettevano di considerare automaticamente conseguito il risparmio in caso di sostituzione di macchinari obsoleti o installazione di particolari impianti fotovoltaici.

Il "Made in EU" e le restrizioni sul Green

Una novità rilevante è l'introduzione di un requisito di origine geografica: la maggiorazione spetta solo per beni prodotti in Stati membri dell'Unione Europea o nello Spazio Economico Europeo. Questa scelta, volta a favorire l'autonomia strategica europea e il reshoring, potrebbe tuttavia limitare le opzioni di fornitura e aumentare i costi per le imprese italiane.

Coerentemente con questo approccio, cambiano anche le regole per il fotovoltaico. Restano agevolabili solo i pannelli di "fascia alta" (tipo b e c), ovvero tecnologie a eterogiunzione o tandem con alta efficienza, tipicamente prodotte in Europa. Vengono invece esclusi i pannelli di tipo (a), seppur performanti, limitando di fatto le opzioni per l'autoproduzione energetica industriale.

L'aggiornamento degli Allegati

L'aspetto più innovativo dell'emendamento parlamentare è l'aggiornamento degli Allegati A e B alla legge 232/2016, fermi da anni rispetto alla velocità dell'evoluzione tecnologica.

Allegato A: Beni Materiali

La revisione della sezione dedicata alla qualità e sostenibilità include ora esplicitamente sistemi per la produzione di energia asservita ai processi, tecnologie di cogenerazione, sistemi di accumulo e motori elettrici ad alta efficienza. Entrano in catalogo anche:

  • Sistemi di Machine Vision avanzata con AI per il controllo qualità.
  • Impianti tecnologici per il trattamento acque e la depolverazione.
  • Dispositivi wearable e soluzioni di Realtà Estesa (AR/VR/MR) per l'assistenza e il training degli operatori.
  • Sistemi di sicurezza attiva per la collaborazione uomo-robot.

Allegato B: Beni Immateriali

È qui che si registra il balzo tecnologico maggiore. Il nuovo catalogo software include:

  • Intelligenza Artificiale avanzata: Machine learning, Deep learning, Large Language Models (LLM) e Generative AI.
  • Digital Twin: Piattaforme di gemello digitale per simulazioni "what-if" e commissioning virtuale.
  • Cybersecurity: Soluzioni di observability e risposta proattiva conformi alla direttiva NIS2.
  • Blockchain e Data Space: Piattaforme per lo scambio dati sovrano e la tracciabilità tramite Digital Product Passport.

Un futuro più semplice ma meno ecologico?

L'iper-ammortamento 2026 si presenta come uno strumento più snello sul piano burocratico: eliminando la necessità di certificare i risparmi energetici, le imprese avranno adempimenti meno complessi. Tuttavia, questo vantaggio procedurale si scontra con il rischio di un rallentamento nel percorso di decarbonizzazione del manifatturiero italiano.

Le imprese che non completeranno i progetti avviati sotto l'ombrello di Transizione 4.0 o 5.0 entro il 31 dicembre 2025 potrebbero trovarsi in difficoltà nel transitare verso il nuovo regime, a causa delle mutate aliquote e del vincolo di produzione europea. La palla passa ora al decreto interministeriale Mimit-Mef, che entro 30 giorni dovrà definire le modalità operative di accesso a questo nuovo, potente ma discusso, incentivo.

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