Sicurezza sociale: il compito dell'attività nei Paesi terzi secondo la CGUE

Nella controversia oggetto della pronuncia della Corte di Giustizia dell'Unione Europea dell'11 dicembre 2025 (causa C-743/23) il ricorrente, residente in Germania, veniva assunto full-time da una società svizzera G. nel periodo compreso tra il 1° dicembre 2015 e il 31 dicembre 2020 . In tale periodo il ricorrente, ogni trimestre, lavorava fisicamente in Svizzera per una media di 10,5 giorni, in Germania in modalità telelavoro per altri 10,5 giorni al trimestre, e i restanti giorni in altri paesi. È rilevante notare che la sua retribuzione mensile rimaneva invariata, indipendentemente dal luogo in cui la prestazione veniva resa.

La questione

Il nodo del contendere sorgeva quando la GKV-Spitzenverband (Associazione Nazionale delle Casse Malattie Pubbliche, ente previdenziale di diritto tedesco) veniva chiamata a determinare la legislazione previdenziale applicabile al rapporto di lavoro, ai sensi del Reg. UE 883/2004. Il GKV-Spitzenverband prendeva in considerazione solo l'orario di lavoro svolto dal ricorrente in Germania e in Svizzera e concludeva che lo stesso avesse svolto il 50% del suo orario di lavoro in Germania, ossia il suo Stato di residenza, soglia che rappresenta una parte sostanzial...