Impatriati: agevolazione anche senza collegamento temporale

Il caso giurisprudenziale

Una contribuente, cittadina turca, aveva svolto quattro anni di studio all'estero conseguendo una laurea di primo livello in informatica. Nel luglio del 2016 aveva fatto ingresso in Italia e durante gli anni 2018-2021 era stata lavoratrice dipendente in Italia presso una società di capitali. Ritenendo di soddisfare tutti i requisiti per godere del regime impatriati second la disciplina vigente ratione temporis (art. 16 D.Lgs. 147/2015), inoltrava istanza di rimborso della maggiore imposta versata in relazione all'anno d'imposta 2020, cui seguiva l'impugnazione del silenzio-rifiuto serbato dall'Agenzia delle Entrate. Quest'ultima, costituendosi in giudizio, supportava il diniego di rimborso su due profili:

• la decadenza della contribuente dal diritto al rimborso - richiamando quanto stabilito con i provvedimenti del Direttore dell'Agenzia delle Entrate (29 luglio 2011, prot. 97156, del 29 marzo 2016, prot. 46244 e del 31 marzo 2017, prot. 64188) – perché la contribuente non aveva formulato alcuna richiesta al proprio datore di lavoro né aveva indicato alcunché nelle dichiarazioni dei redditi, i cui termini di presentazione erano scaduti;
• l'assenza di un collegamento tra il trasferimento in Italia e l'inizio dell'attività lavorativa. Veniva fatto, in particolare, riferimento alla Circ. AE 17...