lunedì 27/10/2025 • 06:00
Comunicazioni a sindacati o ispettorati, rischi di ricorsi giudiziali e di reclami in sede di whistleblowing da parte dei lavoratori: vediamo cosa rischiano, a partire dal 7 giugno 2026, le aziende che non adempiranno agli obblighi della Dir. UE 970/2023 "Pay transparency".
La Direttiva UE 970/2023, cd. Pay transparency, dovrà essere recepita dall'Italia entro il 7 giugno 2026.
Da quel momento in poi, non solo le aziende dovranno monitorare il divario retributivo tra i propri lavoratori e lavoratrici, contenendolo entro il 5%, ma dovranno anche monitorare l'evoluzione dei salari aziendali al fine di garantire il diritto d'accesso a tali dati ai propri dipendenti.
In caso di mancato rispetto di tali obblighi, le aziende si espongono a diversi tipi di rischio.
Da un lato, e a pena di sanzioni di importo rilevante, saranno obbligate a chiamare in causa le parti sociali o le autorità competenti (es. l'Ispettorato Nazionale del Lavoro); dall'altro, potranno subire da parte dei lavoratori i cui diritti sono stati violati reclami sia in sede giurisdizionale che in sede di whistleblowing.
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Gianluca Petricca
- Consulente del lavoro - Managing Partner NexumStp S.p.AMichele Regina
- Consulente del lavoro - NexumstpRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione

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