
giovedì 23/10/2025 • 06:00
L'estensione della neutralità fiscale con il D.Lgs. 192/2024 favorisce l'aggregazione degli studi professionali e la diffusione delle Società tra Professionisti (STP), incrementando l'interesse tra i commercialisti e portando a un raddoppio delle iscrizioni in cinque anni. Anche di questo si parla al Congresso Nazionale CNDCEC 2025.
La società tra professionisti
Ci sono voluti ben tredici anni dalla legge istitutiva della società tra professionisti, la L. 183/2011, per giungere all'estensione del principio di neutralità fiscale per le operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali avvenuta con il D.Lgs. 192/2024, nell'ambito della Legge delega per la riforma tributaria.
È stata così recepita la proposta che il Consiglio Nazionale ha, da sempre, fortemente e tenacemente promosso. La norma sulla neutralità fiscale consente, oggi, ai professionisti di svolgere la propria attività in forma aggregata senza doversi preoccupare che l'apporto o il conferimento dello studio professionale in associazione e società sia considerato dall'Agenzia delle Entrate di natura realizzativa, con conseguente tassazione dei plusvalori latenti relativi, in particolare, del valore, in termini di capacità di produrre reddito, della clientela dello studio.
In questo contesto lo strumento giuridico della società tra professionisti assume un'evidente centralità. Con la codificazione del principio di neutralità fiscale, infatti, l'interesse per le società tra professionisti è destinato a crescere in maniera significativa e con esso la spinta a quei processi aggregativi degli studi professionali che sono uno degli obiettivi cui tendere per rafforzare le professioni sul mercato e, fra queste, in particolare la professione del commercialista.
Nell'ambito della professione del commercialista, a distanza di meno di un anno dall'introduzione della norma si registra, infatti, un clima di forte interesse che coinvolge, in modo particolare, gli studi associati propensi a trasformarsi in StP ma anche gli studi individuali coinvolti in operazioni di M&A.
Certamente, è ancora presto per osservare il fenomeno da un punto di vista statistico. Infatti, i dati ufficiali sulle Stp tra commercialisti sono fermi a fine 2024. A questa data le StP iscritte all'Albo erano 1.961, praticamente raddoppiate rispetto alle 1.004 di cinque anni prima, ma ancora in numero limitato. E', però, più che plausibile ipotizzare che le novità apportate dal D.Lgs. 192/2024 (entrato in vigore il 31.12.2024) costituiranno un potente volano per la diffusione ulteriore delle StP.
Il trend di costante crescita evidenzia una diffusione territoriale maggiormente concentrato nelle regioni settentrionali dove, evidentemente, il mercato e la domanda dei servizi professionali sono più strutturati. Esiste, inoltre, una relazione molto positiva tra aggregazione professionale e performance dei singoli professionisti. Una relazione, peraltro, come è ampiamente dimostrato dalle ricerche condotte dalla Fondazione nazionale dei commercialisti, osservabile a tutte le latitudini, segno evidente che il modello aggregativo è capace di generare maggior valore per i professionisti che l'adottano.
L'indicatore chiave è rappresentato dal c.d. Moltiplicatore del reddito medio aggregato rispetto a quello individuale. Le ricerche Fondazione nazionale dei commercialisti, infatti, dimostrano che chi esercita in uno studio associato o in una StP ha, in media, un reddito pari a più del doppio rispetto a chi esercita in forma individuale.
Al di là delle evidenze statistiche, è chiaro che l'evoluzione del mercato (e della tecnologia) esercita una pressione sempre più forte verso una riorganizzazione degli studi professionali favorendo i modelli aggregativi. Alla base vi sono alcuni fondamenti e, in particolare, i benefici ritraibili dalle economie di scala e la possibilità di offrire servizi diversificati offrendo specializzazioni in grado di soddisfare efficacemente le richieste del mercato nelle diverse e sovente eterogenee aree di svolgimento della professione del commercialista. A ciò si aggiunga che l'avvento dell'intelligenza artificiale, il cui impatto appare sempre più dirompente nell'attività professionale del commercialista, amplifica ancora di più il tema delle economie di scala, per l'importanza crescente della necessità di investire sempre maggiori risorse, in particolare tecnologiche, nell'organizzazione dello studio.
Dati raccolti dai commercialisti
Una serie di dati presentati in anteprima al congresso nazionale dei commercialisti di Genova, raccolti dalla Fondazione nazionale dei commercialisti tramite il questionario dell'Indagine statistica sui dottori commercialisti e gli esperti contabili 2025, mostrano una vera e propria svolta epocale. Per la prima volta, infatti, i commercialisti che operano in forma aggregata superano quelli che operano esclusivamente in forma individuale. Gli stessi dati mostrano una forte crescita delle StP, mentre gli studi associati cominciano a diminuire (ragionevolmente proprio in favore del modello della StP). Anche se, ad una lettura più attenta, i dati mostrano anche una crescita maggiore degli studi condivisi e delle forme di collaborazione di studio. Questa ulteriore evidenza è un chiaro sintomo di difficoltà organizzative. In altre parole, mentre il trend sottostante è chiaramente orientato verso l'aggregazione, di fatto gli ostacoli normativi ancora esistenti (in primis quelli di carattere fiscale, si pensi, in particolare, al disincentivo all'aggregazione che porta con sé l'attuale assetto del regime forfettario per i professionisti che operano individualmente) hanno limitato il fenomeno.
Eppure, l'importanza delle aggregazioni è sempre più evidente. Sempre dai dati della Fondazione nazionale sugli studi professionali si riscontra, infatti, una crescita ormai consolidata della dimensione media degli studi controbilanciata da un forte calo degli studi “monoaddetto”.
In questo contesto, non a caso, nello schema di disegno di legge recante la delega al Governo per la riforma dell'ordinamento della professione del commercialista, recentemente varato dal Consiglio dei Ministri, i principi e i criteri direttivi contengono la previsione di una disciplina organica della professione sia in forma associata sia in forma societaria.
Si tratta, certamente, di un passaggio normativo molto importante, esplicitamente orientato a rafforzare la competitività e la qualità dei servizi professionali e, al tempo stesso, in coerenza con altri principi della stessa delega, di dotare la professione del commercialista di strumenti moderni e al passo con le mutevoli dinamiche del mercato di riferimento.
Un'ultima considerazione va fatta per le reti professionali, che restano un valido modello alternativo all'aggregazione nei termini degli studi associati o delle Stp. Il network professionale, come dimostrano le numerose reti diffuse a livello nazionale e internazionale, permette al professionista individuale di sfruttare soprattutto le c.d. economie di specializzazione con investimenti molto più contenuti in termini organizzativi.
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Lefebvre Giuffrè è presente al Congresso Nazionale CNDCEC, dal 22-24 ottobre a Genova. Ti aspettiamo allo Stand n. 8 per scoprire insieme le nuove soluzioni per i professionisti fiscali. |
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