
martedì 21/10/2025 • 06:00
Un elevato volume di atti di livello 2 può portare a costi di conformità e complessità normativa, richiedendo risorse significative. In consultazione con i co-legislatori dell'UE, la Commissione UE ha informato le tre autorità di vigilanza europee e l'Autorità antiriciclaggio (AMLA) che non adotterà questi atti non essenziali in tema ESG prima del 1° ottobre 2027.
Premessa
La Commissione Europea ha informato le Authority bancaria (Eba), assicurativa (Eiopa) e della gestione del risparmio (Esma) che non procederà all’adozione di una serie di provvedimenti di attuazione di normative già vigenti.
In particolare, tali atti riguardano in parte l’adozione degli standard europei di rendicontazione della sostenibilità per le imprese di Paesi terzi che operano nel mercato unico, previsti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive.
La decisione rientra nel processo di semplificazione normativa, con l’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi e migliorare la competitività del sistema economico europeo. Sono stati infatti individuati oltre cento atti delegati che non sono considerati essenziali per il raggiungimento degli obiettivi strategici dell’UE, tra cui quello relativo agli ESRS per le imprese extra-UE. Sono stati infatti individuati oltre cento atti delegati che non sono considerati essenziali per il raggiungimento degli obiettivi strategici dell’UE, tra cui quello relativo agli ESRS per le imprese extra-UE.
Investimenti sostenibili
L'Unione Europea ha un quadro giuridico completo, in cui molte delle norme sono normative e di attuazione (livello 2) che integrano o specificano i regolamenti e le direttive dell'UE (livello 1). Nell'ultima legislatura, gli atti di livello 1 hanno autorizzato la Commissione ad adottare circa 430 misure di livello 2.
Un elevato volume di atti di livello 2 può portare a costi di conformità e complessità normativa per le parti interessate, richiedendo risorse significative dai co-legislatori per esaminarli. In consultazione con i co-legislatori dell'UE, la Commissione ha informato le tre autorità di vigilanza europee e l'Autorità antiriciclaggio (AMLA) che non adotterà questi atti non essenziali prima del 1° ottobre 2027. Laddove i poteri abbiano scadenze legali, la Commissione proporrà di modificarli o abrogarli durante le prossime revisioni dei pertinenti atti di livello 1.
La de-prioritizzazione da parte della Commissione di alcune misure di livello 2 è un approccio pragmatico che può fornire una semplificazione rapida, in linea con l'unione di risparmio e investimenti obiettivi e l'agenda di semplificazione della Commissione.
Il rinvio dell’entrata in vigore di alcune norme aventi ad oggetto la sostenibilità aziendale si inserisce nel più ampio pacchetto legislativo “Omnibus I”, attualmente in discussione tra Parlamento e Consiglio, che prevede modifiche mirate a diverse normative in materia di sostenibilità e governance aziendale, tra cui la CSRD e la Direttiva sulla due diligence di sostenibilità aziendale.
Gli ESRS per le società di Paesi terzi, previsti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), dovevano entrare in vigore nel 2024 (poi 2026) e ora non vedranno applicazione prima di ottobre 2027.
Nel frattempo, non si arrestano i lavori tecnici sugli standard settoriali e sugli ESRS per le PMI quotate, anche se avranno priorità ridotta rispetto al passato.
Nonostante questi rallentamenti, l’Unione europea continua infatti a ribadire la sua leadership globale nella regolamentazione ESG, pur riconoscendo la necessità di bilanciare gli obiettivi ambientali con la realtà operativa delle imprese e le dinamiche del commercio internazionale.
Altri standard di rendicontazione interessati dalla de-prioritizzazione dell'UE includono l'ESRS settoriale e le norme per le piccole e medie imprese (PMI) quotate.; entrambi erano previsti per il breve termine, è improbabile che vengano introdotti prima del 2027 e potrebbero infine essere integrati nelle più ampie revisioni del pacchetto Omnibus.
In conclusione, se inizialmente l’adozione degli standard per le società extraeuropee era prevista per il 2024 e poi rinviata al 2026, con la nuova decisione la questione subisce un ulteriore slittamento e gli atti non prioritari, tra cui molti atti aventi ad oggetti tematiche ambientali, non saranno adottati prima di ottobre 2027.
A ben vedere tale scelta, per le aziende extra-UE, potrebbe tradursi in un beneficio e un’opportunità per prepararsi con maggiore consapevolezza a un cambiamento che di fatto è solamente rimandato, mentre per gli investitori e gli stakeholder, significa dover attendere ancora qualche anno prima di avere un quadro completo e standardizzato della performance di sostenibilità di tutte le grandi aziende che operano nel mercato unico.
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