lunedì 20/10/2025 • 06:00
Il DDL Bilancio 2026, approvato dal Consiglio dei Ministri del 17 ottobre 2025, abbassa dal 35% al 33% l'aliquota IRPEF per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, fino a 200.000 euro di reddito complessivo. Chi ci guadagna e quanto si risparmia?
IRPEF 2026: aliquota più bassa per il ceto medio
Il Consiglio dei Ministri del 17 ottobre 2025 ha approvato il DDL Bilancio 2026, introducendo una rilevante novità per i contribuenti: l'aliquota IRPEF sullo scaglione di reddito tra 28.000 e 50.000 euro scenderà dal 35% al 33%, ma solo fino a 200.000 euro di reddito.
Questa misura, nelle intenzioni del Governo, mira a ridurre il carico fiscale sul ceto medio, rispondendo a una delle richieste più sentite da lavoratori dipendenti e professionisti. Ma sarà davvero così significativo l'alleggerimento?
Il percorso della riforma fiscale: dagli scaglioni alle aliquote
La riforma della tassazione delle persone fisiche è uno degli obiettivi più ambiziosi del Governo. Già nel 2024, con il D.Lgs. 216/2023, era stato compiuto un primo passo importante: il numero degli scaglioni IRPEF era stato ridotto da quattro a tre, semplificando la struttura dell'imposta. La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha poi confermato questa impostazione, rendendola strutturale.
Tuttavia, per motivi di bilancio, fino a oggi non era stato possibile intervenire ulteriormente sulla curva delle aliquote IRPEF. Con la manovra 2026, invece, grazie a risorse aggiuntive stimate in 2,8 miliardi di euro all'anno, si apre finalmente questa possibilità.
Aliquote IRPEF 2025
Per comprendere la portata della novità, è utile ricordare come funziona oggi la tassazione IRPEF in Italia, così come stabilita dalla Legge di Bilancio 2025:
Oltre alle aliquote, la legge ha previsto un aumento della detrazione per i redditi di lavoro dipendente (escluse le pensioni e alcuni redditi assimilati), portandola da 1.880 a 1.955 euro per chi non supera i 15.000 euro di reddito complessivo.
Nel calcolo del reddito di riferimento per le agevolazioni fiscali vengono considerati anche i redditi soggetti a cedolare secca, quelli soggetti a imposta sostitutiva nell'ambito del regime forfetario, la quota ACE e le mance elargite ai lavoratori del settore privato nelle strutture ricettive e nei pubblici esercizi.
Cosa cambierà dal 2026
La principale novità della Legge di Bilancio 2026 riguarda la riduzione dal 35% al 33% dell'aliquota IRPEF applicata allo scaglione di reddito tra 28.000 e 50.000 euro.
Pertanto, dal periodo d'imposta 2026, le aliquote IRPEF previste saranno:
Attenzione, però: la riduzione dell'aliquota al 33% si applicherà solo ai redditi fino a 200.000 euro. Oltre questa soglia, il vantaggio fiscale verrà “sterilizzato” e il contribuente non godrà dello sconto introdotto dalla nuova aliquota.
Chi ne beneficia davvero?
L'intervento si rivolge principalmente a lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati con redditi medio-alti (ma non altissimi). La platea dei beneficiari è ampia e include milioni di contribuenti che, con la nuova aliquota, si vedranno ridurre l'IRPEF dovuta.
Esempi
La misura è sufficiente? I limiti dell'intervento
Pur trattandosi di una novità positiva per il ceto medio, la riduzione non è così incisiva come potrebbe apparire a prima vista. Il beneficio effettivo si limita a qualche centinaio di euro all'anno, e solo per chi supera certe soglie di reddito. Inoltre, il meccanismo di sterilizzazione per i redditi oltre i 200.000 euro introduce un'ulteriore complessità nel sistema, creando una sorta di “scalino” fiscale che potrebbe creare disparità tra contribuenti con redditi molto vicini a questa soglia.
Cosa aspettarsi: passi successivi e tempi di approvazione
Va ricordato che ci troviamo ancora in presenza di una bozza di Legge: il Disegno di Legge di Bilancio 2026 dovrà affrontare l'iter parlamentare, che potrebbe portare a modifiche anche rilevanti. Solo dopo l'approvazione definitiva e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale le nuove aliquote entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026.
Detrazione per lavoro dipendente confermata
La manovra 2026 non interviene sulle detrazioni per redditi da lavoro dipendente, che restano quelle già stabilite dalla Legge di Bilancio 2025, così come il meccanismo di calcolo del reddito di riferimento per le agevolazioni fiscali.
Verso una riforma strutturale dell'IRPEF?
Il taglio dell'aliquota al 33% rappresenta un passo ulteriore verso una semplificazione e riduzione della pressione fiscale sulle persone fisiche, ma non è una riforma strutturale. Rimangono aperte le questioni dell'eccessiva progressività, della complessità dei sistemi di detrazioni e deduzioni e della necessità di una revisione complessiva del sistema di tassazione dei redditi.
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