lunedì 13/10/2025 • 10:40
L'adozione dell'intelligenza artificiale nei processi aziendali genera nuove aree di rischio. Il Modello 231 deve evolvere per intercettare condotte illecite, integrando controlli specifici e formazione mirata. Il contributo propone un framework aggiornato per la compliance 231 successivamente all'entrata in vigore dell'AI Act e della legge quadro italiana.
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Introduzione
L'entrata in vigore del Reg. UE 2024/1689 sull'intelligenza artificiale (AI Act) segna un punto di svolta per la governance aziendale e i sistemi di compliance. L'adozione crescente di sistemi di IA nei processi decisionali, produttivi e gestionali impone per questo una revisione profonda dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001.
Nel merito, l'AI Act introduce una classificazione dei sistemi di IA in base al rischio (inaccettabile, alto, limitato, minimo) e impone obblighi stringenti per quelli ad alto rischio. La recente legge italiana (L. 132/2025), recepisce il Regolamento e introduce nuove fattispecie penali, tra cui:
Queste disposizioni impattano direttamente sui reati presupposto del D.Lgs. 231/2001, ampliandone il perimetro e imponendo agli enti un aggiornamento strutturale dei propri Modelli organizzativi.
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