La digitalizzazione amplifica l’importanza delle competenze del commercialista

Emergono tre direttrici chiave quando si tratta di rivedere l’approccio all’attività di dottore commercialista alla luce delle evoluzioni in corso: digitalizzazione, competenze non tecniche e rapporto fiduciario. Questi sono aspetti che rappresentano un terreno comune di riflessione per tutti, dai colleghi che si affacciano per la prima volta a queste sfide, a chi già utilizza strumenti evoluti e vuole consolidare il proprio vantaggio competitivo. Digitalizzazione: un’opportunità strategica, non solo tecnologica La digitalizzazione non è più una scelta, ma una necessità strategica per restare rilevanti e competitivi. I commercialisti possono essere determinanti in diversi ambiti: dalla gestione dei flussi contabili e fiscali digitali, alla costruzione di sistemi di controllo di gestione basati su dati in tempo reale, fino alla consulenza per l’implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale e automazione dei processi. Non si tratta solo di adottare nuovi software o di dematerializzare i documenti. La vera sfida è integrare i dati e trasformarli in informazioni utili a supporto delle decisioni imprenditoriali. Ad esempio, l’uso di piattaforme di business intelligence consente di monitorare in tempo reale i margini, l’andamento dei flussi di cassa e gli indicatori di performance, offrendo all’imprenditore un quadro chiaro per scelte più rapide e consapevoli. Ignorare questo processo evolutivo espone a rischi concreti: perdita di competitività, riduzione di efficienza, difficoltà ad attrarre giovani talenti. Le nuove generazioni di professionisti si aspettano ambienti di lavoro moderni, processi snelli e strumenti tecnologici adeguati; chi non evolve rischia di rimanere indietro, non solo sul mercato ma anche nella capacità di rinnovare la propria squadra. Soft skills: le competenze umane nell’era dell’automazione L’automazione e l’intelligenza artificiale stanno ridefinendo il nostro lavoro quotidiano. Compiti un tempo manuali vengono sempre più spesso affidati a sistemi automatici, liberando tempo per attività a maggior valore aggiunto. Paradossalmente, però, più le macchine diventano capaci, più si rafforza l’importanza delle competenze non tecniche, le cosiddette soft skills. Tra le più strategiche spiccano la capacità di comunicazione efficace, indispensabile per tradurre dati complessi in messaggi chiari e persuasivi; la leadership e la gestione del cambiamento, per guidare team e clienti attraverso percorsi di trasformazione; e la capacità di pensiero critico, per valutare in modo indipendente i risultati generati da algoritmi e strumenti predittivi, evitando di affidarsi ciecamente all’automazione. A queste si aggiunge la flessibilità mentale, fondamentale per adattarsi a un contesto normativo e tecnologico in continua evoluzione. Sono competenze che non si acquisiscono con un corso di aggiornamento, ma che richiedono pratica costante, confronto con i colleghi e disponibilità a mettersi in discussione. La tecnologia può automatizzare i processi, ma non può sostituire l’empatia, il giudizio e la visione strategica che solo un professionista esperto può offrire. Dal gestore della compliance al partner di fiducia La figura del commercialista sta passando da “gestore della compliance” a partner di fiducia per le decisioni strategiche. Se in passato il nostro ruolo era principalmente focalizzato sugli adempimenti fiscali e contabili, oggi siamo sempre più chiamati a supportare l’imprenditore nelle scelte che determinano la crescita e la sostenibilità a lungo termine. La capacità di interpretare i dati, di anticipare scenari e di affiancare l’imprenditore nelle scelte diventa cruciale. Non si tratta più solo di adempiere ad obblighi normativi, ma di generare valore aggiunto, diventando consiglieri di lungo periodo e alleati nella crescita. Questo significa saper coniugare competenze tecniche – necessarie per comprendere i numeri e le normative – con competenze tecnologiche, per padroneggiare strumenti di analisi avanzata, e con quelle relazionali, per instaurare e mantenere un rapporto di fiducia solido e duraturo. In un’epoca in cui l’accesso alle informazioni è sempre più diffuso, il vero elemento distintivo diventa la capacità di interpretazione e di sintesi. L’imprenditore non ha bisogno solo di dati, ma di un professionista che sappia contestualizzarli e tradurli in piani d’azione concreti. Un invito all’azione La digitalizzazione non è un semplice aggiornamento software, ma un cambiamento culturale che richiede apertura mentale e disponibilità a mettersi in gioco. È un percorso che tocca ogni aspetto della nostra attività: dall’organizzazione dello studio alla relazione con i clienti, dalla formazione continua alla capacità di reinventarsi. Chi saprà integrare tecnologia, competenze umane e capacità consulenziali non solo resterà competitivo, ma diventerà protagonista di una nuova stagione per la professione. Il Commercialista del futuro sarà sempre meno un mero esecutore di adempimenti e sempre più un architetto di strategie, un interprete dei dati e un partner fidato delle imprese. La sfida è aperta e il momento per agire è adesso: il futuro del Commercialista si gioca oggi, tra innovazione, fiducia e nuove competenze. Prepararsi a questo cambiamento significa non solo salvaguardare il proprio ruolo, ma contribuire attivamente a costruire una professione più solida, moderna e indispensabile per il sistema economico.  Lefebvre Giuffrè è presente al Convegno Nazionale UNGDCEC, 2-3 ottobre 2025 a Cagliari. Ti aspettiamo allo Stand n. 6 per scoprire insieme le nuove soluzioni per i professionisti fiscali.