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giovedì 02/10/2025 • 06:00

Fisco CONVEGNO NAZIONALE UNGDCEC 2025

Controllo di gestione nelle PMI: dal ruolo del commercialista alle sfide tecnologiche

L'evoluzione del commercialista da consulente tecnico a consulente strategico, capace di supportare le decisioni di crescita aziendale, passa attraverso la formazione, l'interpretazione dei dati di gestione, le competenze strategiche; fino a diventare figura di riferimento in particolari situazioni quale il temporary manager. Una riflessione sul futuro della professione oggetto del Convegno UNGDCEC 2025, che apre oggi a Cagliari.

di Ilaria Saba - Componente commissione controllo di gestione, cultura d'impresa e imprenditorialità UNGDCEC

di Roberto Bonomo - Consigliere Giunta UNGDCEC

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  • Tempo di lettura 2 min.
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Il controllo di gestione nelle PMI

Il controllo di gestione rappresenta oggi uno degli strumenti più efficaci per orientare le decisioni strategiche e migliorare la redditività delle imprese. Nelle PMI, tuttavia, la diffusione di modelli strutturati è ancora limitata, spesso per ragioni legate ai costi, alla mancanza di competenze e organizzazione interna. In questo scenario il dottore commercialista può assumere un ruolo centrale, proponendosi come partner di fiducia e consulente evoluto, capace di accompagnare l'imprenditore non solo nell'elaborazione di dati contabili ma soprattutto nella loro interpretazione, trasformandoli in chiavi di lettura utili per prendere decisioni consapevoli.

Il passaggio dal tradizionale ruolo tecnico a quello di consulente di direzione segna una sfida culturale per la professione. L'imprenditore si attende infatti un interlocutore in grado di tradurre i numeri in scelte operative, individuando azioni concrete per ottimizzare i costi, migliorare la gestione dei flussi di cassa o valutare la sostenibilità di nuovi investimenti.

Si tratta di percepire le esigenze minime dell'imprenditore: spesso la consapevolezza del controllo di gestione nasce dall'emergenza, quando i numeri non sono più chiari e le decisioni rischiano di basarsi su intuizioni anziché su dati concreti.

In questa prospettiva il controllo di gestione diventa un linguaggio comune, capace di rafforzare il dialogo tra impresa e consulente e di favorire un approccio condiviso alla crescita aziendale.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario adottare strumenti operativi snelli e adattabili alla realtà delle piccole e medie imprese, costruendo insieme modelli personalizzati, spesso frutto della combinazione di più strumenti, compatibili con la struttura organizzativa e il livello di consapevolezza del cambiamento in essere.

Tra i più diffusi ci sono budgeting e forecast per pianificare risorse e aggiornare previsioni, l'analisi dei margini per valutare la redditività, la contabilità analitica per ripartire i costi per centri di responsabilità, e i cruscotti direzionali per monitorare rapidamente gli indicatori chiave.

La vera sfida non è tanto introdurre modelli sofisticati, quanto adattarli alle esigenze dell'imprenditore, garantendo chiarezza e semplicità di utilizzo.

In questo contesto, accanto alla figura del commercialista, si diffonde sempre più il ricorso al temporary manager, professionista chiamato a presidiare per un periodo definito alcune funzioni critiche dell'impresa. Questa soluzione si rivela particolarmente utile quando la PMI attraversa una fase di transizione, ad esempio un passaggio generazionale, un processo di ristrutturazione o l'avvio di un progetto di espansione verso nuovi mercati. Il temporary manager porta con sé competenze specialistiche e capacità operative immediate, che difficilmente l'impresa riuscirebbe a reperire internamente. Il suo intervento è per definizione temporaneo, ma può generare un impatto strutturale, lasciando all'azienda metodologie e strumenti che rimangono in uso anche dopo la conclusione dell'incarico.

La tecnologia, d'altro canto, svolge un ruolo sempre più decisivo. Le piattaforme di Business Intelligence e i software cloud consentono di integrare dati provenienti da fonti diverse, automatizzare calcoli complessi e produrre report dinamici. Tuttavia, il vero valore non risiede negli strumenti informatici in sé, bensì nella capacità del professionista di interpretarli e restituirli sotto forma di raccomandazioni concrete. L'imprenditore non ha bisogno di grafici elaborati, ma di risposte chiare a domande precise: conviene investire in una nuova linea di produzione? Quale cliente garantisce maggiore marginalità? Quale prodotto rischia di generare perdite?

Gli scenari futuri delineano un contesto di profonda trasformazione. La digitalizzazione dei processi e la crescente accessibilità a sistemi ERP anche per le imprese di piccola e media dimensione ridurranno progressivamente la distanza tecnologica tra grandi gruppi e realtà minori. L'intelligenza artificiale, inoltre, sta aprendo prospettive nuove: algoritmi predittivi permetteranno di anticipare l'andamento della domanda, identificare con maggiore precisione i fattori di costo e simulare scenari di bilancio alternativi. Questo non significa sostituire il professionista, ma potenziarne il ruolo: il vero vantaggio competitivo sarà nella capacità di trasformare previsioni statistiche in decisioni imprenditoriali concrete.

Allo stesso tempo, la sostenibilità si affaccia come tema ineludibile. Sempre più spesso le imprese sono chiamate a rendicontare non solo la performance economica, ma anche l'impatto sociale e ambientale delle proprie scelte. Indicatori ESG entreranno progressivamente a far parte dei sistemi di controllo di gestione, imponendo ai professionisti nuove competenze e sensibilità. Il commercialista sarà chiamato ad aiutare le PMI a integrare obiettivi di sostenibilità nei piani industriali, trasformando un obbligo in opportunità di miglioramento competitivo. 

Osservazioni

Il controllo di gestione, dunque, non è un insieme di strumenti tecnici da applicare rigidamente, ma una filosofia di supporto alla crescita aziendale.

Per il commercialista, abbracciarlo significa evolvere da semplice esecutore di adempimenti a partner strategico, capace di affiancare l'imprenditore in ogni fase del ciclo di vita dell'impresa. Un percorso che richiede investimenti in formazione, apertura verso le tecnologie, capacità di instaurare alleanze con figure come il temporary manager e disponibilità a misurarsi con nuovi ambiti come la sostenibilità e l'analisi predittiva.

In tale prospettiva, il commercialista non si limita ad accompagnare l'imprenditore, ma diventa portatore di cultura organizzativa e stimolatore di una visione di lungo periodo, orientata al rispetto delle norme e alla crescita sostenibile.

È proprio in questo quadro che il controllo di gestione diventa un vero alleato strategico trasformandosi in un autentico motore di competitività per le PMI e in un terreno di rinnovata valorizzazione per la professione.

Lefebvre Giuffrè è presente al Convegno Nazionale UNGDCEC, 2-3 ottobre 2025 a Cagliari.

Ti aspettiamo allo Stand n. 6 per scoprire insieme le nuove soluzioni per i professionisti fiscali.

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