martedì 26/08/2025 • 06:00
La Commissione UE ha pubblicato il contenuto dell'accordo quadro con gli USA, che fissa un dazio globale del 15%, alla frontiera USA, sulla stragrande maggioranza delle importazioni UE. L'intesa prevede anche una serie di esenzioni per alcuni prodotti di fondamentale importanza per l'export europeo, come farmaci generici, prodotti chimici e risorse naturali non disponibili.
Tariffe USA al 15% sulle importazioni UE
Lo scorso 21 agosto, la Commissione europea ha pubblicato il contenuto della dichiarazione congiunta con gli USA, che sostiene e attua definitivamente l'accordo di massima raggiunto tra i due Paesi nelle settimane scorse.
Uno degli aspetti fondamentali dell'intesa è la previsione di un dazio onnicomprensivo, che si applicherà alle frontiere statunitensi sulla stragrande maggioranza di prodotti dell'Unione europea.
A differenza di quanto previsto negli accordi che gli USA hanno concluso con gli altri partner, la dichiarazione congiunta stabilisce una misura globale. In particolare, la tariffa applicabile ai beni UE non andrà a sommarsi al dazio già precedentemente previsto per le importazioni in USA (c.d. MFN), bensì assorbirà tale misura, sostituendosi integralmente a essa.
Non sono invece interessati dall'accordo i beni in acciaio, alluminio e i loro derivati, i quali restano, pertanto, soggetti alle aliquote del 50% imposte dal Proclama del 3 giugno 2025. Con l'accordo quadro, tuttavia, Unione europea e Stati Uniti hanno dichiarato l'intenzione di valutare una possibile cooperazione per proteggere i rispettivi mercati nazionali, garantendo al contempo la sicurezza delle rispettive catene di approvvigionamento, anche attraverso la previsione di contingenti tariffari.
Settore farmaceutico: esclusi farmaci generici e principi attivi
L'intesa transatlantica prevede poi una serie di esenzioni per alcune tipologie di beni. In particolare, è stato previsto un esonero dai dazi USA per la categoria dei farmaci c.d. generici. Tale esenzione è stata, inoltre, estesa agli ingredienti di tali farmaci e ai loro precursori chimici.
Occorre precisare che l'esenzione per il settore dei farmaci generici non comporta nemmeno l'applicazione del dazio MFN. I medicinali e la maggior parte dei loro principi attivi, infatti, sono esenti da qualsiasi misura tariffaria, in forza dell'accordo raggiunto nell'ambito dell'Uruguay Round, in vigore dal 1° gennaio 1995, che vede come Paesi contraenti anche UE e Stati Uniti.
Mentre i farmaci generici beneficiano di un'esenzione specifica, tutti gli altri prodotti farmaceutici sono attualmente oggetto di un'indagine per l'imposizione di nuove tariffe della Sezione 232. In un primo momento, infatti, il Presidente Trump aveva minacciato l'introduzione di dazi elevati, fino al 200%.
L'intesa raggiunta tra Unione europea e Stati Uniti ha però fissato un limite preciso: anche qualora l'indagine 232 si concludesse con l'imposizione di nuove tariffe, queste non potranno superare il 15% previsto dall'accordo.
Automobili e componenti inclusi nelle tariffe al 15%
Di particolare rilievo è il chiarimento al settore automobilistico, oggetto di controversie a causa del diverso quadro normativo su cui si fondavano i dazi imposti dall'Amministrazione Trump. Occorre specificare, infatti, che le tariffe concordate da Stati Uniti e Unione europea si fondano sulla Sezione 301 del Trade Act del 1974, mentre i dazi sulle auto e la relativa componentistica erano stati imposti sulla base della Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962.
Inizialmente, tali prodotti non erano stati inclusi nell'ordine esecutivo emanato successivamente all'intesa raggiunta nel mese di luglio, rendendo pertanto l'automotive uno dei settori più colpiti, con un dazio pari al 27,5%.
La dichiarazione congiunta prevede ora l'impegno da parte degli Stati Uniti di ridurre i dazi sulle automobili, compresa la relativa componentistica. In particolare, le automobili che presentano un dazio MFN superiore al 15% non saranno soggette a nessuna aliquota maggiorata. Le auto che, invece, subiscono un dazio MFN inferiore al 15% saranno sottoposte a un'aliquota combinata del 15%, composta dalla tariffa MFN e dalle tariffe automobilistiche della Sezione 232.
Si tratta di una previsione molto importante per il buon andamento del mercato europeo. Gli Stati Uniti sono, infatti, uno dei principali partner commerciali dell'UE per le esportazioni di automobili: nel 2024, l'UE ha esportato automobili in USA per un valore di 38,9 miliardi di euro.
Delusione per il settore vinicolo
Il settore vinicolo italiano resta escluso dalle esenzioni tariffarie concordate: si tratta di una misura fortemente penalizzante per un comprato che riveste un ruolo cruciale nell'export nazionale ed europeo.
Solo nel 2024, l'Italia ha esportato in USA vino in bottiglia per un valore di 5,3 miliardi di euro. Tali prodotti, tradizionalmente soggetti a imposte doganali molto contenute, spesso solo pochi centesimi di dollaro per litro, si ritrovano ora gravati da un dazio ad valorem del 15%.
L'introduzione di questa nuova aliquota rappresenta un ostacolo rilevante per le esportazioni italiane, già messe a dura prova dalla svalutazione del dollaro nei confronti dell'euro, che ha ridotto la competitività dei nostri vini sul mercato americano.
In questo contesto, appare fondamentale un rinnovato impegno tra Unione europea e Stati Uniti, affinché anche il vino possa rientrare tra le categorie esonerate dalle nuove misure tariffarie.
Gli impegni dell'UE
Sul versante unionale, l'Unione europea si impegna invece a eliminare i dazi su tutti i prodotti industriali statunitensi e garantire un accesso preferenziale al mercato per un'ampia gamma di prodotti ittici e agricoli statunitensi, tra cui frutta a guscio, latticini, frutta e verdura fresca e trasformata, alimenti trasformati, semi per piante, olio di soia e carne di maiale e bisonte.
La posizione assunta dall'UE riporta al centro dell'attenzione il tema fondamentale dell'individuazione corretta dell'origine doganale dei prodotti. Soltanto i beni di origine statunitensi, ossia quelli che hanno subito una lavorazione sostanziale in tale luogo, potranno infatti beneficiare della tariffa preferenziale.
L'Unione europea ha poi assunto una serie di altri impegni nei confronti degli USA, tra cui quello di acquistare una fornitura costante di chip per l'intelligenza artificiale dagli Stati Uniti, per un valore di circa 40 miliardi di dollari. Ha inoltre concordato l'importazione di gas naturale liquefatto (GNL) statunitense per un totale previsto di 750 miliardi di dollari entro il 2027. Infine, Bruxelles ha annunciato l'intenzione di destinare almeno 600 miliardi di dollari in investimenti nei principali settori dell'economia americana entro il 2029.
Riduzione delle barriere non tariffarie
Oltre al costante impegno tra i due Paesi per la riduzione dei dazi all'importazione, Stati Uniti e Unione europea si sono impegnate a ridurre le barriere non tariffarie.
Il contenuto dell'intesa, in particolare, prevede il reciproco riconoscimento degli standard, per quanto riguarda il settore automobilistico, nonché l'impegno ad affrontare le barriere non tariffarie che incidono sul commercio di prodotti alimentari e agricoli, tra cui la semplificazione dei requisiti per i certificati sanitari per la carne di maiale e i prodotti lattiero-caseari.
Revisione normativa doganale ambientale
Nell'accordo è previsto anche l'impegno, da parte dell'Europa, a intervenire sul regolamento UE sulla deforestazione (Reg. UE 1115/2023, EUDR) a favore dei produttori e degli esportatori statunitensi, i quali dovrebbero essere destinatari di un regime ad hoc. Si prende atto, inoltre, delle preoccupazioni degli Stati Uniti relative al trattamento delle piccole e medie imprese statunitensi nell'ambito del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), relativamente al quale la Commissione europea, oltre al recente accordo sull'aumento dell'eccezione de minimis, si impegna a lavorare per garantire una maggiore flessibilità nell'attuazione del CBAM.
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