martedì 19/08/2025 • 15:00
L’IVA assolta in dogana può essere detratta anche se l’importatore non è proprietario dei beni, a condizione che esista un nesso diretto e immediato tra l’utilizzo dei beni importati e l’attività d’impresa, e che i costi sostenuti influenzino il prezzo delle cessioni a valle (Risp. AE 19 agosto 2025 n. 213).
redazione Memento
L’Agenzia delle Entrate, con la Risp. AE 19 agosto 2025 n. 213, interviene sul tema della detrazione dell’IVA assolta in dogana per chi importa beni utilizzati nella propria attività d’impresa, anche se la proprietà formale di tali beni resta a un soggetto terzo.
La detrazione dell’IVA è ammessa anche quando l’importatore non è il proprietario delle merci, purché sussista un nesso diretto e immediato tra i beni importati e le operazioni attive dell’impresa. L’IVA può essere detratta se i costi relativi all’importazione sono effettivamente sostenuti dall’importatore e sono in grado di influenzare il prezzo delle successive cessioni.
La risposta prende a riferimento sia la normativa nazionale che la giurisprudenza europea: è sufficiente che i beni siano inerenti all’attività d’impresa e che la dichiarazione doganale sia regolarmente registrata ai fini IVA.
Nel caso esaminato, una società importa dalla Cina una materia prima di proprietà di un committente giapponese, la utilizza nel ciclo produttivo tramite un trasformatore italiano e poi vende il prodotto finito sia in UE che fuori UE. Anche senza passaggio di proprietà sulla materia prima, la società italiana può esercitare il diritto alla detrazione IVA sulle importazioni, in quanto utilizza direttamente i beni nel processo produttivo e commerciale che genera operazioni imponibili.
L’Agenzia delle Entrate evidenzia che la detrazione è subordinata al fatto che le spese di importazione siano realmente sostenute dall’importatore e che abbiano un impatto sul prezzo delle cessioni. Restano salvi i poteri di controllo dell’Amministrazione finanziaria, che potrà verificare la reale sussistenza delle condizioni dichiarate e l’effettiva rappresentazione della fattispecie.
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Vincenzo Cristiano
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