venerdì 08/08/2025 • 06:00
Tra le possibilità aperte dalla nuova legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa c'è anche quella di distribuire utili ai dipendenti con un regime fiscale agevolato. Le norme richiamano la necessità di un accordo di secondo livello: ma fino ad oggi era possibile distribuire utili detassati senza intesa sindacale?
Meglio far chiarezza da subito.
Quest'anno, come noto, ha visto la luce la la legge di iniziativa popolare concernente la c.d. partecipazione dei lavoratori alla gestione aziendale (L. 76/2025).
Tra le diverse previsioni in essa contenute, spicca l'art. 5 rubricato “Distribuzione degli utili” a merito del quale si comprende come, per il solo anno 2025, vi sarà la possibilità di poter applicare agli utili "qualificati" (ovvero “non inferiori al 10 per cento degli utili complessivi”) distribuiti ai lavoratori dipendenti la detassazione corrispondente a un'aliquota agevolata pari al 5% a carico del dipendente, più nota per essere applicata ai premi di risultato frutto di contrattazione di secondo livello.
L'intento è chiaro. Ricordiamo come lo spirito della legge muova dalla voglia di consegnare una cultura “nuova” dell'impresa che includa, anche nelle tematiche decisionali o di controllo, i lavoratori subordinati, visti come un possibile driver di efficienza e gestione.
Solo che questa cosa degli utili aziendali non risuona come una novità.
Sarà perché forse non lo è o, meglio, perché oggi risultano coesistenti due distinte fattispecie di detassazione degli utili delle aziende (o ristorni delle cooperative).
Meglio sgomberare il campo da dubbi.
La distribuzione degli utili di impresa di cui alla L. 76/2025
Partiamo dall'attualità.
L'art. 5 della legge sulla partecipazione consente, per il solo anno 2025, alle aziende che vorranno mettere a fattore comune i propri utili nel limite minimo del 10% una soglia di detassazione di cui all'art. 1 c. 182 e ss. L. 208/2015 più elevata di quella ordinaria, passando da 3.000 euro pro capite a 5.000 euro.
Attenzione: ciò che appare particolare, al di là della misura agevolativa aumentata (chiaramente per incentivare la cultura della co-gestione aziendale), è la necessità, per ottenere l'aumento del plafond individuale, che gli utili vengano distribuiti “ in esecuzione di contratti collettivi aziendali o territoriali di cui all'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n.81”.
Ricapitolando. Volete la detassazione degli utili con un plafond di 5.000 euro pro capite (ovviamente fermo restando il requisito reddituale soggettivo del percipiente di 80.000 euro nell'anno precedente)? Se la risposta è affermativa, è necessario che:
La ratio è presto detta. La partecipazione dei lavoratori all'impresa “passa” anche per la loro capacità di far sottoscrivere un accordo di secondo livello che sancisca la divisione degli utili.
Questo il quadro per il 2025.
La detassazione degli utili distribuiti di cui alla L. 208/2015
Complice la recente disposizione, sembra che ci siamo dimenticati che, in realtà, la detassazione degli utili (e dei ristorni nelle società cooperative) esiste da un decennio.
L'art. 1 c. 182 della legge di stabilità 2016 (la citata L. 208/2015) prevede che, salvo rinuncia espressa e scritta da parte del lavoratore, “sono soggetti a una imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento (oggi è diventata del 5%, ndr), entro il limite di importo complessivo di 3.000 euro lordi, i premi di risultato di ammontare variabile la cui corresponsione sia legata ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, misurabili e verificabili sulla base di criteri definiti con il decreto di cui al comma 188, nonché le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell'impresa”.
Come si può vedere, la locuzione “nonché” consegnava già al tempo la possibilità di procedere alla detassazione degli utili di impresa in modo del tutto svincolato dal “premio”. Ma servirà comunque l'accordo di secondo livello sottoscritto con le organizzazioni sindacali?
Inizialmente l'Agenzia delle Entrate, con circolare n. 5/E del 2018, “sbaglia il tiro” precisando come “Altra condizione essenziale per l'applicazione della misura agevolativa (art. 1, co. 187, della legge di Stabilità 2016) è che l'erogazione del premio di risultato, anche sotto forma di partecipazione agli utili, avvenga in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali di cui all'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81".
Successivamente, forti di un quesito specifico, l'amministrazione finanziaria si rende conto di come la distribuzione di utili/ristorni e la previsione di un accordo di secondo livello siano due cose diametralmente opposte, che potrebbero coesistere solo eventualmente.
In tal senso deve rilevarsi quanto previsto dalla risposta AE all'interpello n. 284 del 5 aprile 2023, nel quale l'amministrazione chiarisce nitidamente come “la partecipazione agli utili dell'impresa costituisce una fattispecie distinta dalla corresponsione dei premi di produttività ed è quindi ammessa all'agevolazione a prescindere dagli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione”.
In termini pratici sarà dunque necessario depositare non tanto l'accordo collettivo (che non vi sarà) quanto la delibera di distribuzione degli utili o dei ristorni secondo consuete modalità (online).
Due distinte distribuzioni
Abbiamo dunque due opportunità.
La prima riguarda il solo anno 2025 e concerne il rispetto pedissequo della L. 76/2025 (utili non meno del 10%, accordo di secondo livello) se si vuole ottenere l'upgrade della soglia di detassazione a 5.000 euro per singolo percipiente;
La seconda è generalizzata. Se si decide di distribuire utili o ristorni ai collaboratori, molto bene: detassazione "di diritto" previo deposito del verbale con le consuete modalità online, ma fino a 3.000 euro a percipiente. Non serve alcun sindacato.
Questo ad oggi. Vedremo il futuro cosa ci riserverà.
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Emiliana Maria Dal Bon
- Equity Partner NexumStpRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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