
martedì 08/07/2025 • 15:54
Il CNDCEC è stato audito al tavolo tecnico del Ministero della Giustizia. Un documento del CNDCEC, elaborato dall'Osservatorio nazionale, chiede una profonda riforma della disciplina 231 che ne rafforzi la funzione preventiva, ne aumenti l'equità e ne migliori l'efficacia applicativa.
redazione Memento
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili è stato audito il 7 luglio 2025 presso il Tavolo tecnico per la revisione della disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, attualmente regolate dal D.Lgs. 231/2001. In rappresentanza della categoria professionale sono intervenuti il Consigliere nazionale delegato alla Compliance 231, Fabrizio Escheri, e il presidente dell'Osservatorio Nazionale sul D.Lgs. 231/2001 istituito presso il Consiglio nazionale dei commercialisti, Rino Sodano.
La delegazione dei commercialisti ha illustrato il documento elaborato dal proprio Osservatorio 231, contenente osservazioni e proposte volte a promuovere una riforma organica, coerente ed efficace della normativa sulla responsabilità da reato degli enti, nella consapevolezza che, ad oltre vent'anni dalla sua introduzione, essa richieda un profondo ripensamento. Nel contributo dell'Osservatorio, in particolare, è stata evidenziata la crisi della funzione premiale originaria del sistema 231, l'ampliamento disorganico del catalogo dei reati presupposto, l'eterogeneità applicativa tra giurisdizioni e le difficoltà operative per PMI e microimprese.
Dopo aver evidenziato l'importanza delle competenze di matrice aziendalistica, tipiche della figura del dottore commercialista, nella piena valutazione dei rischi di reato e nel governo consapevole dei processi aziendali, Escheri ha illustrato i lavori delle commissioni di studio del Consiglio nazionale in materia 231, che hanno approfondito l'utilizzo di tale metodologia, anche in ottica di sostenibilità ESG, nelle aziende sottoposte a misure CAM e come prevenzione delle misure in un'ottica di self-cleaning nonché sulle linee guida elaborate per aziende operanti in settori ad alto rischio come quello della sanità. Inoltre, ha rappresentato il lavoro della commissione congiunta CNDCEC-CONI per l'elaborazione di modelli 231 nelle società ed associazioni che operano nel settore sportivo.
Secondo Euscheri, dopo oltre vent'anni di applicazione, la disciplina ha perso in parte la sua funzione originaria: oggi è vista più come un adempimento formale che come uno strumento reale di prevenzione e cultura della legalità. Il documento dei Commercialisti, quindi, è un appello a trasformare la responsabilità amministrativa da adempimento burocratico a vera leva di crescita etica e organizzativa al fine di promuovere la cultura della prevenzione, tutelare le imprese corrette e ridurre l'incertezza giuridica.
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Cipriano Ficedolo
- Avvocato penalista d’impresaRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione

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