lunedì 07/07/2025 • 06:00
Il DL 95/2025 (DL Economia) riduce al 5% l'aliquota IVA per cessioni, importazioni e acquisti intracomunitari di opere d'arte, beni d'antiquariato e oggetti da collezione, purché non si applichi il regime del margine. L'obiettivo è quello di rilanciare la competitività del mercato dell'arte, favorendo investimenti e crescita dell'intero comparto culturale.
Il DL 95/2025 (DL Economia), pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 149 il 30 giugno 2025 ed entrato in vigore il 1° luglio 2025, introduce tra le varie misure fiscali una significativa riduzione dell'aliquota IVA al 5 % per le cessioni, le importazioni e gli acquisti intracomunitari di opere d'arte, antiquariato e oggetti da collezione, favorendo così il mercato di settore, a condizione che non si applichi il regime del margine.
La riforma, dopo anni di attesa, interviene su un assetto fiscale che da tempo penalizzava il mercato dell'arte italiano rispetto al contesto internazionale, dove vigono regimi agevolati nel settore artistico: basti pensare alla Francia (IVA 5,5%) e alla Germania (IVA al 7%).
L'Italia si colloca ora tra i Paesi con l'aliquota più bassa d'Europa in questo ambito, affiancandosi a realtà come Regno Unito, Cipro e Malta. Si tratta di un risultato storico, frutto delle istanze avanzate con forza negli ultimi anni da operatori, associazioni di categoria e professionisti del settore, che auspicavano un allineamento del trattamento fiscale delle opere d'arte agli standard europei per rilanciare il mercato interno. La misura, infatti, costituisce un tassello fondamentale di una strategia più ampia di valorizzazione culturale ed economica, destinata a rendere il nostro Paese maggiormente attrattivo per artisti, gallerie e collezionisti provenienti da tutto il mondo, con effetti positivi attesi sull'intero indotto culturale e creativo.
L'aliquota agevolata, applicabile con effetto immediato alle operazioni effettuate a decorrere dal 1° luglio 2025, potrà dunque favorire un incremento della competitività del sistema italiano rispetto alle piazze più dinamiche del mercato internazionale dell'arte, contribuendo a stimolare investimenti, transazioni e nuove opportunità di crescita per il comparto.
A seguito della riduzione dell'aliquota IVA in oggetto, l'Agenzia delle Dogane, con avviso del 4 luglio 2025, ha aggiornato la classificazione TARIC e i relativi codici NC.
Regime IVA delle cessioni di opere d'arte: cosa cambia con la nuova aliquota agevolata
Prima dell'entrata in vigore del nuovo regime, la normativa italiana in materia di IVA sulle opere d'arte prevedeva l'applicazione di due diverse aliquote:
In questo contesto normativo si colloca l'intervento della Direttiva n. 2022/542/UE che ha riformato il regime europeo delle aliquote IVA, modificando l'Allegato III della Direttiva n. 2006/112/CE; tale Allegato contiene l'elenco delle cessioni di beni delle prestazioni di servizi per le quali gli Stati membri possono introdurre aliquote ridotte o esenzioni con diritto a detrazione; in particolare, il punto 26) dell'Allegato III, come modificato, annovera espressamente le cessioni di oggetti d'arte, da collezione e d'antiquariato elencati nell'Allegato IX, Parti A, B e C.
L'articolo 3, par. 1, della medesima Direttiva ha stabilito che, a decorrere dal 1° gennaio 2025, gli Stati dare attuazione a tali previsioni, introducendo nei propri ordinamenti le relative misure legislative, regolamentari e amministrative concernenti il citato punto 26). In ambito nazionale, la successiva legge delega per la riforma fiscale (L. 111/2023), all'articolo 7 comma 1, lett. e) ha espressamente indicato tra i criteri direttivi per il legislatore delegato la necessità di prevedere norme finalizzate sia a ridurre l'aliquota IVA sulle importazioni di opere d'arte, sia ad estendere l'applicazione dell'aliquota ridotta a tutte le cessioni interne di opere d'arte, oggetti d'antiquariato e da collezione. È in questo solco che si inserisce l'attuale disciplina introdotta dal DL Economia, la quale segna un rilevante cambiamento rispetto al regime previgente.
Con l'articolo 9, rubricato “Modifiche al regime del margine per la cessione di beni usati, di oggetti d'arte, di antiquariato o da collezione e applicazione dell'aliquota IVA ridotta”, il DL Economia ha profondamente innovato la disciplina IVA relativa alle cessioni di opere d'arte, beni di antiquariato e da collezione. Più precisamente:
Si tratta di un intervento organico che, pur consolidando il mantenimento del cosiddetto regime del margine – un meccanismo fiscale speciale riservato soprattutto alle vendite sul mercato secondario, che consente di calcolare l'IVA solo sul margine di guadagno al fine di evitare una doppia tassazione – introduce una alternatività tra i due regimi. In sostanza, la scelta di avvalersi dell'aliquota agevolata del 5% esclude la possibilità di applicare il regime del margine, con conseguente tassazione ordinaria del corrispettivo integrale.
Questa impostazione potrà comportare alcuni inevitabili riassetti nelle modalità operative di vendita, specie nel mercato dell'usato, ma rappresenta nel complesso un beneficio netto per l'intero comparto: da un lato si supera il precedente frazionamento normativo, dall'altro si introduce un'aliquota stabile e significativamente più bassa rispetto al passato, destinata a incentivare la trasparenza e la competitività del sistema.
In sintesi, il nuovo regime può così riassumersi:
Chi può beneficiare della riduzione dell'IVA al 5%?
La nuova aliquota ridotta al 5% si applica in modo generalizzato a tutta la filiera del mercato dell'arte: dagli artisti che vendono direttamente le loro opere, alle gallerie e ai mercanti che le commercializzano, fino ai collezionisti e agli acquirenti finali che decidono di investirvi.
Una riforma strategica per il mercato italiano dell'arte
Fino a oggi il sistema fiscale italiano ha posto il mercato nazionale dell'arte in una posizione di oggettivo svantaggio rispetto a molti Paesi europei ed extra-UE. L'applicazione dell'aliquota IVA ordinaria del 22% sulle cessioni effettuate da gallerie e operatori professionali ha infatti determinato una significativa disparità di trattamento ha creato una disparità fiscale, penalizzando gli operatori italiani e rendendo meno competitivi i prezzi delle opere vendute sul nostro territorio rispetto a quelli proposti da concorrenti esteri, in particolare extra-UE, dove le aliquote sulle importazioni risultano storicamente più basse o soggette a regimi agevolati.
Questa situazione ha prodotto distorsioni concorrenziali e favorito in alcuni casi il ricorso a circuiti paralleli meno trasparenti, sottraendo risorse e opportunità al sistema culturale nazionale. Con l'introduzione dell'aliquota ridotta al 5%, l'Italia compie un passo decisivo verso il riequilibrio delle condizioni di mercato, offrendo un quadro fiscale più favorevole agli operatori domestici e rafforzando la propria posizione all'interno del mercato globale dell'arte. L'impatto della misura si estende ben oltre il beneficio immediato in termini di prezzo finale: la riduzione dell'onere fiscale si traduce in maggiori margini operativi e in una più ampia disponibilità di risorse che possono essere reinvestite nella valorizzazione, nella promozione e nell'innovazione del comparto artistico. Ne beneficia così l'intera filiera del mercato dell'arte, dai galleristi ai restauratori, dai trasportatori agli artisti emergenti, con effetti moltiplicatori sull'indotto culturale ed economico.
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La vendita di opere d'arte presenta una serie di peculiarità sia quando viene esercitata in modo professionale sia quando viene svolta in modo occasionale, a cui fa seguito un particolare regime fiscale.
Carlo Bertoncello
- Dottore Commercialista e Partner Bertoncello BPARimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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