mercoledì 21/05/2025 • 06:00
La capacità di una start up di comunicare il proprio progetto in modo coerente e professionale è molto rilevante. Un business plan solido è essenziale per attrarre investitori: struttura chiara, obiettivi misurabili, team credibile e strategia finanziaria sono le basi per costruire fiducia e ottenere capitali.
Nell'ecosistema delle start up innovative e delle PMI ad alta intensità tecnologica, il business plan continua a essere uno strumento centrale. Non un documento formale da compilare per ottenere un timbro, ma un mezzo decisivo per raccontare l'impresa, dimostrarne la solidità, articolare la strategia e attrarre capitali. Oggi, nel quadro aggiornato dalla L. 193/2024, la capacità di una start up di comunicare il proprio progetto in modo coerente e professionale è ancora più rilevante. Se da un lato la normativa ha rafforzato gli incentivi fiscali per chi investe in imprese innovative, dall'altro ha reso più selettivo l'accesso alle agevolazioni. Gli investitori, istituzionali e privati, si muovono ormai con criteri precisi: cercano imprese strutturate, con piani chiari, governance trasparente e un modello di crescita credibile. In questo contesto, un business plan ben costruito diventa un prerequisito implicito, anche se non esplicitamente richiesto dalla legge.
Struttura logica e contenuti essenziali
Un business plan efficace deve offrire una narrazione completa e coerente dell'impresa. Si apre con un executive summary, una sintesi chiara del progetto in due pagine al massimo, pensata per catturare subito l'attenzione.
Segue l'analisi del problema di mercato: è fondamentale che l'impresa sappia spiegare quale bisogno esiste, perché è rilevante e perché la soluzione proposta risulta efficace, scalabile e differenziante.
La sezione dedicata al prodotto o servizio deve evidenziare gli elementi di innovazione, il vantaggio competitivo e il livello di sviluppo raggiunto. Ma descrivere un'idea non basta. È necessario inquadrare il mercato di riferimento: target, dimensione del mercato, segmentazione, trend e barriere all'ingresso. A questo punto entra in gioco il modello di business, ovvero il modo in cui l'impresa genera ricavi. È qui che l'investitore valuta se i meccanismi di monetizzazione sono sostenibili, replicabili e scalabili.
Non meno importante è il piano economico-finanziario, che deve contenere proiezioni su ricavi, costi, investimenti, margini e break-even. Il business plan deve indicare con precisione a quanto ammonta il capitale richiesto, per quali voci sarà utilizzato, con quali risultati attesi. Infine, uno degli elementi più valutati: il team. Nessun investitore serio mette capitali su un'idea senza prima analizzare chi c'è dietro. Le competenze, l'esperienza, la complementarità dei profili e la governance sono determinanti quanto – se non più – del prodotto.
Un esempio pratico: business plan in ambito agritech
Immaginiamo una start up che sviluppa una piattaforma digitale per ottimizzare la distribuzione di ortofrutta fresca. L'analisi del problema parte dalla constatazione di un'elevata inefficienza nella logistica dei prodotti deperibili, con un forte impatto in termini di spreco alimentare. La soluzione proposta è un sistema basato su algoritmi predittivi che ottimizza le rotte in tempo reale. Il mercato target è quello dei piccoli e medi produttori agricoli italiani, con un valore complessivo stimato superiore ai cinque miliardi di euro. Il modello di business prevede una doppia entrata: una commissione sulle transazioni e abbonamenti mensili per i produttori. L'obiettivo è raccogliere 500.000 euro in equity per finanziare le attività di sviluppo tecnologico e marketing nei successivi 18 mesi, con un piano di crescita che prevede il break-even entro due anni. L'executive team include un agronomo, un ex-manager logistico e uno sviluppatore senior con esperienza in startup. Questo tipo di approccio, concreto e strutturato, è quello che un investitore si aspetta di leggere.
I rischi di un piano debole
Il business plan può rafforzare la credibilità di una start up. Ma se mal costruito, può anche minarla. Le proiezioni eccessivamente ottimistiche, l'assenza di un piano di spesa dettagliato, la sottovalutazione dei concorrenti o, peggio, l'idea che “non esistano” competitor, sono tutti segnali negativi. Anche concentrare tutta la narrazione sul prodotto, trascurando il modello economico e le dinamiche di team, è un errore frequente. Un business plan non è il luogo per vendere sogni, ma per dimostrare concretezza.
Il valore strategico del piano
Al di là del momento della raccolta, il business plan serve anche internamente. Aiuta il team a condividere una visione comune, a fissare obiettivi, a monitorare gli scostamenti. È una bussola, non solo una brochure.
Nel contesto attuale, in cui l'art. 31 L. 193/2024 prevede vantaggi fiscali importanti per chi investe in start up nei primi tre anni dalla costituzione, il business plan diventa anche uno strumento utile per validare i requisiti richiesti per l'accesso alle detrazioni. E può supportare l'azienda anche in una futura transizione da start up a PMI innovativa o scale-up. Costruire un business plan solido è un passaggio indispensabile per chiunque voglia attrarre capitali in modo professionale. Non basta avere un'idea valida, bisogna sapere dove si sta andando, con quali risorse, quali competenze, quali obiettivi. Un business plan ben fatto racconta tutto questo. È, in sostanza, la prima vera prova di maturità per ogni impresa innovativa.
La seguente tabella può essere usata come guida operativa sia per la redazione del piano che per la verifica del suo contenuto prima della presentazione a investitori, incubatori o fondi.
Sezione del Business Plan |
Contenuto essenziale |
Obiettivo per l’investitore |
---|---|---|
Executive Summary |
Sintesi del progetto, mission, mercato e capitale richiesto in max 2 pagine |
Valutare subito l’attrattività e serietà dell’opportunità |
Analisi del problema |
Descrizione chiara del bisogno o inefficienza di mercato |
Capire la rilevanza del problema affrontato |
Soluzione proposta |
Prodotto o servizio, tecnologie utilizzate, innovazione rispetto allo stato dell’arte |
Verificare unicità e differenziazione |
Analisi di mercato |
Segmenti target, dimensione del mercato, trend, competitor principali |
Stimare le potenzialità commerciali e il posizionamento competitivo |
Modello di business |
Modalità di generazione dei ricavi, pricing, costi, canali di distribuzione |
Comprendere la sostenibilità economica del progetto |
Piano economico-finanziario |
Bilancio previsionale, cash flow, break-even, ritorno atteso sull’investimento |
Valutare rischi e ritorni dell’operazione |
Richiesta di investimento |
Ammontare richiesto, tempistiche di utilizzo, milestone finanziabili |
Capire la destinazione del capitale e gli obiettivi correlati |
Team e governance |
Profili chiave, competenze, advisor, struttura societaria |
Valutare solidità esecutiva e credibilità del gruppo di lavoro |
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Emanuele Artuso
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