martedì 13/05/2025 • 11:10
Legambiente e Libera hanno fornito un report sui reati ambientali accertati in Italia in dieci anni, a partire dall’introduzione della L. 68/2015. Il delitto più accertato è quello di inquinamento ambientale, la regione con più illeciti accertati la Campania.
redazione Memento
In Italia i reati ambientali accertati da giugno 2015 a dicembre 2024 sono stati 6.979, uno ogni 3 controlli effettuati da quando con la L. 68/2015 sono stati introdotti i delitti ambientali nel Codice penale e riformato, in maniera significativa, il sistema sanzionatorio degli illeciti amministrativi e penali previsti nel Testo unico ambientale (D.Lgs 152/2006). La media è di un illecito penale ogni 3 verifiche fatte. In questo arco di tempo sono 21.169 i controlli effettuati, 12.510 le persone denunciate e 556 quelle arrestate; mentre il valore economico dei sequestri di beni in tutta Italia ammonta a 1,155 miliardi di euro. Questi i dati del report fornito da Legambiente in collaborazione con Libera.
Il delitto più accertato è quello di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.), con 5.506 i controlli effettuati, 1.426 reati, 2.768 persone denunciate, 136 ordinanze di custodia cautelare e 626 sequestri, per un valore di oltre 380 milioni di euro. È bene ricordare che questo delitto prima della legge non era contemplato in Italia.
Segue con 964 reati (con un’incidenza tra controlli e illeciti accertato del 54%), 2.711 persone denunciate, 305 arresti e 475 sequestri, per un valore di oltre 168 milioni di euro, il delitto di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies c.p.), recepito nel Codice penale solo nel 2018, essendo già previsto dall’art. 260 del Testo unico ambientale e prim’ancora dall’art. 53 bis del c.d. decreto Ronchi, in vigore dal 2001.
Il terzo delitto più accertato è quello per disastro ambientale (art. 452 quater c.p.) contestato 228 volte, con 737 persone denunciate, 100 ordinanze di custodia cautelare e 180 sequestri, per un valore di oltre 85 milioni di euro.
A seguire ci sono i delitti colposi contro l’ambiente (art. 452 quinques c.p.) con 107 reati e 105 persone denunciate, l’impedimento al controllo (art. 452 septies c.p.), con 94 reati e 209 persone denunciate, e l’omessa bonifica (452 terdecies c.p.), con 42 reati e 54 denunce, due fattispecie nuove nel sistema penale italiano ma molto significative per le loro implicazioni con il ruolo delle imprese. Infine, per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 ter c.p.) sono stati accertati 19 reati.
A livello nazionale, la classifica delle regioni con più illeciti vede al primo al primo posto la Campania, con 1.440 reati, 4178 controlli effettuati, e 382 sequestri per un valore di oltre 209 milioni di euro. Secondo posto per la Sardegna con 726 illeciti e prima per persone denunciate (1.627), una regione già segnalata in crescita anche nei dati complessivi del rapporto del 2024 di Ecomafia. Al terzo posto la Puglia (540 reati) che è prima, però, per persone arrestate (100), seguita da Lombardia (498 reati) e Sicilia (482), quest’ultima è prima regione come valore economico dei sequestri effettuati, pari a 432,1 milioni di euro e la seconda come persone denunciate.
I dati raccolti confermano l’importanza di una legge approvata dopo 21 anni di ritardi. Una riforma di civiltà in nome del popolo inquinato – sottolineano Legambiente e Libera – grazie alla quale da allora tante denunce sono diventate processi e sono arrivate le prime sentenze definitive. Ora è necessario che si approvino le leggi che mancano all’appello, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente.
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