mercoledì 14/05/2025 • 06:00
Gli Stati Uniti raggiungono un'intesa con Regno Unito e Cina: si tratta di una vera e propria tregua commerciale, che prevede una riduzione delle recenti misure introdotte dal Presidente Trump. L'Unione europea guarda a questi due primi accordi con molta attenzione, visto che anche le trattative con l'UE potrebbero seguire lo stesso schema.
Gli Stati Uniti concludono due importanti accordi commerciali
Riduzione dei dazi imposti dal Presidente Trump, in cambio di obblighi di acquisto o dell'abbattimento dei dazi che colpiscono i prodotti americani. Sono queste le linee guida che accomunano i due accordi conclusi da Washington con Regno Unito e Cina.
In entrambi i casi, non si tratta di veri e propri accordi di libero scambio, non essendo prevista una riduzione generalizzata dei dazi. Gli accordi conclusi dagli USA con UK e Cina hanno portata più limitata, in quanto eliminano soltanto alcune delle barriere commerciali imposte dagli USA.
Un nuovo modello di intesa che potrebbe rappresentare il prototipo dei nuovi accordi commerciali. A ben vedere, si tratta di intese tradizionali già in passato sperimentate, che il sistema della World Trade Organization aveva superato, considerandole illegittime rispetto al nuovo quadro del sistema internazionale. Uno dei principi fondamentali, adottato nel quadro delle regole internazionali approvate dai Paesi aderenti alla World Trade Organization, è il principio della Nazione più favorita (MFN), in forza del quale le agevolazioni riconosciute a uno Stato devono essere estese a tutti gli altri e risponde all'obiettivo di parità di trattamento o, simmetricamente, di divieto di misure discriminatorie. Fanno eccezione a questo principio gli accordi di libero scambio, conclusi tra Paesi e finalizzati ad azzerare tariffe e ostacoli di natura doganale i quali, infatti, devono rispondere a determinati standard ed essere notificati al WTO.
I recenti accordi conclusi dagli Stati Uniti vanno oltre questa eccezione, pur derogando alla regola della Nazione più favorita. I nuovi modelli di accordo imposti dagli USA segnano quindi un passaggio importante nel superamento delle regole del multilateralismo: con le nuove intese, Regno Unito e Cina confermano implicitamente l'accettazione di una serie di tariffe adottate unilateralmente dagli USA in violazione del diritto internazionale ed essi stessi superano il principio della nazione più favorita, concedendo a Washington vantaggi non previsti per altri Stati. Sembra ora più lontana la possibilità di una ripresa di centralità dell'Organizzazione mondiale del commercio, già fortemente indebolita dal blocco dell'Organo di appello chiamato a gestire e risolvere le controversie tra gli Stati.
L'accordo tra USA e Regno Unito
L'accordo concluso tra USA e Regno Unito prevede l'esclusione dei dazi del 25% su acciaio e alluminio e la parziale riduzione delle tariffe sulle auto, solo entro un determinato contingente, mentre restano in vigore i dazi esistenti e le tariffe reciproche del 10%, che continuano ad essere applicate alla maggior parte dei prodotti di origine UK. Vi sono, inoltre, una serie di costi extra per il Regno Unito, che fanno da contropartita alla riduzione dei dazi USA.
L'intesa con il Regno Unito è la prima raggiunta dall'amministrazione Trump dopo la dichiarata “guerra dei dazi” e rappresenta, con ogni probabilità, un modello che potrebbe essere utilizzato anche per le trattative con l'Unione europea.
Nonostante l'enfasi posta sull'intesa, l'accordo con UK non prevede una totale abolizione dei dazi doganali recentemente introdotti, ma elimina soltanto alcune delle barriere commerciali imposte dagli USA a partire dal mese di marzo. Va segnalato, in particolare, che per il Regno Unito restano in vigore le tariffe aggiuntive del 10% sui prodotti che non sono stati espressamente esentati.
Il Presidente Trump ha acconsentito, invece, all'eliminazione dei dazi del 25% su acciaio e alluminio e sui prodotti derivati. A trarre maggiore vantaggio dall'accordo saranno soprattutto i prodotti derivati che utilizzano questi materiali, come mobili, macchinari e attrezzature sportive, che rappresentano circa il 5% delle esportazioni del Regno Unito verso gli USA. È prevista, inoltre, una forte riduzione dei dazi sulle automobili, per le quali Trump aveva previsto un dazio del 25%, da addizionare alla tariffa già esistente del 2,5%. Per questi prodotti, viene ora introdotto un contingente tariffario, con una riduzione del dazio al 10%, per una quota di 100 mila veicoli.
L'accordo tra Stati Uniti e UK prevede come contropartita una serie di extra-costi a carico del Governo britannico. Il Regno Unito si è impegnato ad acquistare determinati quantitativi di prodotti originari degli States. Inoltre, una quota tariffaria pari a 13 mila tonnellate di carne bovina, potrà essere esportata dagli Stati Uniti a dazio zero. Il Regno Unito rinuncia, infine, ai dazi sull'etanolo USA. È ancora in discussione un eventuale accordo sui prodotti farmaceutici, ma il Regno Unito ha chiarito che non vi saranno eccezioni sugli standard alimentari e sulla tassa sui servizi digitali.
L'accordo tra USA e Cina
Gli Stati Uniti hanno annunciato anche un'importante sospensione dei dazi nei confronti della Cina, concludendo un importante accordo commerciale che prevede lo stop di 90 giorni per le misure ritorsive adottate a partire da aprile. In particolare, entro il 14 maggio il Presidente Trump ridurrà del 115% i dazi sulle importazioni cinesi, che passeranno così dal 145 al 30%. Anche la Cina abbatterà del 115% i dazi sui prodotti americani, riducendo le tariffe del 125% al 10%.
Va rilevato, tuttavia, che anche in questo caso la riduzione delle misure tariffarie, oltre a essere temporanea, sarà soltanto parziale: restano in vigore, infatti, i dazi reciproci del 10% e le misure tariffarie imposte dagli Stati Uniti prima del 2 aprile, tra cui i dazi su acciaio, alluminio e auto.
L'accordo, annunciato lo scorso 11 maggio a Ginevra, rappresenta un importante passo verso una possibile definizione dei rapporti commerciali tra Cina e USA. L'allentamento delle misure daziarie nei prossimi tre mesi assicurerà, infatti, il proseguimento delle trattative tra Washington e Pechino.
Proprio come nell'accordo con UK, non è prevista una totale abolizione dei dazi doganali recentemente introdotti, ma si eliminano soltanto alcune delle barriere commerciali imposte dagli USA. Anche questo secondo “deal” conferma che l'obiettivo degli Stati Uniti non è quello di negoziare veri e propri accordi di libero scambio, ma quello di siglare rapide intese di natura commerciale, che interessino soltanto alcune categorie di prodotti, prevedendo una serie di concessioni reciproche.
Altro aspetto da considerare è che l'accordo di Ginevra conferma la decisione del Presidente Trump di sospendere la propria politica tariffaria, in attesa di concludere nuovi accordi commerciali che possano ridurre il deficit degli Stati Uniti. Secondo la Casa Bianca, nel 2024 il disavanzo con la Cina è stato di 295,4 miliardi di dollari, il più alto rispetto a tutti gli altri Paesi interessati dagli scambi con gli USA.
Washington ha già previsto una sospensione di 90 giorni per le tariffe reciproche che avrebbero dovuto colpire tutti i partner commerciali degli Stati Uniti a eccezione della Cina. Con l'accordo di Ginevra, arriva ora la sospensione anche nei confronti delle misure adottate contro Pechino. In particolare, gli Stati Uniti si impegnano a eliminare i dazi aggiuntivi imposti l'8 e il 9 aprile scorso. Restano applicabili, invece, i dazi reciproci del 10% oltre a tutte le tariffe imposte prima del 2 aprile, inclusi i dazi su acciaio, alluminio e automobili (section 232), le misure previste dalla prima amministrazione Trump, i dazi imposti in risposta all'emergenza nazionale del fentanyl (section 301) e i dazi della nazione più favorita.
Come contropartita, la Cina rimuoverà le misure annunciate dal 4 aprile 2025, sospendendo anche tutte le barriere non tariffarie adottate nei confronti degli USA. È prevista, infine, la sospensione di 90 giorni della tariffa del 34%, mentre rimarrà in vigore il dazio reciproco del 10%.
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Sara Armella
- Avvocato, Studio legale Armella & AssociatiRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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