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venerdì 24/01/2025 • 06:00

Fisco LA RISPOSTA DELLE ENTRATE

Dividend washing non applicabile alle partecipazioni senza i requisiti PEX

Con Risp. 21 gennaio 2025 n. 8, l'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti relativamente alla disapplicazione della disciplina di contrasto al dividend washing nelle operazioni di cessione di partecipazioni c.d. utili compresi.

di Marco Nessi - Dottore Commercialista e Revisore Legale

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La normativa del dividend washing non è applicabile ogniqualvolta le partecipazioni siano sprovviste dei requisiti oggettivi PEX, ovvero se sono relative a soggetti residenti in Paesi a fiscalità privilegiata o che non svolgono un'attività commerciale. Lo ha precisato l'Agenzia delle Entrate nella risposta 21 gennaio 2025 n. 8.

L'Istante riferisce che:

  • opera ordinariamente nell'ambito della gestione dei propri investimenti sui mercati finanziari, potendo realizzare, su titoli azionari sui quali investe, plusvalenze o minusvalenze;
  • i titoli oggetto sui quali nell'esercizio sono state realizzate significative minusvalenze, sono quotati nei mercati regolamentati dove ordinariamente l'Istante alloca parte dei propri investimenti;
  • la politica aziendale prevede l'applicazione di tecniche di stop loss in base alle quali, i titoli minusvalenti, al verificarsi di specifiche condizioni quantitative, vengono ceduti;
  • le scelte sottostanti le operazioni di acquisto e vendita dei titoli sono elaborate dalla Direzione Finanza dell'Istante applicando logiche puramente finanziarie, prescindendo dagli aspetti fiscali conseguenti.

Acquisto di partecipazioni in prossimità della data di stacco del dividendo

Con l'espressione dividend washing si intende un'operazione consistente nell'acquisto di partecipazioni in prossimità della data di stacco del dividendo e nella successiva cessione delle partecipazioni stesse dopo l'incasso degli utili.

L'operazione determina, di fatto, un arbitraggio fiscale a vantaggio dei contribuenti che, in questo modo, volendo minimizzare il carico impositivo, possono incassare i dividendi esclusi da tassazione (alias: tassati al 5%) e poi realizzare plusvalenze esenti e minusvalenze fiscalmente deducibili. Nella prassi l'operazione si articola nelle seguenti fasi: 

  • il soggetto A cede le partecipazioni della società X al soggetto B “dividendi inclusi” realizzando plusvalenze aventi le caratteristiche oggettive per l'applicazione del regime di esenzione parziale (ex art. 87 TUIR);
  • il soggetto B incassa, dalla società X, i dividendi (imponibili al 5%);
  • il soggetto B vende le partecipazioni in X, prive dei requisiti PEX e realizza minusvalenze fiscalmente deducibili.

Al fine di evitare questi tipi di comportamento, l'art. 109 c. 3-bis e 3-ter TUIR prevede che, ai fini delle imposte sui redditi, devono considerarsi indeducibili fino a concorrenza dell'importo non imponibile dei dividendi percepiti nei 36 mesi precedenti il relativo realizzo (si veda anche Circ. AE 14 giugno 2006 n. 21):

  • le minusvalenze realizzate (ex art. 101 TUIR) su azioni, quote e strumenti finanziari similari alle azioni che non possiedono i requisiti per beneficiare della participation exemption (ex art. 87 TUIR);
  • le differenze negative tra i ricavi e i relativi costi, derivanti dalla cessione di azioni, quote e strumenti finanziari similari, iscritti nell'attivo circolante.

Nel caso esaminato una società ha realizzato delle minusvalenze su partecipazioni indeducibili per effetto della disciplina relativa al c.d. dividend washing. In particolare queste minusvalenze sono:

  • derivate da disinvestimenti effettuati a seguito di analisi e strategie di carattere finanziario e sulla base di valutazioni storiche e di stime prospettiche derivanti dall'analisi dei trend dei mercati finanziari;
  • giustificate dal fatto di voler evitare delle perdite economiche più consistenti di quelle effettivamente subite (stante gli andamenti dei titoli e dei mercati di riferimento).

Meccanismo di sterilizzazione delle minusvalenze

Con riferimento a quanto sopra, nella risposta all'interpello in commento, l'Agenzia delle Entrate ha evidenziato che, attraverso la disciplina del c.d. dividend washing, il legislatore ha voluto individuare un meccanismo di sterilizzazione delle minusvalenze su partecipazioni aventi i requisiti oggettivi PEX limitato al valore del dividendo staccato dalle società partecipate nei 36 mesi antecedenti il realizzo stesso, ed operante in automatico, ovvero:

  • al verificarsi delle condizioni previste da tali norme;
  • senza alcuna rilevanza da attribuire alle cause che hanno determinato il prodursi del componente negativo di reddito che ha originato l'applicazione della disciplina in esame.

Per ottenere la disapplicazione della disciplina in esame, quindi, viene chiarita la necessità di dimostrare l'integrale tassazione dei dividendi oppure l'impossibilità del primo cedente dei titoli “dividendi inclusi” di usufruire del regime PEX.

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a cura di

redazione Memento

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