Riforma IVA 2025: quali sono gli impatti per le PMI italiane

La Direttiva (UE) 2020/285 ha previsto l'introduzione del regime di franchigia IVA a vantaggio di imprese di ridotte dimensioni che potranno adottarlo al fine di operare in uno Stato UE diverso da quello ove sono stabilite, senza che sia applicata l'IVA sulle operazioni.

In buona sostanza è negata la detrazione e la rivalsa a coloro che abbiano aderito alla franchigia, purché il volume d'affari realizzato non superi certe soglie. L'introduzione di tale meccanismo a livello unionale - recepito dal nostro ordinamento con il D.Lgs. 180/2024 - risponde ad una finalità ben precisa, ossia quella di evitare le distorsioni nel mercato unionale che si erano create nei casi ove una società beneficiava di un regime di non applicazione IVA nel proprio paese di stabilimento e, invece, nel paese terzo UE dove operava era costretta ad adottare un regime IVA ordinario.

La nuova disciplina, operativa dal 2025, porta sia semplificazioni (dal lato degli adempimenti IVA) ma anche una maggior attrattività dell'impresa, agli occhi dei consumatori finali.