giovedì 07/11/2024 • 06:00
È legittimo far cessare d'ufficio il numero di partita IVA di una società che ha omesso i versamenti IVA per 5 periodi d'imposta? È possibile applicare l'esenzione IVA per la vendita di oro tramite un gioco online? Sono alcune delle domande pregiudiziali sollevate nel 2024 avanti la CGUE.
Cancellazione d'ufficio della partita IVA per mancato versamento
Una Corte tributaria bulgara ha chiesto alla Corte di Giustizia UE di pronunciarsi sulle seguenti questioni:
Nel caso di specie, alla società era stata contestata l'omesso versamento dell'IVA dichiarata per complessivamente cinque periodi d'imposta, con conseguente cessazione della registrazione ai fini IVA così come previsto dalla legge bulgara.
La sentenza può interessare anche l'Italia anche se nel nostro ordinamento non è prevista la cessazione del numero di partita IVA per gli omessi versamenti. Attualmente, il comma 15-quinquies dell'art. 35 Decreto IVA prevede la chiusura automatica delle partite IVA inattive. Con il provvedimento n. 1415522 del 3 dicembre 2019 il Direttore dell'Agenzia delle entrate ha definito i criteri e le modalità per la chiusura delle partite IVA inattive specificando che, sulla base dei dati e degli elementi in possesso dell'Agenzia delle entrate, coloro che risultano non aver esercitato, nelle tre annualità precedenti, attività di impresa ovvero attività artistiche o professionali sono esclusi dalla banca dati dei soggetti passivi.
La causa è stata rubricata con il numero C-164/24 e interessa l'art. 35 DPR 633/72.
Oro ceduto nel gioco oro in game
Una Corte tributaria lituana ha chiesto alla Corte di Giustizia se la vendita di oro tramite il gioco «Runescape» rientri nell'ambito delle operazioni esenti di cui all'art. 135 paragrafo 1 lettera e) direttiva 2006/112/CE.
In caso di risposta in senso negativo alla prima questione: quale debba essere il valore imponibile dell'oro acquistato nel corso del gioco (oro in-game) ai sensi delle disposizioni della direttiva IVA: se si tratti del corrispettivo totale per la vendita di oro in game, oppure solo della differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita, nel caso in cui l'operatore non addebiti una provvigione distinta per il trasferimento di oro in-game.
La questione può interessare anche l'Italia, ove l'art. 10 n. 11) Decreto IVA esenta dall'imposta le cessioni e le relative intermediazioni che abbiano per oggetto oro da investimento. Tuttavia i produttori e coloro che trasformano l'oro in oro da investimento possono optare (anche in relazione a ciascuna operazione) per l'imponibilità della cessione con il metodo del reverse charge se la cessione avviene nei confronti di acquirenti soggetti passivi d'imposta.
La causa è stata rubricata con il numero C-472/24 e interessa l'art. 10 DPR 633/72.
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Marco Peirolo
- Dottore commercialista e componente della Commissione IVA e altre imposte indirette CNDCECRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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