Esenzione IVA negata alla società se c’è l’intento fraudolento

Detrazione ed esenzione possono essere negate in caso di pratiche abusive?

Secondo la giurisprudenza unionale, per poter accertare l'esistenza di una pratica abusiva ai fini IVA occorre che, da un lato, l'operazione in esame, nonostante l'applicazione formale delle condizioni previste sia dalla Direttiva IVA che dalla normativa nazionale, procuri un vantaggio fiscale la cui concessione sarebbe contraria all'obiettivo perseguito da queste stesse disposizioni e, dall'altro, che risulti da un insieme di elementi oggettivi che lo scopo dell'operazione stessa sia essenzialmente l'ottenimento di un vantaggio fiscale. Infatti, il divieto di comportamenti abusivi non vale più ove le operazioni possano spiegarsi altrimenti che con il mero conseguimento di vantaggi fiscali (Halifax e a., C-255/02).

Da qui occorre poi spostarsi sulla questione se possa essere compresso il beneficio di un diritto previsto dalla Direttiva IVA. Come emerge dal caso Schoenimport «Italmoda» Mariano Previti e a. (C-131/13), nessuno può beneficiare abusivamente o fraudolentemente dei diritti derivanti dall'ordinamento giuridico dell'UE e l'eventuale compressione e/o limitazione di un diritto spetterà alle autorità ed ai giudici nazionali, qualunque sia il diritto in materia di IVA interessato dall'abuso o dalla frode.

Pertanto, per quanto riguarda la condizione relativa all'ottenimen...