martedì 10/09/2024 • 11:12
Con l’audizione alla Camera del 9 settembre, Confprofessioni segnala la necessità che il principio dell’equo compenso sia espressamente confermato nell’applicazione del Codice degli appalti.
redazione Memento
Mauro Iacumin, componente della giunta di Confprofessioni, durante un'audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera, ha affermato che “per dirimere equivoci ed impedire abusi a danno dei professionisti, Confprofessioni chiede che il principio dell'equo compenso, sancito dalla L. 49/2023, sia espressamente confermato nell'applicazione del codice degli appalti. Quindi, nel rispetto della normativa comunitaria, andrebbe espressamente prevista, per le gare di servizi di ingegneria e architettura, l'applicabilità di ribassi solo sulle spese accessorie, fermi restando i parametri stabiliti con decreto quali misura dell'equo compenso”.
È quanto riportato da Confprofessioni, con un comunicato del 9 settembre, in cui si ricorda che alla Camera è in corso la discussione su alcune risoluzioni finalizzate ad apportare modifiche al Codice dei contratti pubblici, riguardo allo svolgimento delle procedure di affidamento, la revisione dei prezzi e l'esecuzione degli appalti.
Proseguendo nel suo intervento, Iacumin ha aggiunto che «I contratti pubblici, e in particolare la fornitura di servizi di ingegneria e architettura, sono l'esempio emblematico di un'asimmetria tra le parti che deve dar luogo all'applicazione dell'equo compenso; viceversa, il valore di garanzia della nuova legge, fortemente voluta da tutti i partiti, su istanza pressante delle parti sociali, rischierebbe di perdersi nel nulla».
Nel suo intervento, il rappresentante dell'area tecnica di Confprofessioni ha ricordato che un'opera pubblica è basata su tre fasi distinte ed interconnesse, con 3 protagonisti:
Secondo Iacumin «Occorre, però, chiarire che la direzione dei lavori ed il collaudo dell'opera dev'essere in capo ai professionisti. Inoltre, andrebbe introdotta una disposizione che limiti il ricorso all'appalto integrato ai casi in cui la complessità estrema dei lavori e le esigenze di innovazione integrata, tra progettazione e produzione. Obiettivo: mantenere la dovuta indipendenza della progettazione dalla realizzazione, per aumentarne il controllo».
Fonte: Audizione Confprofessioni alla Camera dei deputati, 9 settembre 2024
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