martedì 30/07/2024 • 06:00
La Corte di Giustizia UE del 29 luglio 2024 (C-623/22) si è pronunciata in merito allo scambio automatico e obbligatorio di informazioni relative a meccanismi transfrontalieri soggetti all'obbligo di notifica.
redazione Memento
La sentenza della Corte del 29 luglio 2024 riguarda una domanda di pronuncia pregiudiziale presentata dalla Cour constitutionnelle (Corte costituzionale, Belgio) sulla validità dell'articolo 8 bis ter della direttiva 2011/16/UE, modificata dalla direttiva (UE) 2018/822, in materia di scambio automatico e obbligatorio di informazioni relative a meccanismi transfrontalieri soggetti all'obbligo di notifica. La domanda è stata sollevata in relazione a varie controversie tra associazioni di professionisti belgi e il governo belga sulla legge del 20 dicembre 2019 che traspone la direttiva (UE) 2018/822.
Il caso
La Corte esamina la validità dell'articolo 8 bis ter alla luce dei diritti fondamentali, in particolare degli articoli 7, 20, 21 e dell'articolo 49, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, e del principio generale di certezza del diritto. La sentenza si concentra su cinque questioni:
L'esame delle questioni non ha evidenziato, secondo la CGUE, elementi che inficiano la validità della direttiva 2011/16 modificata alla luce dei principi di parità di trattamento e non discriminazione, del principio di legalità in materia penale, del diritto al rispetto della vita privata e del principio di certezza del diritto.
Osservazioni
La Corte sottolinea che il legislatore dell'Unione dispone di un ampio potere discrezionale nell'ambito della lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva e che le nozioni utilizzate nella direttiva, sebbene ampie, possono essere progressivamente chiarite attraverso interpretazioni giurisprudenziali e sono sufficientemente chiare nella maggior parte dei casi. La sentenza ribadisce che il grado di prevedibilità richiesto dipende dal contenuto del testo, dal settore interessato e dal numero e qualità dei destinatari, e che i professionisti sono tenuti a valutare con cura i rischi del loro lavoro.
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