mercoledì 19/06/2024 • 06:00
La Cassazione nega la portata innovativa dell'art. 7 c. 5-bis D.Lgs. 546/92 nella parte in cui definisce lo schema di riparto dell'onere della prova nel processo tributario tra Ente impositore e contribuente.
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La vicenda processuale a quo La pronuncia da parte della Suprema Corte n. 16493/2024 è stata occasionata della proposizione di un ricorso per cassazione da parte di una società raggiunta da un avviso di accertamento in materia di Ires, Irap e Iva relativo al 2007 e confermato dal giudice di primo grado e dal giudice di appello. Sulla scorta e a seguito di un P.V.C. della Guardia di Finanza, l'Agenzia delle entrate notificava alla società un avviso di accertamento con cui intimava il pagamento dell'Iva indebitamente detratta dalla contribuente in quanto correlata ad operazioni asseritamente inesistenti, nonché il versamento di maggiori Ires e Irap risultanti dal disconoscimento ai fini del reddito e del valore di produzione dei costi dedotti dalla società quali compensi remunerativi di prestazioni fatturate da alcune imprese fornitrici e dai Verificatori ritenute inesistenti. L'avviso veniva impugnato dinanzi alla C.T.P., che confermava la fondatezza delle contestazioni. Con appello intestato alla C.T.R., la società impugnava la sentenza di primo grado, che la vedeva soccombente. Anche l'appello veniva rigettato. Ciò, principalmente, sulla base delle seguenti ragioni: il contribuen...
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