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giovedì 06/06/2024 • 06:00

Lavoro Immigrazione

Impiego di stranieri: ingresso entro le quote da riformare

Il Governo, rilevato l'uso improprio delle quote di immigrazione che permette l'ingresso irregolare di stranieri poi non assunti, annuncia modifiche normative, amministrative e un maggior coinvolgimento delle associazioni datoriali per favorire l'ingresso regolare a supporto del sistema produttivo.

di Marcello Ascenzi - Dottore commercialista

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  • Tempo di lettura 5 min.
  • Ascolta la news 5:03

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La necessità di personale in molti settori rappresenta una vera emergenza per il sistema produttivo del nostro Paese. Una delle soluzioni di maggior rilievo, attuate negli anni, consiste nell'impiego degli stranieri provenienti da Paesi extra UE, nell'ambito della programmazione periodica dei flussi migratori, ossia entro le così dette quote annue. L'ingresso per motivi di lavoro secondo la programmazione dei flussi migratori, prevista dall'art. 3 D.Lgs. 286/98 (Testo unico immigrazione - TUI), trova applicazione per i cittadini che non rientrano nei casi particolari per cui l'ingresso può avvenire fuori dalle quote annue.

Le quote, stabilite dal Governo con i Decreti flussi in aumento ogni anno, rappresentano il numero massimo di cittadini stranieri che i datori di lavoro possono far entrare in Italia per lavoro, con l'impegno di assumerli successivamente.

La procedura prende avvio con la richiesta di nulla osta al lavoro cui segue l'attribuzione delle quote ai datori di lavoro, secondo l'ordine di invio delle istanze a partire dal giorno fissato per il click day. L'ottenimento del nulla osta permette al cittadino straniero di entrare in Italia per poi essere assunto.

Frequentemente, il totale delle quote disponibili si esaurisce lo stesso giorno del click day, confermando la forte necessità di personale. Tuttavia alcune analisi condotte da parte del Governo, sintetizzate nel comunicato stampa del Consigli dei Ministri del 4 giugno 2024 n. 84, indicano che gli ingressi potrebbero non andare a soddisfare effettive esigenze di impiego, ma rappresentare un canale di immigrazione irregolare. Il motivo di ciò va ricercato, da un lato, nel fatto che molte domande provengono da regioni del sud Italia la cui capacità produttiva è oggettivamente non in grado di assorbirle il totale delle richieste, dall'altro, per la percentuale estremamente bassa di assunzioni effettive degli stranieri una volta entrati in Italia.

Preoccupante scenario

I dati confermati dal Governo nel richiamato comunicato stampa sono molto preoccupanti. Viene rilevato che i permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 giungono dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%. Nonostante il numero esorbitante di domande di nulla osta, una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto e sono entrati in Italia per ragioni di lavoro, in base al Decreto Flussi, ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta ha sottoscritto un contratto di lavoro.

La stessa situazione, ossia uno scarto significativo tra il numero di ingressi per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati, caratterizza molte altre regioni italiane, anche se con percentuali di scarto meno significative.

Secondo il Governo emerge:

  • un numero di richieste enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale;
  • uno scarto significativo tra stranieri che entrano in Italia e chi effettivamente sottoscrive un contratto di lavoro in Italia.

Il significato di quanto rilevato, secondo il Governo, è un utilizzo distorto dei flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro che, invece, vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare, ove sembrerebbe essersi infiltrata la criminalità organizzata nella gestione delle domande di nulla osta.

Modifiche alla procedura di immigrazione

La preoccupante situazione affligge il sistema produttivo, in quanto molte realtà con effettivo bisogno di personale finiscono per non ottenere la quota a causa dell'elevato numero di richieste da parte di soggetti non intenzionati all'assunzione. Per far fronte a questa situazione il Governo annuncia cambiamenti sia amministrativi sia normativi che interverranno sui seguenti aspetti:

  • verifica delle domande di nulla osta al lavoro nonché del meccanismo del click day;
  • definizione mirata delle quote;
  • rafforzamento dei canali di ingresso speciali.

Gli interventi di riforma annunciati dal Governo, inoltre, dovranno migliorare la collaborazione con le associazioni dei datori di lavoro, allo scopo di definire accuratamente i reali fabbisogni di manodopera, anche a livello territoriale.

Un impulso verso l'utilizzo virtuoso delle procedure di immigrazioni, quindi, dovrà giungere dalle associazioni datoriali con cui il Governo promuoverà incontri per definire i fabbisogni di manodopera. Le associazioni datoriali potranno svolgere una funzione di garanzia e, probabilmente, giocare un ruolo sempre più attivo nella presentazione delle domande di nulla osta al lavoro. In questo modo le associazioni datoriali saranno coinvolte nel monitoraggio delle domande per conto dei propri associati, con controlli preliminari.

Le modifiche attese alle procedure di immigrazione potrebbero ampliare i casi in cui l'ingresso in Italia può avvenire fuori dalle quote, attraverso canali preferenziali per l'immigrazione regolare, come nel caso di cittadini formati all'estero prima di giungere in Italia.

L'obiettivo ultimo del Governo è, quindi, quello di garantire l'ingresso in Italia agli stranieri titolari di un contratto di lavoro, secondo i principi che hanno ispirato la legge Bossi-Fini.

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