giovedì 23/05/2024 • 11:57
Il Consiglio UE ha approvato, dopo Commissione e Parlamento UE, le prime norme al mondo sull’intelligenza artificiale nell’ottica, innanzitutto, del completo rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. Sul fronte italiano, il Disegno di Legge con delega al Governo in materia di intelligenza artificiale ha iniziato il suo iter parlamentare.
Ascolta la news 5:03
In attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, l’Artificial Intelligence Act (AI Act), la normativa (prima, nel suo genere, a livello mondiale) che va a regolamentare i sistemi di intelligenza artificiale e approvata dal Consiglio dell’Unione Europea è realtà. Le nuove regole verranno applicate solo tra due anni, fatta eccezione per i divieti: entro sei mesi dall’entrata in vigore dovranno essere eliminati gradualmente i sistemi vietati dall’AI Act; entro 12 mesi verranno applicate le norme di governance generali a tutte le aziende e le PA e, tra 36 mesi, gli obblighi per i sistemi ad alto rischio. Questa nuova disciplina è stata promulgata con lo scopo di promuovere lo sviluppo e l’adozione di sistemi di IA sicuri e affidabili nel mercato unico dell’UE da parte di attori sia pubblici che privati. Non solo: la normativa vuole altresì stimolare gli investimenti e l’innovazione nel settore dell’intelligenza artificiale in Europa. Tutto ciò, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini dell’UE. L’AI Act, che si applica solo ad ambiti soggetti al diritto dell’UE, prevede esenzioni, ad esempio, per i sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari e di difesa, come pure per scopi di ricerca. Previsto anche il quadro sanzionatorio: le multe per le violazioni delle regole sull’intelligenza artificiale sono fissate in percentuale del fatturato annuo globale dell’azienda colpevole nell’anno finanziario precedente o in un importo predeterminato, a seconda di quale sia il più elevato. Le PMI e le start-up saranno, invece, soggette a sanzioni amministrative proporzionali.
Il profilo dell’AI Act
Tra le principali caratteristiche di questo nuovo Regolamento, vi è innanzitutto la classificazione, in base al rischio, dei diversi tipi di intelligenza artificiale. Ciò significa che i sistemi IA che presentano solo un rischio limitato (come le chatbot che forniscono suggerimenti personalizzati) sono soggetti a obblighi di trasparenza molto leggeri, mentre i sistemi ad alto rischio (ad esempio, quando i sistemi possono incidere in modo sensibile sulla salute e sui diritti fondamentali delle persone fisiche) sono soggetti a una serie di requisiti e obblighi per ottenere l’accesso al mercato dell’UE. Naturalmente, per i sistemi IA considerati a rischio nullo (come i filtri fotografici o i videogames) non ci sono invece obblighi.
Va detto che, per quanto riguarda poi l’implementazione di un sistema ad alto rischio (ad esempio, un ente che fornisce servizi pubblici), è necessario valutarne l’impatto sui diritti fondamentali. Il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale contempla infatti una maggiore trasparenza relativamente allo sviluppo e l’uso di sistemi di IA ad alto rischio. Questo tipo di sistemi, così come nel caso di enti pubblici che si trovano ad utilizzare un sistema IA ad alto rischio, dovranno essere registrati nella banca dati dell’UE per i sistemi di IA ad alto rischio, mentre gli utenti di un sistema di riconoscimento delle emozioni dovranno essere informati della loro esposizione a tale tipo di sistema.
L’AI Act affronta anche l’uso dei “General Purpose AI model” (GPAI), ovvero i modelli di intelligenza artificiale per scopi generali. Questi modelli, nello specifico, anche grazie l’addestramento attraverso un’enorme quantità di dati e meccanismi di auto-apprendimento, sono capaci di eseguire un’ampia gamma di compiti distinti e possono essere integrati come componente in una serie di sistemi o applicazioni. Orbene, secondo le nuove norme i modelli GPAI che non presentano rischi sistemici saranno soggetti ad alcuni requisiti limitati (ad esempio, per ciò che concerne la trasparenza), quelli con rischi sistemici dovranno invece rispettare regole più severe.
Al fine di assicurare l’applicazione corretta della nuova normativa, sono stati istituiti diversi organi di governo, ovvero un ufficio AI all’interno della Commissione UE per far rispettare le regole comuni in tutta l’Unione, così come un panel scientifico di esperti indipendenti a supporto delle attività, nonché un comitato per l’AI composto da rappresentanti degli Stati membri per consigliare e assistere la Commissione e gli Stati stessi nell’applicazione delle regole. Infine, è stato altresì istituito un forum consultivo per le parti interessate preposto a fornire competenze tecniche al comitato AI e alla Commissione.
In Italia
Nel nostro Paese, il 23 aprile 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge recante disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. Il ddl integra le direttive del nuovo Regolamento europeo sull’IA con indicazioni specifiche per alcuni settori, come ad esempio il mercato del lavoro e sanità pubblica. Le norme intervengono in cinque ambiti: la strategia nazionale, le autorità nazionali, le azioni di promozione, la tutela del diritto d’autore, le sanzioni penali. In particolare, la delega al Governo per quanto concerne l’adeguamento dell’ordinamento nazionale alla normativa UE sull’IA contempla persino un’integrazione della materia nei percorsi scolastici e universitari, come pure la formazione da parte degli ordini professionali per professionisti e operatori. La delega prevede anche modifiche al codice penale per adeguare reati e sanzioni all’uso illecito dei sistemi di IA. Del testo colpiscono innanzitutto la dichiarazione d’intenti dell’articolo 1, secondo cui si “promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le opportunità”. Interessante, poi, all’articolo 3, l’allineamento con l’AI Act, non solo in tema di tutela dei diritti fondamentali dell’individuo, ma altresì per l’importanza riconosciuta all’aspetto della sicurezza informatica. Il testo, infatti, dispone che “al fine di garantire il rispetto dei diritti e dei principi di cui al presente articolo deve essere assicurata, quale precondizione essenziale, la cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale, secondo un approccio proporzionale e basato sul rischio, nonché l’adozione di specifici controlli di sicurezza, anche al fine di assicurarne la resilienza contro tentativi di alterarne l’utilizzo, il comportamento previsto, le prestazioni o le impostazioni di sicurezza”.
Le nuove norme prevedono che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non possa in alcun modo selezionare, con criteri discriminatori, condizionando e restringendo l’accesso alle prestazioni sanitarie. Prioritario è, inoltre, il diritto dell’interessato ad essere informato circa l’utilizzo di tali tecnologie. Viene poi promossa la diffusione dei sistemi di IA finalizzati all’inclusione e all’accessibilità delle persone con disabilità. L’utilizzo dei sistemi di IA in ambito sanitario deve lasciare impregiudicata la spettanza della decisione alla professione medica. Infine, altro punto importante, è l’applicazione del principio antropocentrico all’utilizzo dell’IA nel mondo del lavoro, chiarendo che l’intelligenza artificiale può essere impiegata per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori, accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone in conformità al diritto dell’Unione europea. Anche per il lavoro viene ribadito il principio di equità e non discriminazione, stabilendo che l’utilizzo dei sistemi di IA per l’organizzazione o la gestione del rapporto di lavoro non può in nessun caso essere discriminatorio.
© Copyright - Tutti i diritti riservati - Giuffrè Francis Lefebvre S.p.A.
Vedi anche
L’AI Act è stato approvato dal Consiglio UE mentre il Governo sta preparando un Disegno di Legge con i principi sullo sviluppo, ado..
Rimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
Per continuare a vederlo e consultare altri contenuti esclusivi abbonati a QuotidianoPiù,
la soluzione digitale dove trovare ogni giorno notizie, video e podcast su fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti e mondo digitale.
Abbonati o
contatta il tuo
agente di fiducia.
Se invece sei già abbonato, effettua il login.