venerdì 08/03/2024 • 12:17
Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 5 marzo 2024 è stata pubblicata la Direttiva UE 28 febbraio 2024 n. 825, sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde attraverso il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione (divieto di Greenwashing).
redazione Memento
La nuova Direttiva UE n. 825 del 28 febbraio 2024 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 5 marzo 2024) interviene direttamente a modificare la Direttiva 83/2011 sui diritti dei consumatori e la Direttiva 29/2005 sulle pratiche commerciali sleali, con lo scopo di tutelare i consumatori da pratiche commerciali ingannevoli, consentendo di compiere scelte di acquisto più informate. Greenwashing: di cosa si tratta? Il greenwashing è una strategia di comunicazione o di marketing perseguita da enti o imprese che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l'impatto ambientale negativo. Si tratta di un ambientalismo di facciata che punta a orientare i comportamenti dei consumatori nelle loro scelte economiche. Quali sono i nuovi divieti? Sono aggiunte all'elenco delle pratiche commerciali considerate in ogni caso sleali (e quindi vietate) una serie di strategie di marketing quali: l'esibizione di un marchio di sostenibilità non basato su un sistema di certificazione o non regolamentato da autorità pubbliche; l'affermazione di un'asserzione ambientale di cui il professionista non sia in grado di dimostrare la provenienza, o concernente l'intero prodotto o l'attività se invece riguarda solo un determinato ambito; sostenere che un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull'ambiente in base a una mera compensazione delle emissioni di gas a effetto serra; presentare come tratto distintivo del professionista il possesso di requisiti imposti che invece la legge impone per tutti i prodotti o servizi appartenenti a una data categoria. Sono vietate indicazioni infondate sulla durata o sulla riparabilità o meno di un prodotto. Viene anche regolamentato l'uso dei marchi di sostenibilità, per cui verranno autorizzati solo marchi basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche. Sono di conseguenza vietate, nell'etichettatura dei prodotti, l'uso di indicazioni ambientali generiche (come “rispettoso dell'ambiente”, “ecologico”, o simili), prive di alcuna prova. Tempistiche di recepimento La Direttiva dovrà essere recepita dagli stati membri nel proprio ordinamento interno entro il 27 marzo 2026. Fonte: Direttiva UE 825/2024
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