venerdì 26/01/2024 • 10:45
Il CNDCEC informa di aver pubblicato il primo numero dell’informativa sul reporting di sostenibilità. L'implementazione degli Standard Europei di Rendicontazione sulla Sostenibilità (ESRS) ha rafforzato l'importanza delle competenze di rendicontazione per tutte le imprese coinvolte dalla normativa, secondo un preciso ordine temporale.
redazione Memento
Il CNDCEC, con comunicato stampa del 25 gennaio 2024, informa di aver pubblicato il primo numero dell’informativa sul reporting di sostenibilità “L'entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)". CSRD La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata in vigore il 5 gennaio 2023, rafforza e modernizza le norme relative alla rendicontazione di informazioni di sostenibilità da parte delle imprese. La direttiva richiede a un numero sempre maggiore di grandi aziende e PMI quotate di adottare strumenti di rendicontazione sulla sostenibilità. L'obiettivo delle nuove regole è garantire l'accesso alle informazioni necessarie agli stakeholder per valutare l'impatto delle strategie aziendali sulle persone e sull'ambiente, nonché consentire agli investitori di valutare i rischi e le opportunità finanziarie derivanti dai cambiamenti climatici e da altre questioni di sostenibilità. Le aziende soggette alla CSRD dovranno utilizzare gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), sviluppati dall'EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group). Gli ESRS Nella proposta originale della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) del 21 aprile 2021, la Commissione Europea ha coinvolto l'EFRAG per sviluppare nuovi standard di rendicontazione di sostenibilità o proporre modifiche agli standard esistenti. Il 6 giugno 2023, la Commissione ha avviato un periodo di consultazione pubblica di quattro settimane sui primi standard di rendicontazione di sostenibilità per le imprese. Dopo l'analisi dei più di 600 feedback ricevuti, la Commissione ha adottato gli ESRS come regolamento delegato per la rendicontazione di sostenibilità. Gli ESRS sono stati approvati dalla Commissione Europea il 31 luglio 2023. Il superamento della NFRD Le regole introdotte dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) rappresentano un aggiornamento della Non-Financial Reporting Directive (NFRD) esistente. La NFRD rimarrà in vigore fino a quando le imprese dovranno applicare le nuove regole della CSRD. Secondo la NFRD, le grandi aziende erano tenute a rendicontare informazioni riguardanti questioni ambientali, sociali, il trattamento dei dipendenti, i diritti umani, la lotta alla corruzione e alle tangenti, nonché la diversità nei consigli di amministrazione in termini di età, genere, formazione e esperienza professionale. Queste regole di rendicontazione si applicavano alle grandi aziende di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, che comprendono circa 11.700 grandi aziende e gruppi, costituiti da società quotate, banche, compagnie assicurative e altre società definite come enti di interesse pubblico dalle autorità nazionali. Le scadenze Con l'entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che richiede il recepimento nelle normative nazionali entro il 6 luglio 2024, si amplia il numero di aziende soggette agli obblighi di rendicontazione di sostenibilità, secondo una roadmap temporale definita. Le prime aziende dovranno applicare le nuove regole per la prima volta con riferimento all'esercizio 2024 e i report saranno pubblicati nel 2025. Di seguito sono riportate le scadenze identificate dalla CSRD e i tipi di imprese interessate: Dal 1° gennaio 2025 (esercizio 2024): le grandi imprese già soggette alla Non-Financial Reporting Directive (NFRD), dette Enti di Interesse Pubblico (EIP), che superano determinati criteri di dimensione in termini di dipendenti, attivo o ricavi. Dal 1° gennaio 2026 (esercizio 2025): le grandi imprese non quotate che superano almeno due dei criteri dimensionali (dipendenti, attivo o ricavi). Dal 1° gennaio 2027 (esercizio 2026): le piccole e medie imprese (PMI) quotate (escluse le micro imprese) che soddisfano almeno due dei criteri dimensionali di numero di dipendenti, attivo o ricavi. Dal 1° gennaio 2029 (esercizio 2028): le imprese non appartenenti all'Unione Europea con determinati limiti o filiali o succursali nell'Unione, così come le PMI quotate che hanno scelto l'opzione opt-out, ossia la deroga temporanea. La CSRD amplia quindi l'ambito delle aziende coinvolte nell'obbligo di rendicontazione di sostenibilità, con scadenze differenziate in base alla dimensione e al tipo di impresa. Osservazioni L'introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD ) nell'ordinamento europeo rappresenta un passo fondamentale in due aspetti principali. In primo luogo, consolida l'obbligatorietà della rendicontazione di sostenibilità. In secondo luogo, promuove l'applicazione di un unico standard di rendicontazione, favorendo l'omogeneità e la comparabilità delle informazioni comunicate dalle imprese. Per le PMI non quotate resta la possibilità di adottare volontariamente i principi di rendicontazione di sostenibilità. Infatti, indirettamente, tali aziende potrebbero essere sollecitate a fornire informazioni di sostenibilità alle imprese lungo la propria catena del valore, se richiesto da esse. Tuttavia, questo “obbligo” assume un valore strategico e competitivo, non strettamente normativo. La CSRD sottolinea che gli Stati membri potranno prendere in considerazione misure per agevolare l'applicazione dei principi di rendicontazione di sostenibilità da parte delle PMI aprendo così alla possibilità di semplificazioni a livello normativo nazionale che favorirebbero la trasparenza e l'attuazione della CSRD anche da parte delle PMI non quotate. Fonte: Com. stampa CNDCEC 25 gennaio 2024
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