venerdì 15/12/2023 • 14:00
I consulenti del lavoro, con Approfondimento del 14 dicembre 2023, chiariscono il concetto di Gender Pay Gap, il suo ambito definitorio e la metodologia di misurazione, come indicato dalle statistiche europee e nazionali.
redazione Memento
Con Approfondimento del 14 dicembre 2023, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro analizza il concetto di Gender Pay Gap e come può essere misurato, sulla base di contenuti e statistiche fornite da Istat ed Eurostat. Cosa misura il Gender Pay Gap? Il Gender Pay Gap (GPG) è l’indicatore prodotto annualmente dai Paesi membri dell’UE in base a quanto previsto da un Gentlemen Agreement, per misurare il differenziale retributivo tra uomini e donne. L’indicatore è calcolato sulla base dell’indagine Structure of Earnings Survey (SES), che viene svolta ogni 4 anni, e aggiornato sfruttando informazioni annuali. Il GPG è calcolato come la differenza percentuale delle retribuzioni orarie di uomini e donne in rapporto a quelle degli uomini ed è un indicatore sensibile agli effetti di composizione (settore di attività economica, dimensione di impresa, professione, livello di istruzione, età, anzianità aziendale ecc.). Eurostat sta sperimentando il calcolo di un Adjusted GPG che cerca di depurare l’indicatore dagli effetti di composizione in modo da renderlo più adatto a misurare i differenziali retributivi a parità di caratteristiche della unità economica, del lavoratore e della posizione lavorativa Il Gender Pay Gap in Italia: a che punto siamo? L’Italia è uno dei Paesi con il più basso GPG: nel 2021, la retribuzione media oraria delle donne è stata del 5% inferiore rispetto a quella di un uomo. In Europa, il differenziale arriva al 13,5%. Il gap salariale è più alto tra le professioni in cui vi è una minore presenza femminile. Un altro dei fattori che sembra concorrere fortemente a determinare il differenziale salariale di genere è l’effetto di composizione tra il comparto a controllo pubblico (l’insieme delle istituzioni pubbliche e delle imprese a prevalente controllo pubblico) e quello a controllo privato (l’insieme delle imprese sulle quali il controllo privato è totale o prevalente). La Direttiva Europea sul Gender Pay Gap Il divario retributivo ha ripercussioni a lungo termine sulla qualità della vita delle donne, sul loro rischio di esposizione alla povertà e sulla persistenza del divario pensionistico, che è pari a circa il 30% nell'UE. La pandemia di COVID-19 e le sue ricadute economiche e sociali hanno reso ancora più urgente affrontare la questione. Il Consiglio d’Europa ha adottato a marzo 2023 la Direttiva sulla trasparenza salariale (Dir. UE 970/2023), per garantire che nell’Unione Europea donne e uomini ricevano la stessa retribuzione per uno stesso lavoro. Nella Direttiva il Consiglio ha previsto che i datori di lavoro con almeno 250 dipendenti rendano pubbliche all’interno della loro organizzazione le informazioni sul divario retributivo tra donne e uomini. Se dal monitoraggio dovesse risultare un gender pay gap di oltre il 5% senza cause oggettivamente neutre dal punto di vista del genere, i datori di lavoro dovranno rivalutare le retribuzioni. Ai sensi della nuova direttiva, i lavoratori e le lavoratrici che hanno subito una discriminazione retributiva basata sul genere possono ottenere un risarcimento, compreso il recupero integrale delle retribuzioni arretrate e dei relativi bonus. Fonte: Approfondimento CDL 14 dicembre 2023
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