Quale rilevanza giuridica per le emoji?

La parola emoji è formata da 3 ideogrammi giapponesi, ‘e’ (immagine), ‘mo’ (scrittura) e ‘ji’ (carattere) e identifica i simboli grafici utilizzati per esprimere concetti, emozioni, stati d'animo, rappresentare oggetti, idee e altro ancora. Sono state create in Giappone negli anni '90 e sono divenute popolari in tutto il mondo.

Trattandosi di simboli grafici, ideati in origine per far comunicare i clienti di una compagnia telefonica attraverso le immagini, sono state da subito considerate come strumenti per alleggerire, rendere più informale (e piacevole) ogni forma di comunicazione.

Negli ultimi anni, l’attenzione di giuristi, esperti, tribunali, nazionali e sovranazionali, è aumentata, come è diventata più corposa la riflessione sulle implicazioni, problematiche e criticità legate all’utilizzo delle stesse.

Perché questo è accaduto?

I contesti in cui sono state utilizzate (comunicazioni interpersonali, lavorative e sui social media, attività di marketing, ecc.), le ragioni per le quali sono state utilizzate (esprimere opinioni, manifestare stati d’animo e volontà, diffondere informazioni, ecc.), le modalità con cui sono state utilizzate (da sole o a sostegno di un testo già comunicato), hanno acceso ancor più il dibattito in materia.

Uno degli aspetti più problematici e rilevanti riguarda la natura di tali emoji e il significato da attribuire alle ...