mercoledì 25/10/2023 • 06:00
Gli interventi allo Statuto dei diritti del contribuente, previsti dallo schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, colmano qualche lacuna relativamente alla disparità attualmente esistente tra fisco e contribuente, ma non sembrano segnare un vero punto di svolta.
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Le modifiche alla L. 212/2000, da oltre venti anni ampollosamente definita Statuto dei diritti dei contribuente, sembrerebbero in rampa di lancio, vista l'approvazione dello schema di decreto a cura del Consiglio dei Ministri del 23 ottobre 2023: gli interventi proposti, però, presentano luci e ombre anche rispetto ai principi e criteri direttivi della L. 111/2023.
La legge delega
L'art. 4 L. 111/2023 tra i principi e i criteri direttivi specifici per la revisione dello Statuito dei diritti del contribuente individua, alla lettera e), la previsione di una “disciplina generale del diritto di accesso agli atti del procedimento tributario” nonché, a cura della successiva lettera f), la previsione di “una generale applicazione del principio del contraddittorio a pena di nullità”.
Vediamo come questi principi e criteri sono stati tradotti nello schema di decreto, stando alle bozze attualmente in circolazione.
Il contraddittorio
L'applicazione generale del principio del contraddittorio è stata ampiamente disattesa: il testo del nuovo articolo 6-bis dello statuto, rubricato “Principio del contraddittorio”, prevede al secondo comma come “Non sussiste il diritto al contraddittorio per gli
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