venerdì 06/10/2023 • 06:00
Il MASE ha annunciato l’approvazione della revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Al momento non è possibile commentarla perché l’unico documento pubblicato è la SNSvS 2017. La SNSvS è uno strumento di coordinamento che assume i 4 principi guida di Agenda 2030: integrazione, universalità, trasformazione e inclusione.
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Dalle buone intenzioni all’approccio concreto
“Un nuovo capitolo si apre per la sostenibilità in Italia, con l’approvazione da parte del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE) della revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile” (SNSvS).
Il comunicato con il quale il MASE ha dato la notizia dell’approvazione della rinnovata SNSvS è fondato su poche parole chiave, utili tuttavia a dare una direzione alla comunicazione di quanto fatto:
Comunicazione di quanto fatto?
I conti, però, non tornano.
Abbiamo navigato in lungo e in largo nelle pagine web istituzionali (sia del MASE, sia dell’ASVIS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e specializzati in ambiente a 360°, ma non abbiamo trovato traccia del testo della Strategia.
Nelle pagine del Ministero, oltre al comunicato, sopra sintetizzato, ci sono rinvii a “documenti/link utili”, dove si trova di tutto un po’, tranne la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile in questione: già, perché l’unico documento che si trova è la SNSvS dell’ottobre 2017…
Analogo discorso vale per le pagine dei siti specializzati (dove in calce all’annuncio del MASE l’unico rinvio che si trova è quello alla delibera con la quale nel 2017 il Cipe ha approvato la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile) e in quello dell’«Allenza», nelle quali si sottolinea l’importanza dell’approvazione delle «nuova strategia», ma senza alcun link al testo della «new strategy» che “può essere uno strumento fondamentale per spingere l’Italia verso l’Agenda 2030, purché sia attuato immediatamente”.
Immediatamente…
Siamo tutti d’accordo sull’avverbio di tempo, ma…
Ma:
- nel sito dell’ASVIS si afferma che:
- nel sito del MASE, come si faceva cenno, si rimanda in via esclusiva alla SNSvS del 2017 e i link, lungi dall’essere utili, lasciano l’amaro in bocca, perché contribuiscono a esacerbare la situazione di incredulità di chi vorrebbe soltanto approfondire il tema, e valutare…quanto fatto.
Dunque, di che cosa stiamo parlando?
SNSvS: di che cosa si parla?
Stando alla comunicazione istituzionale, “gli eventi degli ultimi anni pongono lo sviluppo sostenibile al centro delle aspirazioni della comunità globale. Questo particolare momento di gestione della ripresa dopo la crisi pandemica da Covid 19 pone ulteriormente al centro dell’azione pubblica la sinergia tra la dimensione sociale, ambientale ed economica dello sviluppo”.
Come non essere d’accordo?
E per questo, “coerentemente con gli impegni sottoscritti nel settembre del 2015, l’Italia ha declinato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), strumento di coordinamento che assume i 4 principi guida dell’Agenda: integrazione, universalità, trasformazione e inclusione”.
A queste si aggiunge una sesta area dedicata ai vettori per la sostenibilità, elementi necessari per la trasformazione. |
Quattro principi guida strutturati in cinque aree, le cosiddette “5P” dell’Agenda 2030: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership.
Ma c’è di più.
Nel sito, infatti, si specifica che:
Ogni tre anni, infatti, la SNSvS deve essere sottoposta a revisione e il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha il compito di avviare e curare il percorso di modifica, attraverso un processo istituzionale ampio e partecipato, coordinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. |
Purtroppo, tuttavia, anche sul sito del Forum, cercando la nuova SNSvS si trova soltanto quella che conosciamo già…
La strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile
Che conosciamo già?
La domanda può sembrare retorica, ma almeno dal punto di vista formale non lo è: nel testo del 2017 (quello al quale rinvia l’enfatico comunicato ministeriale) si parla in più di un’occasione di «proposta», e in un caso addirittura di una «proposta preliminare»…
Dal punto di vista contenutistico il ragionamento che si può fare è analogo, perché al di là del fatto che si tratta di un documento datato, il contenuto – infarcito di termini comunicativi, ma non di una comunicazione vera e propria: visione di lungo periodo; sostenibilità come “chiave di volta” per uno sviluppo del pianeta rispettoso delle persone e dell’ambiente; azione comune; approccio multidimensionale: definizione di azioni di policy, coerenti, efficaci e con un respiro globale; visione per un nuovo modello economico circolare – è tutt’altro che perentorio: “date le caratteristiche e il contesto sopra descritti – diceva, o si dice ancora? – la Strategia di sviluppo sostenibile qui descritta dovrà essere ulteriormente dettagliata entro l’anno in un futuro documento”, perché “in questa fase preliminare della Strategia, si è scelto di non quantificare gli obiettivi in modo puntuale”.
Il rilevante contributo
Gli obiettivi della strategia – si continua nel documento che possiamo consultare – “hanno una natura fortemente integrata, quale risultato di un processo di sintesi e astrazione dei temi di maggiore rilevanza emersi dal percorso di consultazione e sottendono una ricchezza di dimensioni, ovvero di ambiti di azione prioritari”.
Tale impostazione:
- “rappresenta la modalità sintetica attraverso la quale esprimere la complessità dell’Agenda 2030, in particolare per la parte ambientale oggetto prioritario della presente Strategia, attraverso l’integrazione tra i tre pilastri dello sviluppo sostenibile: ambiente, economia, società”, e
- “permette di portare a sintesi le informazioni restituite dalle consultazioni, senza tuttavia disperdere il rilevante contributo fornito dagli attori istituzionali depositari delle conoscenze e competenze specifiche sui diversi temi di intervento”.
In sostanza, quelle sintetizzate fino a qui non costituisco nient’altro che parole. Parole. Parole.
La nuova strategia non si sa dove sia (né cosa contenga), ma il sospetto è che il contenuto potrebbe non discostarsi troppo da quello utilizzato in passato.
La sesta “P”: perché?
Può darsi che la “nuova” strategia sia “in rete”, ma una domanda nasce, a questo punto, spontanea: perché?
Perché nessuno si è accorto del fatto che sui siti istituzionali non c’è traccia di quanto si “comunica” essere stato emanato?
Spesso e volentieri dietro le annunciate modifiche si nasconde un’opera di maquillage, ma in questo caso sembra che si sia fatto un ulteriore passo “in avanti”: c’è solo l’annuncio, e neanche un “copia-incolla” modificato qua e là per costringere il lettore ad andare a scovare il “quid pluris”.
Se potessimo scaricare il documento, e leggerlo con attenzione, saremmo felici di dire la nostra su “quanto fatto”: qui possiamo limitarci a sottolineare che, quando si parla di sostenibilità, non si deve pensare solo a quella ambientale, e neanche insieme a quella sociale ed economica.
No, la sostenibilità è un concetto che deve permeare qualsiasi ganglio della società: sostenibile deve essere anche la comunicazione come l’educazione, il cittadino quanto il legislatore.
E, di conseguenza, la sostenibilità deve essere anche quella istituzionale, quella che deve “dare l’esempio”, che deve far capire di cosa sta parlando.
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