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martedì 25/07/2023 • 06:00

Lavoro Prevenzione e protezione

Colpi di calore: le misure da attuare per proteggere i lavoratori

Con l'ondata di caldo, le condizioni per la salute dei lavoratori costretti a svolgere la propria attività sotto il sole, principalmente delle imprese edili e agricole, sono quasi proibitive. Tra la formazione, la CIGO e l'organizzazione del lavoro, ecco i rimedi da adottare per prevenire rischi alla salute di questi lavoratori.

di Cipriano Ficedolo - Avvocato penalista d’impresa

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  • Tempo di lettura 1 min.
  • Ascolta la news 5:03

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L'anticiclone Caronte in questi giorni sta arroventando buona parte del nostro Paese con temperature diurne che superano anche i 40°, un'umidità persistente che non dà tregua neppure durante le ore notturne rendendo praticamente impossibile il riposo. Tutte queste condizioni estreme si ripercuotono inesorabilmente sul nostro organismo che è sottoposto ad uno stress continuo e sfiancante.

Per coloro che svolgono la propria attività all'interno degli uffici o, in ambienti chiusi, la possibilità di mitigare la calura è possibile attraverso il condizionamento dell'aria, ma vi sono delle categorie di lavoratori che per le mansioni svolte sono costretti ad operare all'aperto sotto il sole cocente, basti pensare agli addetti che operano nei settori dell'edilizia civile e stradale (con particolare rilevanza per i cantieri e i siti industriali), comparto estrattivo, settore agricolo e della manutenzione del verde, comparto marittimo e balneare, per citarne soli alcuni.

Tutti questi lavoratori per il tipo di attività svolta sono costretti, loro malgrado, a svolgere i propri compiti sotto il sole per l'intera durata del proprio turno lavorativo.

In questi casi le aziende cosa possono fare per proteggere i propri dipendenti dai rischi dei colpi di calore?

La formazione dei lavoratori

La prima e più importante azione che un'azienda può intraprendere è fornire una formazione ed una sensibilizzazione ai propri dipendenti riguardo ai rischi legati ai colpi di calore ed alle misure preventive.

I lavoratori devono essere informati sui segni ed i sintomi di un colpo di calore e, su come reagire in caso di emergenza. Un lavoratore formato ed informato ha meno possibilità di incorrere in un infortunio di uno che non ha ricevuto un'adeguata formazione

La formazione dovrebbe includere anche informazioni su come vestirsi adeguatamente durante le giornate calde e come evitare l'esposizione prolungata al sole.

Di conseguenza, ove l'azienda non adempia a tale fondamentale obbligo, sarà chiamata a rispondere dell'infortunio occorso al lavoratore, nel caso in cui l'omessa formazione possa dirsi causalmente legata alla verificazione dell'evento.

Né, tantomeno, l'attività di formazione del lavoratore, alla quale è tenuto il datore di lavoro, può essere sostituita dal personale bagaglio di conoscenza del lavoratore, formatosi per effetto di una lunga esperienza operativa, o per il travaso di conoscenza che comunemente si realizza nella collaborazione tra lavoratori, anche posti in relazione gerarchica tra di loro. L'apprendimento insorgente dal fatto del lavoratore medesimo e la socializzazione delle esperienze e della prassi di lavoro non si identificano e tanto meno valgono a surrogare le attività di informazione e di formazione prevista dalla legge.

Le azioni preventive da porre in essere

Le ondate di calore degli ultimi anni hanno insegnato che oramai queste condizioni climatiche estreme non sono più un'anomalia passeggera ma, bensì, si ripetono ciclicamente ad ogni estate.

Di conseguenza, non si può agire in regime di emergenza ma, bensì le misure da adottare devono essere strutturali.

Dal 2022 l'INPS considerata l'ondata di calore che ha interessato tutto il territorio nazionale e, l'incidenza che queste condizioni climatiche possono determinare sulle attività lavorative, con il Mess. 28 luglio 2022, n. 2999 ha fornito le principali istruzioni operative per gestire le richieste di Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) con causale “eventi meteo”.

La causale “eventi meteo”, infatti, è invocabile dal datore di lavoro anche in caso di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa a causa delle temperature elevate. Sono considerate tali quelle superiori a 35° centigradi. Tuttavia, anche temperature inferiori a 35° centigradi possono determinare l'accoglimento della domanda di CIGO qualora si valuti non solo la temperatura rilevata dai bollettini meteo, ma anche quella percepita, che è più elevata di quella reale.

Le misure che i datori di lavoro devono adottare in caso di temperature elevate sono previste sia nel TUSL, che nelle circolari regolarmente emanate sia l'INPS che, l'INL.

L'art. 96 D.Lgs. 81/08 al comma 1 lett. d) recita: “I datori di lavoro delle imprese affidatarie e delle imprese esecutrici, anche nel caso in cui nel cantiere operi una unica impresa, anche familiare o con meno di dieci addetti curano la protezione dei lavoratori contro le influenze atmosferiche che possono compromettere la loro sicurezza e la loro salute”.

Il tema della protezione dei lavoratori dalle influenze atmosferiche è di notevole importanza anche in considerazione del fatto che, non è una condizione imprevedibile ma, si ripresenta ciclicamente ad ogni estate, per cui essendo un rischio assolutamente previsto e prevedibile deve essere valutato all'interno del DVR.

Da quanto innanzi evidenziato ne deriva che, le aziende interessate da questo rischio, principalmente le imprese edili e le aziende che operano in campo agricolo, devono effettuare una “specifica valutazione del rischio” derivante dal calore (ipertermia) ed adottare le rispettive misure di prevenzione che possono essere:

  • organizzare innanzitutto il lavoro in modo da minimizzare il rischio:
  • variare l'orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde, programmando i lavori più pesanti nelle ore più fresche;
  • effettuare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;
  • programmare in modo che si lavori sempre nelle zone meno esposte al sole;
  • evitare lavori isolati permettendo un reciproco controllo;
  • dotare i dipendenti di un vestiario adeguato;
  • prevedere delle pause dal lavoro;
  • un'adeguata idratazione;
  • attivare la sorveglianza sanitaria.

Inoltre, vanno previste ed applicate regole precauzionali capaci di prevenire la concretizzazione del rischio, evitando di sottoporre il lavoratore ad attività all'esterno faticose in ore calde, prevedendo pause di riposo frequenti, predisponendo ripari ombreggiati, oltre ad accorgimenti sul vestiario, nonché sulla alimentazione e idratazione, come innanzi indicato e, soprattutto, aggiornando il DVR con la previsione del rischio derivante dal calore.

Anche il rischio da calore rientra nell'ambito della valutazione dei rischi di cui all'art. 28 D.Lgs. 81/2008, che richiede l'individuazione e l'adozione, da parte del datore di lavoro, di misure di prevenzione e protezione.

In assenza di tali rimedi preventivi a carico del datore di lavoro si può configurare una responsabilità la cui natura non occorre che sia integrata dalla violazione di specifiche norme dettate per la prevenzione degli infortuni stessi, essendo sufficiente che l'evento dannoso si sia verificato a causa dell'omessa adozione di quelle misure ed accorgimenti imposti all'imprenditore dall'art. 2087 c.c. ai fini della più efficace tutela dell'integrità psico-fisica del lavoratore.

Monitoraggio delle condizioni meteo e misure di mitigazione del rischio

Le aziende sono tenute ad attivare ed implementare un sistema di monitoraggio delle condizioni meteo, soprattutto durante i periodi di caldo intenso.

In questo modo, il personale di gestione può prendere decisioni informate riguardo a eventuali misure di protezione supplementari, come consentire più pause all'ombra o modificare gli orari di lavoro per evitare le ore più calde della giornata.

Per l'indagine sulla valutazione dei rischi da stress termico e l'individuazione delle relative misure di mitigazione, le aziende possono consultare il Portale Agenti Fisici nella Sezione “Microclima”, nonché, i contenuti informativi con le strategie e tecniche di misura dello stress termico e alle relative metodologie di misurazione e di controllo del microclima, che possono avvalersi di analisi del calcolo dell'esposizione mediante gli indici WBGT, PHS, IREQ, degli indici di ergonomia e di temperatura.

Un aspetto fondamentale per prevenire i colpi di calore è garantire un facile accesso all'acqua potabile.

Le aziende dovrebbero mettere a disposizione dei dipendenti fontane o dispenser di acqua fresca e incoraggiarli a idratarsi regolarmente.

Inoltre, è essenziale incoraggiare l'uso di borracce riutilizzabili per ridurre l'uso di bottiglie di plastica.

Creare aree di riposo all'ombra può fornire ai dipendenti un luogo sicuro dove riposarsi durante le pause e proteggersi dal caldo eccessivo. Queste aree possono essere attrezzate con sedie, tavoli e tende ombreggianti per garantire comfort e sicurezza.

Le aziende, inoltre, dovrebbero incoraggiare o richiedere ai dipendenti di indossare abbigliamento adeguato per affrontare le temperature elevate. Ciò può includere indumenti leggeri e traspiranti, cappelli per proteggere la testa dai raggi solari e occhiali da sole per proteggere gli occhi.

Quando possibile, pianificare le attività all'aperto durante le ore più fresche della giornata o evitare di svolgerle durante i periodi di caldo estremo, ad esempio anticipando l'inizio dell'orario di lavoro alle primissime ore del mattino di modo che per le 14:00 i lavoratori possano terminare il proprio turno di lavoro. Se ciò non è possibile, assicurarsi che i dipendenti abbiano la possibilità di prendere pause frequenti e di ripararsi all'ombra.

Realizzare un sistema di segnalazione degli incidenti, in cui i dipendenti possano comunicare eventuali segni di disagio o sintomi correlati al caldo, al fine di permettere all'azienda di intervenire prontamente e fornire assistenza medica, se necessario.

Conclusioni

La prevenzione dei colpi di calore è una responsabilità prioritaria delle aziende per garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti.

Implementare misure preventive come la formazione, il monitoraggio delle condizioni meteo, la fornitura di acqua potabile e aree di riposo all'ombra, oltre a promuovere l'abbigliamento adeguato può contribuire a creare un ambiente di lavoro sicuro e confortevole anche durante le stagioni più calde.

La collaborazione tra dipendenti e dirigenti è fondamentale per ridurre al minimo i rischi e mantenere un alto standard di benessere sul posto di lavoro.

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