mercoledì 12/07/2023 • 06:08
Con la delega fiscale il legislatore si sente in dovere di fronteggiare le innumerevoli disfunzioni del nostro sistema delle imposte. Al di là di tanti tecnicismi la delega sembra correttamente prendere atto della necessità di un atteggiamento cooperativo tra fisco e contribuente.
Ascolta la news 5:03
Auguro tutto il bene possibile all'ipotesi di riforma fiscale contenuta nella legge delega. Sarebbe bellissimo che il malessere sul fisco, con le sue sperequazioni, complicazioni, sensazionalismi e confusioni, potesse essere spazzato via a colpi di leggi delega e decreti delegati.
I meccanismi di funzionamento della riforma
Per riformare qualcosa bisogna però capirne i meccanismi di funzionamento tutti riconducibili ad una diversa determinabilità, documentale e valutativa, dei presupposti economici d'imposta, cioè ricavi, consumi e redditi. Una parte di essi è filtrata da affidabili procedure contabili dell'industria, delle banche, della grande distribuzione, delle assicurazioni, della pubblica amministrazione, con una facile determinabilità documentale.
A questi grandi uffici contabili si ricollegano gli adempimenti tributari, come scontrini, ricevute, fatture elettroniche, conti bancari, tracciabilità, trasmissione telematica dei corrispettivi con annessa lotteria degli scontrini. Tuttavia, man mano che le dimensioni aziendali diminuiscono, quest'apparato documentale e di adempimenti complica sempre più la vita degli operatori economici. Per molti di costoro gli adempimenti necessari a farsi pagare diventano più difficili del lavoro per cui si viene pagati; personalmente, ho chiuso la mia partita IVA a fine 2018, in coincidenza con l'introduzione della fattura elettronica, convergendo in uno studio professionale associato.
Questo contabilismo compulsivo sembra ispirarsi all'illusione di esportare la contabilità dove non esiste una necessità gestionale, e questo provoca una scoordinata e parallela crisi di rigetto. Mi riferisco al desiderio semplificatorio, altrettanto compulsivo, che spinge all'abolizione di adempimenti utili, in parallelo all'introduzione di adempimenti inutili, in un meccanismo che ormai è divenuto ingovernabile.
Per essere governato, come detto sopra, avrebbe bisogno di essere preliminarmente compreso, cosa che dai lavori preparatori della delega non risulta fatto in maniera sufficiente. Aspirazioni, proposte, soluzioni e chiavi di lettura estemporanee delle cause e dell'evasione si intrecciano in modo confusionario. Ciascuna di esse viene presentata come se potesse spiegare non dico tutto, ma molto più di quello che in realtà spiega. Essa viene presentata come una bandiera politica, uno strumento di comunicazione sociale, e inserita nella riforma senza coordinarla con le altre parallele diagnosi e ipotesi di soluzione. Questo provoca, nonostante le buone intenzioni semplificatrici, una confusione crescente, creando una babele al tempo stesso fastidiosa e inutile.
La trappola della comunicazione politica
Alla difficoltà di comprensione sociale della diversa determinabilità dei presupposti economici di imposta si accompagna infatti anche la tendenza legislativa a cadere nelle trappole della comunicazione politica. Invece di concentrarsi su come gestire la diversa determinabilità degli incassi del supermercato, dell'albergo, del meccanico, dell'idraulico, del ristoratore, della banca o dell'assicurazione, ci si disperde inseguendo il fisco per lo sviluppo, per la sostenibilità, per la ripresa demografica, per l'istruzione, per l'ambiente, per la digitalizzazione, per la ricerca scientifica, per il turismo, e via enumerando in uno sterile elenco di buone intenzioni che tuttavia produce comunicazione politica. Non ci si accorge che in questo modo si provoca al tempo stesso confusione, alimentando la spirale del disorientamento alla base della richiesta di riforme, in un circolo vizioso senza fine. Legiferare senza capire aumenta il malessere, che spinge alla richiesta di nuove riforme.
È accaduto sul fisco già con la riforma varata dal Governo Letta e ultimata dal Governo Renzi nel 2016, che ha cambiato pochi trascurabili dettagli. Anche in precedenza tutti i Governi hanno annunciato e spesso realizzato provvedimenti presentati come riforme fiscali. In assenza di adeguate spiegazioni della funzione tributaria, non solo lasciano le cose come stanno, ma addirittura aumentano la confusione. Anche se queste spiegazioni ci fossero bisognerebbe affrontare il passaggio successivo della gestione dei problemi che sono stati finalmente capiti. Di fronte alla difficoltà di questa gestione, si preferisce rimuovere, dalla stessa legge delega, i temi che potrebbero apparire imbarazzanti e su cui comunque non è chiarissimo in quale modo intervenire. Anche chi se ne rende conto, tra i politici, finge quindi di non vedere il problema vero indicato sopra sulla diversa determinabilità di ricavi, consumi e redditi. Forse molti si rendono conto che, con la diminuzione delle dimensioni aziendali, l'efficienza della determinazione documentale diventa meno efficiente, con le suddette inutili complicazioni.
Tuttavia essi stessi sono come impauriti dall'affiancamento alla determinazione contabile di valutazioni per ordine di grandezza. Queste ultime infatti richiederebbero un notevole impegno di risorse umane da parte degli uffici tributari, insufficienti rispetto ai parecchi milioni di piccoli operatori al dettaglio cui la determinazione documentale suddetta non si addice.
È già palese l'impossibilità di gestire il cosiddetto concordato preventivo biennale, vista l'enorme platea di contribuenti interessati. Anche per questo la delega si propone su questioni differenti come la rimodulazione delle aliquote, l'abolizione dell'IRAP, la tassazione internazionale, il contraddittorio nel procedimento d'imposizione e tanti altri tecnicismi anche importanti, ma non essenziali rispetto alla sopra descritta questione di fondo. Essa viene più rimossa che affrontata, salve le consuete espressioni di stile contro l'evasione fiscale.
È una reazione normale per una politica che sente il bisogno, davanti a un problema avvertito dall'opinione pubblica, di dire di aver fatto qualcosa. Al di là di tanti tecnicismi la delega sembra però correttamente prendere atto della necessità di un atteggiamento cooperativo tra fisco e contribuenti. È bene quindi che siano accantonate le parole d'ordine della lotta all'evasione e le distinzioni manichee tra contribuenti onesti e disonesti, perché sono queste le premesse culturali per gestire la diversa determinabilità delle varie forme di entrata.
© Copyright - Tutti i diritti riservati - Giuffrè Francis Lefebvre S.p.A.
Vedi anche
Ti potrebbe interessare anche
Quando i governanti fronteggiano malesseri non compresi dall’opinione pubblica è normale siano attenti alla comunicazione politica, come accade anche per la delega fiscale
La delega fiscale rimuove l’evasione materiale di massa con il concordato preventivo, irrealizzabile e del tutto inadeguato alle dimensioni quantitative del fenomeno. Il conc..
Il concordato preventivo biennale, consentito dalla delega fiscale per i titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, rischia di mettere in difficoltà l’Agenzia d..
La delega fiscale prevede la riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese, tramite un rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici ..
L’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità sta conducendo all’evoluzione del piano Transizione 4.0 verso il paradigma Industria 5.0, di cui vi è già traccia n..
È preferibile pagare il patto di non concorrenza in un'unica soluzione al termine del rapporto di lavoro, o periodicamente, durante lo svolgimento del rapporto? Le due soluzioni..
La bozza del Decreto Semplificazioni prevede l’estensione dell’ambito applicativo del c.d. principio di derivazione rafforzata nei confronti delle microimprese che redigono il b..
Non c’è dubbio che l’accordo 13 giugno 2022 sottoscritto dalle parti sociali per il rinnovo del CCNL chimico –farmaceutico rappresenta un segnale importante per le relazioni industr..
La Cassazione si è espressa su due importanti temi in ambito d'acquisizioni societarie: la novazione oggettiva, di cui sono stati indicati i requisiti, e le clausole di <..
La Corte di Giustizia Tributaria di I grado di Genova, con l’Ord. n. 1158/2022 si è pronunciata sulla legittimità costituzionale della norma che regolamentava negli anni pregres..
Rimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
Per continuare a vederlo e consultare altri contenuti esclusivi abbonati a QuotidianoPiù,
la soluzione digitale dove trovare ogni giorno notizie, video e podcast su fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti e mondo digitale.
Abbonati o
contatta il tuo
agente di fiducia.
Se invece sei già abbonato, effettua il login.