giovedì 15/06/2023 • 06:00
Secondo i dati dell'Enea il numero di interventi Superbonus è in netto calo. Dopo una prima flessione ad aprile, anche maggio registra una diminuzione degli investimenti. Nonostante i forti segnali di raffreddamento del Superbonus, l'Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti sulle ultime novità.
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La circolare dell'Agenzia delle Entrate
L'Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 13 del 13 giugno 2023, ha chiarito le ultime novità introdotte in materia di Superbonus, tra cui:
Inoltre, per gli interventi avviati dal 1° gennaio 2023 su unità immobiliari dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b) dell’articolo 119 DL 34/2020, la detrazione spetta nella misura del 90% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, a condizione che il contribuente sia titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare, che la stessa unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale e che il contribuente abbia un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro. Al riguardo, la circolare delle Entrate ha chiarito che ai fini del calcolo del reddito di riferimento si tiene conto del coniuge o del componente dell’unione civile, anche se non risulta nello stato di famiglia, del convivente, dei figli e dei familiari che risultano a carico nell’anno precedente al sostenimento della spesa.
Diversi sono, dunque, i chiarimenti forniti dall'Agenzia delle Entrate con la circolare in commento, anche se, in realtà, il numero di interventi Superbonus è in netto calo.
Il Report dell'Enea
Dall'ultimo bollettino diffuso dall'Enea arrivano forti segnali di raffreddamento del Superbonus, su cui pesano le restrizioni introdotte dapprima con la Legge di Bilancio per l'anno 2023 e in seguito con il c.d. Decreto Cessioni (DL 11/2023).
Sono appena 4.500 i lavori avviati nel mese di maggio, per un valore di circa 2,4 miliardi di euro, in netta diminuzione rispetto ai precedenti periodi seppur con un leggero miglioramento rispetto al mese di aprile. A tenere il passo sono gli interventi nei condomini.
Dei 2,4 miliardi complessivi circa 2,2 miliardi, infatti, sono riferiti ad interventi su parti comuni e lavori trainati nelle singole unità; un dato mensile da record anche se paragonato al 2022, anno in cui il Superbonus ha registrato la sua massima crescita.
La stagione della maxi-detrazione sembra quindi volgere al termine, con un ribasso degli investimenti che in molti casi segna un 90% in meno rispetto ai mesi scorsi, in particolare, a marzo in cui si è rilevato un notevole aumento delle asseverazioni, complice la scadenza dei termini (poi prorogati a settembre) per le villette.
Il report dell'Enea rivela che nel mese di riferimento risultano ammissibili al Superbonus 110% interventi edilizi su sole 1.225 villette unifamiliari, in crescita di appena lo 0,5% rispetto al mese di aprile.
Nel dettaglio, secondo i dati aggiornati dell'Enea il numero di interventi Superbonus non cresce quasi più. Dopo una prima flessione ad aprile, anche maggio registra un acuto calo degli investimenti, specie per le villette e le unità indipendenti. Ad incidere particolarmente gli ultimi provvedimenti del Governo.
Se il Superbonus 110% in condominio continua a “reggere” la corsa, i lavori nelle unifamiliari, quindi, vanno via via esaurendosi, generando nel mese di maggio un volume di affari di soli 200 milioni di euro, di gran lunga inferiore ai risultati raggiunti solo pochi mesi fa.
Il dato appare ancor più significativo se si considera che le asseverazioni depositate a maggio si riferiscono prevalentemente ad iniziative in corso di ultimazione, avviate ben prima del settembre 2022.
Nel corso del 2023, infatti, solo in pochi hanno dato il via a nuovi interventi di riqualificazione su edifici unifamiliari, anche a causa delle più stringenti condizioni d'accesso e del décalage dell'aliquota di detrazione al 90%.
Per i condòmini, infatti, il Superbonus spetta in misura piena fino al 31 dicembre 2023, mentre per le villette l'aliquota maggiorata è garantita per i lavori effettuati fino al 30 settembre 2023.
Da un lato le incertezze legate all'applicazione del quoziente familiare, per cui si attendono ancora chiarimenti da parte delle Entrate, dall'altro la persistente inoperatività del c.d. fondo indigenti, rendono di fatto difficile lo sviluppo di nuovi progetti.
Osservazioni
Nello scenario negativo appena delineato, il maggior ostacolo, tuttavia, è rappresentato dallo stop al meccanismo di cessione del credito d'imposta introdotto con il Decreto Cessioni (DL 11/2023).
Ad eccezione di alcune fattispecie, per le quali è previsto un regime derogatorio che consente di poter ancora beneficiare del virtuoso meccanismo di sconto in fattura e cessione del credito d'imposta, in molti casi il recente blocco disposto dall'esecutivo sta scoraggiando l'avvio di interventi di recupero immobiliare.
In questo senso, l'effetto incentivante delle c.d. opzioni alternative è lampante, specie per i soggetti con minori disponibilità, non in grado di fruire a pieno dell'agevolazione in via diretta se non ricorrendo alle ormai note pratiche degli ultimi anni.
Con il Decreto Cessioni, dunque, si va pian piano neutralizzando la portata della misura, già minata dalle permanenti difficoltà connesse alla monetizzazione dei crediti d'imposta che hanno caratterizzato gli ultimi periodi.
In questo contesto, sono in corso i primi tavoli tecnici volti al riordino del sistema delle agevolazioni edilizie, dal quale non può che auspicarsi l'avvio di una nuova stagione per i bonus edilizi.
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