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sabato 03/06/2023 • 06:00

Fisco Parità di genere

Report OCSE: come la politica fiscale può ridurre le disuguaglianze

L’OCSE ha pubblicato il report "Joining Forces for Gender Equality What is Holding us Back?” che analizza gli sviluppi in corso e le politiche per l'uguaglianza di genere, tra cui il mainstreaming di genere e le iniziative di trasparenza retributiva per affrontare i divari retributivi.

di Marlinda Gianfrate - Of Counsel, Studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici

di Luca Tortorella - Associate, Studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici

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  • Tempo di lettura 6 min.
  • Ascolta la news 5:03

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L'OCSE è all'avanguardia nel promuovere un approccio politico integrato all'uguaglianza di genere. Tale intento si è tradotto in un elevato grado di cooperazione interna tra i delegati dei vari gruppi di lavoro dell'OCSE, che hanno promosso raccomandazioni politiche per gli Stati, affinché adottino approcci integrati nella progettazione e nell'attuazione delle politiche specifiche.

Il documento illustra i progressi finora compiuti, come il congedo di paternità, la trasparenza contributiva, le opportunità di lavoro flessibile e una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali ma, al contempo, evidenzia le criticità che permangono. Tra queste si segnalano, per le donne rispetto agli uomini, i salari più bassi (oltre ai conseguenti minori redditi da pensione), le barriere all'imprenditorialità e al lavoro autonomo, la sottorappresentazione nelle posizioni di leadership in politica e a livello governativo e la sproporzione nel tempo dedicato ai lavori domestici e di cura non retribuiti, anche in quei paesi precursori nelle politiche di uguaglianza di genere. Va inoltre considerato che le crisi in corso, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, minacciano di compromettere alcuni dei progressi compiuti in materia di uguaglianza nell'ultimo decennio.

È quindi necessario intensificare gli sforzi per affrontare i divari di genere presenti e quelli emergenti, che contribuiranno a stimolare la crescita, la produttività, la competitività e la sostenibilità delle società.

Il complesso e articolato report affronta numerosi temi, tra cui anche la relazione tra i sistemi fiscali e la parità di genere.

Sistemi fiscali e parità di genere

Già dal 2021 il G20 ha identificato, tra le priorità dell'agenda fiscale internazionale, la necessità di affrontare la parità di genere. Nel capitolo Tax systems and gender del report OCSE in commento si esamina il rapporto tra parità di genere e sistemi fiscali. Si analizza, in primo luogo, come la politica fiscale possa essere uno strumento efficace per i governi per contribuire alla riduzione delle disuguaglianze.

Successivamente, si osservano gli impatti che le scelte di politica fiscale possono avere sulle disuguaglianze, mettendo in evidenza come i sistemi fiscali “gender-neutral ” possono avere un impatto negativo sulla parità di genere nelle società. Gli impatti diretti avvengono quando le tax policy trattano espressamente uomini e donne differentemente. Gli impatti indiretti, invece, riguardano le interazioni dei sistemi fiscali con le differenze insite nelle caratteristiche economiche o nei comportamenti tra uomini e donne come, a titolo esemplificativo, i livelli retributivi, la partecipazione alla forza lavoro ecc. Tali impatti indiretti possono infatti portare a distorsioni implicite, in cui un sistema fiscale apparentemente gender-neutral ha in sostanza impatti diversi su uomini e donne: queste ultime hanno in genere maggiori probabilità di lavorare a tempo parziale o in lavori non standard, ricevono mediamente un salario inferiore a quello degli uomini e hanno minori probabilità di entrare nel mondo del lavoro. Di conseguenza, le donne sono più frequentemente il secondo percettore di reddito in una famiglia rispetto agli uomini: rappresentano più di tre quarti dei secondi percettori di reddito in quasi tutti i paesi OCSE. L'impatto dei sistemi fiscali sui secondi percettori di reddito è ben documentato e molti sistemi disincentivano questi ultimi a entrare o rientrare nella forza lavoro. Tali impatti possono derivare dalla c.d. tassazione congiunta, che fa sì che il secondo percettore di reddito paghi aliquote fiscali marginali più elevate sul proprio reddito, oppure dalla revoca o dall'eliminazione di crediti d'imposta o assegni familiari quando il secondo percettore di reddito entra nella forza lavoro.

Con il report sono state pubblicate alcune “schede paese” tra cui quella italiana. Le statistiche del nostro Paese sono in genere allineate alle medie OCSE, seppure emergano alcune eccezioni negative: ad esempio, il gender gap nella partecipazione alla forza lavoro è tra i più elevati mentre, dal punto di vista della governance, la rappresentanza femminile nelle posizioni apicali è sotto la media OCSE. Il gender pay gaprimane persistente, seppure in Italia sia inferiore alla media OCSE. Affrontare gli stereotipi che guidano le scelte educative e ampliare gli strumenti di trasparenza retributiva potrebbe aiutare a ridurre i divari retributivi in futuro.

Conclusioni

Tra le raccomandazioni individuate nel report, si evidenzia che gli Stati dovrebbero continuare a impegnarsi per superare gli stereotipi di genere, sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, una più equa distribuzione del lavoro retribuito e non retribuito tra uomini e donne, e promuovere una migliore rappresentazione delle donne in tutti gli ambiti.

La parità di genere e l'emancipazione delle donne sono un obiettivo universale che non risponde solo a un imperativo morale: superare le disuguaglianze può anche migliorare la crescita, la produttività, la competitività e la sostenibilità delle economie. A tal riguardo, le questioni relative all'integrazione della dimensione di genere sono entrate nell'agenda politica: i paesi OCSE fanno ricorso frequentemente agli strumenti di governance , ai requisiti per le valutazioni d'impatto di genere e al gender budgeting in diverse aree, oltre a includere considerazioni di genere negli appalti pubblici e nelle decisioni sulle infrastrutture. Si veda ad esempio in ambito nazionale quanto stabilito dal nuovo codice degli appalti di cui al decreto legislativo 36/2023 che ora prevede il riconoscimento di premialità in favore delle imprese che adottano politiche tese al raggiungimento delle parità di genere comprovata dal possesso della relativa certificazione rilasciata ai sensi dell'articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna.

Un approccio politico integrato all'uguaglianza di genere è la strada da percorrere per contribuire a un progresso sostenibile: gli Stati devono favorire l'inserimento delle valutazioni sulla parità di genere nell'elaborazione delle proprie politiche, riconoscendo le interconnessioni e rafforzando il nesso tra la parità di genere e tutte le aree di intervento politico.

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