lunedì 22/05/2023 • 06:00
Il Decreto Bollette, la cui conversione in legge è stata approvata alla Camera, conferma anche nel II trimestre 2023 i tax credit a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, prevedendo una riduzione dell’intensità dei contributi.
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A parziale compensazione degli extra costi sostenuti per l'eccezionale innalzamento dei prezzi dell'energia e del gas dell'ultimo anno, a partire dal 2022, finora diversi provvedimenti hanno previsto a favore delle imprese il riconoscimento di un contributo straordinario in conto esercizio, sotto forma di credito d'imposta, a riduzione degli oneri sostenuti per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale.
L'ammontare delle coperture destinate a finanziare la misura è arrivato a quota 31 miliardi.
Originariamente introdotta dal Decreto Sostegni-ter (n. 4/2022) ed in seguito estesa dal Decreto Energia (n. 17/2022), la misura compensativa ha subito continue modifiche e riproposizioni con il Decreto Aiuti-bis (n. 115/2022), il Decreto Aiuti-ter (n. 144/2022), il Decreto Aiuti-quater (n. 176/2022) e la Legge di bilancio 2023 (n. 197/2022).
Da ultimo, con la legge di conversione del Decreto Bollette (n. 34/2023), l'agevolazione è stata rinnovata anche per il secondo trimestre 2023, seppur con intensità ridotta in considerazione del graduale ribasso dei prezzi delle commodities.
I tax credit per il II trimestre 2023
Nel dettaglio, alle imprese c.d. “energivore” iscritti nell'apposito elenco CSEA, i cui costi per la componente energetica riferiti al primo trimestre 2023 hanno subìto un incremento superiore al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019, spetta un credito d'imposta pari al 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata o anche autoprodotta effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2023.
Alle medesime condizioni, per le imprese c.d. “non energivore”, dotate di contatori di energia elettrica con potenza disponibile pari ad almeno 4,5 kW, è previsto un credito d'imposta in misura pari al 10% degli oneri sostenuti per i consumi di energia elettrica nel secondo trimestre 2023.
Il sussidio è rivolto anche alle imprese ad alto consumo di gas naturale c.d. “gasivore”, iscritte nell'elenco CSEA, e alle imprese c.d. “non gasivore”, qualora il prezzo del gas nel primo trimestre 2023, calcolato come media dei prezzi di riferimento del mercato infragiornaliero (Mi-gas), abbia subìto un incremento superiore al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nei loro confronti, il credito d'imposta è riconosciuto in misura pari al 20% della spesa sostenuta per l'acquisto del gas, consumato nel secondo trimestre 2023, per usi energetici diversi da quelli termoelettrici.
Il contributo straordinario appare decisamente più contenuto se confrontato con quanto stabilito dalla recente legge di Bilancio per il primo trimestre 2023, laddove il credito d'imposta è concesso in misura pari al 35% per le imprese dotate di contatori con potenza pari almeno a 4,5 kW, diverse dalle energivore, e in misura pari al 45% per tutte le altre imprese beneficiarie (energivore, gasivore e non gasivore).
Alla riduzione dell'entità del contributo si affianca peraltro la tendenziale riduzione degli oneri sostenuti dalle imprese nell'ultimo periodo, che si apprezzano comunque su dei valori elevati. Fattori questi che sembrano poter determinare una netta riduzione dell'effetto compensativo della misura in commento.
Ad ogni modo, il credito d'imposta sembrerebbe trovare comunque una discreta diffusione tra le imprese. Se allo stato attuale, infatti, si assiste ad una graduale discesa delle quotazioni di mercato, i requisiti economici di accesso all'agevolazione, che impongono il confronto tra i prezzi medi del 2019 e del 2022, risultano comunque ampiamente soddisfatti.
Le prospettive per le imprese
La rivisitazione delle aliquote potrebbe permettere alle imprese di maggiori dimensioni l'utilizzo diretto in compensazione in F24 dei crediti d'imposta entro la fine del 2023, termine ultimo per la fruizione della misura.
Sin dall'introduzione dei tax credit, invero, specie per gli operatori industriali non aderenti ad un regime di tassazione di gruppo, si è reso necessario in molti casi ricorrere all'istituto della cessione del credito d'imposta a favore di altri soggetti, a causa dell'elevato ammontare di crediti d'imposta ad essi riconosciuti e le conseguenti difficoltà di assorbimento fiscale degli stessi connesse ad una insufficiente “tax capacity” nel breve e medio termine (in questa prospettiva sono stati spesso “allungati” i termini per l'utilizzo in compensazione di tali crediti).
La riduzione dell'intensità dei tax credit per il secondo trimestre 2023, dunque, se da un lato rende meno efficace l'effetto compensativo cui la norma è volta, dall'altro permette alle imprese che sostengono elevati costi di approvvigionamento di poter utilizzare in compensazione i contributi ottenuti e di evitare altresì l'applicazione di oneri finanziari da parte di banche o altri cessionari derivanti dalla compravendita dei crediti d'imposta.
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Federico Gavioli
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